Dal 2009 la società Pubbliacqua è stata lo specchietto del potere renziano nel capoluogo toscano: negli anni hanno rivestito ruoli di primo piano l'attuale ministro per le Riforme e l'ex direttore de l'Unità. L'attuale presidente Vannoni è anche consulente del governo. E i cittadini pagano una delle tariffe più alte d'Italia (Fonte: "Il Fatto Quotidiano"
Rete idrica dissestata, amianto e tubature vecchie. Ma anche le tariffe più alte d’Italia motivate con presunti investimenti per migliorare il servizio. A poche ore dall’apertura della voragine sul Lungarno a Firenze, sotto accusa è finita la società partecipata per la gestione della rete idrica: Publiacqua. L’azienda non è solo per il 60 per cento pubblica, ma ha anche visto passare nella dirigenza degli ultimi anni alcuni dei nomi più influenti della galassia renziana: dalla ministra Maria Elena Boschi all’ex sottosegretario e direttore de l’Unità Erasmo D’Angelis. Il sindaco Pd Dario Nardella se l’è presa con l’azienda, ovvero con se stesso: “Deve delle spiegazioni a me e ai cittadini”.
L’occupazione renziana delle partecipate, e quindi anche di Publiacqua, arriva nel 2009: l’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi diventa sindaco e mette i suoi nei posti chiave delle aziende che coinvolgono l’amministrazione. Così Marco Carrai (quello che dava "in comodato gratuito" a Renzi sindaco un bell'appartamento a due passi da Piazza della Signoria, e per pura coincidenza riceveva poltrone nella qualunque... NdR) finisce a Firenze Parcheggi, e Andrea Bacci alla Silfi (illuminazione pubblica), mentre l’importante Publiacqua va nelle mani di Erasmo D’Angelis. A quel tempo era presidente regionale della commissione Ambiente e Territorio, ma quello sarà solo il trampolino per la carriera: sarà capo dell’unità di crisi con Renzi premier e poi direttore de l’Unità.
L’arrivo di D’Angelis porta al primo incarico della ministra Maria Elena Boschi che fa così il suo ingresso nel consiglio d’amministrazione della partecipata: inutile dire che per lei è solo l’inizio del percorso. (Invece sarebbe utilissimo sapere PERCHE e DA CHI la ggiovane laureata in legge, senz'arte né parte, senza alcuna esperienza se non qualche partecipazione alle trasferte dei "Papa Buois", venga cooptata in un sistema che richiede competenze specifiche che non sono certamente quelle della ventottenne Maria Elena Boschi. C'è stata la voragine??? Con esperti del calibro della Boschi e di Erasmo D'Angelis, c'è solo da meravigliarsi che ci sia stata solo adesso... NdR)
Da non dimenticare che il presidente attuale è Filippo Vannoni, consulente del governo per le politiche economiche, nominato con decreto del presidente del Consiglio il 12 dicembre 2015: l’incarico scade a dicembre 2017. Vannoni, tra l’altro, è anche marito della dirigente del comune di Firenze ed ex capo di gabinetto di Renzi-sindaco Lucia De Siervo, figlia del costituzionalista Ugo De Siervo, presidente emerito della Corte Costituzionale, da sempre vicino alle posizioni renziane, ma ultimamente schierato con il fronte del No al referendum per la riforma costituzionale.
Anche la successione degli amministratori delegati viene dall’orbita del presidente del Consiglio. L’ex ad è Alberto Irace, manager che il leader Pd già aveva voluto nel consiglio d’amministrazione della romana Acea e che prima ancora, nel 2009, era entrato nel cda di Publiacqua nell’epoca di D’Angelis e insieme alla Boschi [...]
Ma al netto delle nomine e delle carriere, a parlare per Publiacqua sono le pagine dei giornali locali degli ultimi anni: tubi vecchi di 50\60 anni che costringono a interventi di riparazione in centro città per riparare vere e proprie voragini. La società ha invocato interventi per sistemare la rete ad ogni incidente: “Urgenza di rimodernare la rete”, disse D’Angelis nel 2010. “Ormai le nostre squadre anche di notte corrono dietro a emergenze causate dalla vetustà della struttura”. Nel 2011 l’azienda ha annunciato interventi per 740 milioni di euro da realizzare entro il 2021. Nel mentre sono continuati gli incidenti: a gennaio 2012 si è rotto un “grosso tubo” a Firenze e 3.000 famiglie sono rimaste a secco per 11 ore. Un altro esempio? Il 6 febbraio del 2012 si rompono 120 tubi in una notte sola, con oltre mille segnalazioni a causa del maltempo, e i centralini dell’azienda vanno in tilt. L’ex AD Irace nel 2010 disse che “il sistema di Publiacqua era gestito in modo primitivo”, e il riferimento era ai problemi nella lettura dei contatori e la riscossione delle bollette.
Nel corso degli anni il balletto è più o meno sempre lo stesso: Publiacqua lamenta la mancanza di fondi, le bollette aumentano e le opposizioni criticano i rincari a fronte degli utili dell’azienda. E intanto continuano i guasti. Senza dimenticare che la partecipata non si risparmia le sponsorizzazioni che provocano le dure reazioni delle opposizioni. “Con la gestione renziana”, denunciarono i consiglieri comunali Grassi e De Zordo, “la partecipata ha dato 215.000 euro a Dot Media srl, la stessa che ha seguito la campagna elettorale del sindaco“.
Sotto accusa periodicamente per i costi anche le campagne pubblicitarie per promuovere la qualità dell’acqua in Toscana. - La gestione renziana coincide anche con un’altra data importante: quella del referendum sull’acqua. I comitati per la pubblicizzazione sono i primi a ricordare che Matteo Renzi nel 2011 si schierò per il “sì” chiedendo che il sistema tornasse pubblico. La frase che ricordano tutti è questa: “Al di là delle interpretazioni politiche il referendum ha dato dei risultati concreti e credo che sia giusto verificare se ci sono le condizioni tecniche ed economiche per rientrare in possesso del 40% di Publiacqua”. Questo non è mai successo. Anzi la legge approvata dal Parlamento, sulla base del testo di iniziativa popolare, è stata stravolta e non prevede più l’obbligo della gestione pubblica della rete. Che intanto a Firenze fa danni. Nonostante i costi per i cittadini e gli utili per la partecipata che ha fatto la ‘storia’ dell’era renziana a Palazzo Vecchio.
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Questo quanto scritto dal "Fatto Quotidiano", e mai smentito da alcuno. Mossi da curiosità, siamo andati a verificare il curriculum vitae della Signorina Maria Elena Boschi e del Signor Erasmo D'Angelis, nel disperato tentativo di capire quali fossero le competenze specifiche che li hanno portati ai vertici di Pubbliacqua, l'azienda "culo e camicia" col Giglio Magico Renziano, che fa acqua - letteralmente - da tutte le parti.
ERASMO D'ANGELIS - Nei primi anni '70 è stato tra i partecipanti al Movimento di Animazione Cristiana (MAC) di Formia. Laureatosi in Psicologia, ha lavorato come giornalista presso media quali RAI ed Il Manifesto. Attivo in Legambiente, ha organizzato la rassegna "Ecolavoro". È stato promotore dei due Raduni internazionali degli Angeli del Fango (...si può dire che almeno di "fango" ha una certa esperienza... NdR)
Nel dicembre 2009 è stato nominato Presidente di nomina pubblica di Publiacqua, la società pubblico-privata che gestisce il servizio idrico integrato di Firenze, provincia e aree limitrofe [...] Il 30 giugno 2015 è stato nominato direttore della nuova edizione del quotidiano L'Unità. A causa della pesante crisi di vendite, dopo un solo anno viene rimosso - e nuovamente spostato come dirigente a Palazzo Chigi - sostituito da Riccardo Luna (...avete capito bene. Dopo le brillanti prove come direttore della nuona "Unirenzità" non viene cacciato e basta. Viene cacciato dall'Unirenzità - ipotizziamo per ordine dei fratelli Pessina - ma gli viene offerta una calda e morbida coperta di Linus a Palazzo Chigi. Ma va??? NdR)
In occasione delle elezioni regionali in Toscana del 2000 è eletto Consigliere Regionale nel listino bloccato "Toscana Democratica; aderisce poi alla "Margherita" di Rutelli ed è riconfermato alle elezioni regionali del 2005 con la lista Uniti nell'Ulivo. È stato Presidente della Commissione Ambiente, Infrastrutture e Trasporti. Ha inoltre guidato la Commissione del Consiglio Regionale della Toscana che si occupa di Alta Velocità ferroviaria (Insomma, un uomo dal multiforme ingegno. NdR)
All'interno del Partito Democratico è considerato molto vicino a Matteo Renzi (...ma va????????...)
MARIA ELENA BOSCHI - Figlia di Pierluigi Boschi, titolare dell'impresa agricola "Il Palagio", membro di decine di consorzi agricoli e vinicoli del territorio, dirigente provinciale della Coldiretti, membro del Consiglio della Camera di Commercio di Arezzo, dal 2004 al 2010 Presidente della Confcooperative di Arezzo, e dal 2011 al 2015 consigliere d'amministrazione di Banca Etruria, di cui dal 2014 è stato anche vice-presidente [...]
Di educazione cattolica, ha sempre partecipato alla vita religiosa della sua parrocchia: chierichetta, catechista, lettrice, volontaria [...] Si è laureata in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Firenze; è stata poi "cultore della materia" presso la cattedra di diritto commerciale della facoltà di giurisprudenza della stessa università [...].Ha, inoltre, conseguito un master in diritto societario.
Ha lavorato come avvocato civilista specializzata in diritto societario e dell''impresa, diritto delle società quotate e diritto bancario presso il rinomato studio legale fiorentino "Studio Legale Tombari Corsi D’Angelo e Associati", specializzato in materia societaria e commerciale, dell'Avv. Prof. Umberto Tombari (...non ci sono note - ma è sicuramente colpa nostra - le eventuali cause patrocinate dall'Avv.to Maria Elena Boschi. Le saremmo grati se volesse colmare questa nostra colpevole lacuna, elencandoci i suoi successi come Avvocato. NdR)
È stata membro del Consiglio d'Amministrazione di Publiacqua, società partecipata incaricata della gestione idrica per tutta la provincia di Firenze, dal 2009 al 4 giugno 2013 (data in cui, a seguito della sua nomina a deputato, ha rassegnato le dimissioni). Esordisce in politica nel 2008 nelle primarie del centrosinistra per il Sindaco di Firenze, dove è portavoce dei comitati a sostegno della candidatura a Sindaco di Michele Ventura, esponente dell'area dalemiana del Partito Democratico, sfidante di Matteo Renzi (Dalemiana???... per la serie "Franza o Spagna purchè se magna"...)
Partecipante a numerose edizioni della Leopolda, di cui sarà prima conduttrice e poi organizzatrice, aderisce da subito alla corrente dei "rottamatori" guidata dal Sindaco di Firenze Matteo Renzi (... come... ma non era dalemiana??? NdR).
Consigliera giuridica del Sindaco di Firenze, è stata, insieme a Simona Bonafé e Sara Biagiotti, una delle tre coordinatrici della campagna elettorale di Matteo Renzi per le primarie del centrosinistra del 2012.
Alle elezioni politiche italiane del 2013 è stata eletta alla Camera dei deputati nella Circoscrizione Toscana, senza passare dalle primarie per i parlamentari del dicembre 2012 (...fate come vi dico, non fate come faccio". Potrebbe essere il motto del PdR - Partito di Renzi... Per il quale vige il principio che le regole agli altri si applicano, per i propri amici si "interpretano. NdR)
Il 9 dicembre 2013, in seguito alla vittoria di Renzi alle elezioni primarie del Partito Democratico del 2013, entra a far parte della Segreteria Nazionale del Partito Democratico con il ruolo di Responsabile alle Riforme Istituzionali (...sarebbe carino se qualcuno ci spiegasse i nessi misteriosi fra una laurea in giurisprudenza, un acquedotto, e le riforme costituzionali... Ma non era una "Grande Esperta di diritto societario??? Mi sfugge qualcosa? NdR).
Il 21 febbraio 2014 è nominata Ministra senza portafoglio per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento nel Governo Renzi. Il giorno seguente presta giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Come responsabile alle riforme, nei primi sei mesi di governo ha intavolato assieme al presidente Matteo Renzi una serie di incontri tra le varie forze politiche (...caspita...) Questi incontri hanno prodotto una proposta di modifica costituzionale contenente l'abolizione del senato esistente e la fine del bicameralismo perfetto. Dopo varie modifiche apportate al testo iniziale e superato l'esame della commissione Affari Costituzionali, la legge, i cui relatori sono la senatrice Finocchiaro e il senatore leghista Calderoli (pregiato autore della c.d. "Legge Porcata").
Lo scandalo di Banca Etruria - Il 18 dicembre 2015 la Camera respinge (con 129 sì e 373 no) una mozione di sfiducia presentata dal Movimento Cinque Stelle a seguito del decreto "salva banche" emanato nel novembre 2015. Tra le banche oggetto del provvedimento figura infatti Banca Etruria, di cui il padre della Boschi era vicepresidente al momento del commissariamento nel febbraio del 2015, mentre il fratello fino al marzo 2015 è stato responsabile "cost management" [...]
