E' così. La "miscion" di Renzi (come direbbe nel suo impeccabile englishish) è quella di correre. L'importante è correre (anche se non sa dove andare). L'importante è far presto (anche se non sa per far cosa). Ma ora il tempo - che solitamente è galantuomo, comincia a presentargli il conto. Renzi il Mito in debito d'ossigeno.
L'ultimo "scenario" politico tracciato dalla Demos del moderato Ilvo Diamanti fotografa un Renzi che continua a correre, sempre più veloce, ma in discesa... Ecco cosa scrive Repubblica oggi (le tabelle sono ricavate direttamente da demos.it, il sito di Ilvo Diamanti.
Tira una cattiva aria sull'opinione pubblica. Avvelenata dagli scandali che hanno coinvolto leader politici e di governo. In particolare: la ministra Federica Guidi. Ma hanno investito anche personaggi noti dell'impresa, dello sport e dello spettacolo, non solo italiani. Risucchiati nella vicenda dei patrimoni offshore. Il sondaggio condotto, nei giorni scorsi, da Demos per l'Atlante Politico e pubblicato oggi su Repubblica mostra come questi avvenimenti abbiano prodotto effetti significativi sugli orientamenti politici ed elettorali degli italiani.
D'altronde, le dimissioni della ministra Guidi vengono considerate doverose, meglio: obbligate, da quasi tutti gli italiani (intervistati): 85%. Ma quasi 3 elettori su 4 ritengono questa vicenda grave e problematica anche per il governo. Il 45% di essi, quasi metà, dunque, pensa che il governo dovrebbe dimettersi. Perché troppo invischiato in conflitti di interessi. Anche se la maggioranza degli italiani (quasi il 50%) ritiene, al contrario, che, il governo debba "andare avanti". L'Atlante Politico di Demos, dunque, propone l'immagine di un Paese diviso. Dove metà dei cittadini vorrebbe voltare pagina. Affidarsi a una guida diversa. Il problema, però, è che mancano alternative credibili. "Più" credibili, almeno. La fiducia nel governo, infatti, scende poco sotto il 40%. Cioè: il punto più basso dalla scorsa estate.
Grande risultato! Peggior risultato di tutti i tempi. Perde 1l 18% in un anno, e perde il 46% rispetto al Giugno 2014 (The Marchetta 80 Month), quando il "leder" era gradito al 74% degli italiani. Costo dell'operazione: ventimila miliardi di lire all'anno per il resto dei nostri giorni... L'articolo di Repubblica così prosegue:
[...] Renzi si conferma ancora il leader politico più apprezzato dagli italiani. Avvicinato da Giorgia Meloni, candidata dei FdI e della Lega (Nord?) nella corsa al Campidoglio. Molto competitiva, secondo i sondaggi. E da Matteo Salvini, segretario della Lega. Non lontano da loro – e dunque da Renzi – incontriamo anche Luigi Di Maio, vice-presidente della Camera. Fra gli esponenti più autorevoli del M5s. Silvio Berlusconi, invece, conferma il proprio declino politico. "Stimato" da poco più del 20% degli elettori. La metà rispetto a Renzi. E 4 punti in meno di due mesi fa [...]
...non male, vero? tanto correre, impadronirsi della TV pubblica, risurre l'Unirenzità in schiavitù, leccare da mane a sera i culetti placcati in oro dei potenti e dei ricchi, per ritrovarsi quasi raggiunto dalla "borgatara" Meloni e dall'uomo dalle felpe cafone Matteo Salvini... Renzi, rallenti! Forse non le conviene correre così velocemente... verso il baratro!...
[...] Si assiste, dunque, a un raffreddamento del clima d'opinione. Lo ripeto, perché, questa volta e in questa fase, il cambiamento risulta evidente. Quasi una svolta. Dettata dal cumularsi di sfiducia e delusione sociale. Un po' come 25 anni fa. Ai tempi di Tangentopoli. Non per caso il 45% degli italiani ritiene che la corruzione politica, oggi, sia più diffusa di allora. Mentre una parte altrettanto ampia di cittadini pensa che sia altrettanto estesa.
