Stresa Festival nel 2016 propone una nuova serie di eventi imperdibili sulle sponde del Lago Maggiore: siti di raro fascino come il Palazzo Borromeo sull'Isola Bella, la Loggia del Cashmere all'Isola Madre, l’Eremo di Santa Caterina del Sasso, la Rocca Borromeo di Angera, Ville e Chiese storiche diventano sedi dei concerti. La 55ª edizione di Stresa Festival si apre con la quinta edizione dei Midsummer Jazz Concerts, dal 19 al 24 luglio, che avranno luogo sul Lungolago La Palazzola, splendida location a cielo aperto sul lungolago di Stresa di fronte alle Isole Borromee, e al nuovo Centro Eventi Il Maggiore a Verbania.
La rassegna si chiuderà domenica 24 luglio, con l'esibizione della Roberta Gambarini Band, composta da Roberta Gambarini (voce), Sullivan Fortner (pianoforte), Ameen Saleem (basso), Quincy Phillips (batteria), Roy Hargrove Quintet, Roy Hargrove (tromba e flicorno), Justin Robinson (sax alto e flauto), Sullivan Fortner (pianoforte), Ameen Saleem (basso), Quincy Phillips (batteria). Appuntamento alle ore 21.00, presso il lungo lago di Stresa.
Per biglietti e abbonamenti: http://www.stresafestival.eu/
PER CHI NON CONOSCE ROBERTA GAMBARINI
Roberta Gambarini, l'italiana d'America - L'intervista di Andrea Morandi - Repubblica
Da Torino a New York, tra Carnegie Hall e Lincoln Center; dalle prime lezioni di clarinetto alla nomination ai Grammy: Roberta Gambarini è stata capace in poco più di 15 anni di cantare con Herbie Hancock e Ron Carter, Dave Brubeck e Hank Jones. Ormai cittadina di New York, stasera è di ritorno in Italia, al Blue Note. Ma resta un'italiana da esportazione, che ha saputo vincere la diffidenza degli americani: "Vedevano sul palco una donna dai tratti latini e non pensavano potesse essere una brava cantante jazz. C'è voluto tempo perché si fidassero"
Che effetto fa tornare in Italia a cantare? - "Mi piace molto, il pubblico risponde bene e spesso trovo aspiranti cantanti che mi chiedono consigli per avere un futuro in musica".
E lei che cosa risponde? Di venire in America? - "No, nemmeno New York è più quella di un tempo. Però è sempre meglio girare, confrontarsi con altre realtà. Non a caso due dei musicisti di questa sera, Luca Santaniello e Paolo Benedettini, sono italiani d'America".
Sul palco stasera c'è Kirk Lightsey, pianista già a fianco di Chet Baker negli anni Sessanta. Come vi siete conosciuti? - "Abbiamo suonato assieme molto tempo, è un amico ormai più che un semplice musicista. Ha 78 anni e un'energia incredibile. Un maestro vero".
Lei ha cantato a fianco di grandi come Herbie Hancock e Roy Hargrove. Chi l'ha segnata di più? - " Dei molti faccio quattro nomi fondamentali: Benny Carter, sassofonista già con Dizzy Gillespie e Miles Davis e tra i più grandi arrangiatori jazz di sempre; poi Clark Terry, che mi ha insegnato tutto sulla pronuncia, e James Moody. A differenza della musica europea, il jazz non si impara in accademia, ma per osmosi, osservando l'esempio degli altri".
Ne manca uno. - "Hank Jones, il pianista di Ella Fitzgerald, con cui ho inciso anche un album, You are there ".
Jones era anche l'uomo che accompagnò Marilyn Monroe durante la celebre serata in onore di Kennedy nel 1962 - "Sì, esatto, una persona unica, che aveva un talento e una forza interiore fuori dal comune. Questi mentori sono riusciti a insegnarmi tutto quello che sapevano con un entusiasmo incredibile. E trovarsi in studio col pianista di Ella fa tremare le gambe".
Chi sono invece le voci cui si ispira maggiormente? - "Ho una combinazione precisa: Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Mahalia Jackson, Dinah Washington, Billie Holiday e Carmen McRae. E poi anche Maria Callas, Mercedes Sosa e Leny Andrade".
Il suo prossimo progetto? - "Un disco di composizioni di Jimmy Heath, altro grande sassofonista. Ho finito di registrarlo da poco e siamo ai dettagli finali".
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