Parentopoli - Il 30 marzo 2016 un'altra notizia che parla di "parentopoli" investe la famiglia Boschi. Questa volta a far scalpore è l'assunzione del giovane fratello della ministra il quale da poco laureato è stato assunto dalla cooperativa "rossa" Muratori e cementisti ravennate: il suo primo cantiere è la Ss 640 in Sicilia. Il giovane laureato si chiama Pier Francesco Boschi, meno conosciuto alle cronache politiche rispetto ad Emanuele Boschi, 33 anni, assunto nel 2007 a 25 anni, appena laureato a Firenze, come process analyst, prima che il padre diventasse consigliere della Banca Etruria.
Lo scandalo petrolio in Basilicata - Il 31 marzo 2016 viene resa nota l'inchiesta della Procura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti nel centro oli di Viggiano, legato alle estrazioni petrolifere in Val d'Agri, Basilicata. Nell'inchiesta è coinvolto Gianluca Gemelli, compagno di Federica Guidi, Ministro dello sviluppo economico (dimessosi dopo l'esplosione dello scandalo). Dagli atti dell'inchiesta emerge un'intercettazione telefonica in cui il nome del ministro Boschi viene citato da Federica Guidi. Quest'ultima rassicura il compagno sul fatto che la Boschi sarebbe d'accordo con la proposizione di un emendamento sollecitato dallo stesso Gemelli. In una telefonata con Giuseppe Cobianchi (dirigente Total), Gemelli afferma: "La chiamo per darle una buona notizia. Si ricorda che tempo fa c'è stato casino, che avevano ritirato un emendamento, per cui c'erano problemi su Tempa Rossa? Pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato, ragion per cui, se passa... e pare che ci sia l'accordo con Boschi e compagni... è tutto sbloccato".
Referendum costituzionale - Scontro Boschi-Cuperlo: "Chi vota ‘no’ vota ‘no’ come Casapound". Questa, e altre affermazioni (come quella diventata "virale" sui partigiani veri e i partigiani finti) stanno costellando - in negativo - la "resistibile ascesa" della seguace dalemian-renziana)
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La storia di Pubbliacqua e dei suoi "managers" alla Boschi o alla D'Angelis è la dimostrazione matematica della "Legge di Peter"... Riassumiamo da Wikipedia:
IL PRINCIPIO DI PETER
Il principio di Peter è una tesi, apparentemente paradossale, che riguarda le dinamiche di carriera su basi meritocratiche all'interno di organizzazioni gerarchiche. Noto anche come principio di incompetenza, esso fu formulato nel 1969 dallo psicologo canadese Laurence J. Peter, in un libro dal titolo "The Peter Principle", pubblicato nel 1969 in collaborazione con l'umorista Raymond Hull. Il saggio ebbe una notevole fortuna letteraria e ha conosciuto numerose edizioni e traduzioni.
Il principio illustrato dal saggio descrive in termini satirici gli effetti dei meccanismi che governano la carriera aziendale dei lavoratori, evidenziandone i risultati paradossali. Esso può essere concisamente formulato come segue:
«In una gerarchia, ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza»
Il principio di Peter va inteso nel senso che, in una gerarchia, i membri che dimostrano doti e capacità nella posizione in cui sono collocati vengono promossi ad altre posizioni. Questa dinamica, di volta in volta, li porta a raggiungere nuove posizioni, in un processo che si arresta solo quando accedono a una posizione poco congeniale, per la quale non dimostrano di possedere le necessarie capacità: tale posizione è ciò che gli autori intendono per «livello di incompetenza», raggiunto il quale la carriera del soggetto si ferma definitivamente, dal momento che viene a mancare ogni ulteriore spinta per una nuova promozione [...]
Nella storia tutta italiana (pardon... renziana) della Boschi e di D'Angelis, c'è qualcosa che si discosta nettamente dal "Principio di Peter". Anzichè la fine della carriera, c'è il principio, tutto italiano, del "promoveatur ut amoveatur": una volta stabilito per acta che né la Boschi, né D'Angelis sono "esperti in ingegneria idraulica" (per dirla con un francesismo, non ci capiscono una cazzo), non sono "esonerati" e basta, ma vengono promossi. A deputato, a direttore di un giornaletto "lecca-e-getta". Pantalone paga, Renzi non è capace neanche di arrossire, e insieme al suo "principino ereditario" Nardella si mette a cercare "i colpevoli". Se li scova, statene certi, Renzi & Nardella li cacceranno senza pietà.
Ma dove pensano di trovarli, fuori dal LORO Giglio Magico"?
Tafanus
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