Nove italiani su dieci, praticamente tutti, ritengono, dunque, che Tangentopoli non sia mai finita. Ma sia, se possibile, più opprimente. Fra i protagonisti, manca solo la magistratura. Differenza di non piccolo rilievo. Oggi, semmai, gli elettori hanno sostituito i magistrati con alcuni soggetti politici. A cui hanno affidato il compito di "vendicarli". Comunque, di gridare forte il disprezzo e la sfiducia popolare. Per primo e soprattutto: il M5s. Non per caso, il partito ritenuto più credibile (dal 31%) nel contrasto alla corruzione. Anche per questo i suoi esponenti ottengono un favore crescente. Luigi Di Maio, in particolare. Il consenso popolare nei suoi riguardi è salito di 7 punti nell'ultimo anno. Ormai, molto vicino a Renzi. Come Salvini, d'altronde. Che si presenta, a sua volta, come "giustiziere" della politica e dei politici corrotti.
Gli effetti di questo clima (anti)politico sul piano delle stime elettorali sono evidenti. La distanza fra i primi due partiti, PD e M5s, infatti, si è sensibilmente ridotta. In seguito al calo del PD (circa 2 punti) e alla concomitante crescita del M5s, la distanza fra i due soggetti si riduce a poco meno di 3 punti. A destra, invece, si muove poco. La Lega di Salvini si avvicina al 14% e scavalca FI. Mentre, più indietro, i FdI si attestano intorno al 5,5%. Come, sul versante opposto, SEL, SI e le altre formazioni a sinistra del PD [...]
Qui è appena il caso di sottolineare che dai fasti del 45,2% del Giugno 2014 (il "Marchetta '80 Month) a 30,1% di oggi, il c.d. "PD" renzino è riuscito in un'impresa mai neanche tentata prima: la "rottamazione" di ben un terzo dell'elettoralo del fù PD. Bravo, bene, bis... Ma adesso affrettati, Renzino... Il traguardo del dimezzamento è vicino. Adesso il "vantaggio" sui populisti di Grillo si è ridotto a 2,8 punti: meno dell'errore statistico. Il 40% necessario per avere il premio di maggioranza è lontano come Saturno (e il Renzalicum sarà comunque rottamato in autunno nel referendum confermativo, dove non serve il quorum, e quindi non serve mandare la gente al mare). Renzi, se non dovesse riuscirci prima, ci riuscirà comunque in autunno: riuscirà a rottamare se stesso, alla velocità del suono. Solo gli avanzi putrefatti di Forza Italia sono riusciti a fare così male in così poco tempo.
[... ma gli scenari cambiano sensibilmente quando si prende in considerazione il ballottaggio, previsto dalla nuova legge elettorale. L'Italicum, nel "linguaggio politico" corrente. Allora la partita appare incerta. Anche se i meccanismi del nuovo sistema elettorale non sono ancora chiari. Nel caso che gli sfidanti fossero la Lega e FI (federate, insieme ai FdI, in una lista-cartello, per istinto di sopravvivenza), il PD si affermerebbe di appena 1 punto. Troppo poco per fare previsioni. Lo stesso avverrebbe se al ballottaggio arrivasse il M5s. In questo caso, però, il sondaggio di Demos disegna uno scenario inedito. Che prevede il sorpasso del M5s sul Pd. Anche in questo caso, occorre prudenza, vista la distanza, ridotta, fra i due partiti (che non supera il margine di "errore statistico").
Naturalmente, il PD, nel ballottaggio, potrebbe contare sul voto "personale" al premier. Molto più conosciuto e visibile rispetto ai candidati del M5s. Tuttavia, è anche vero il contrario. La capacità del M5s di intercettare il voto "contro" potrebbe trasformare il confronto elettorale in una sorta di referendum. "Contro" Renzi. Replicando, all'inverso, l'operazione concepita dal premier in occasione del referendum costituzionale del prossimo autunno. Secondo alcuni (fra gli altri, Gianfranco Pasquino), un "plebiscito" [...]
La seconda ipotesi è puramente "di scuola", perchè il CDX autorottamato prosegue nella sula "modalità di autodistruzione". Diverso il caso del M5S, che grazie alla dabbenaggine di Epifanio Renzi è riuscito nella "mission impossible": quella di essere passato in due mesi, in caso di ballottaggio, da +2,0 punti in febbraio, a -2,8 punti in aprile. Un bel salto - all'indietro - di ben 4,8 punti.
Disciamoscelo... un'impresa così non sarebbe riuscita neanche a Bersani...
Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus