Faraaz Hossain, bengalese, musulmano, era al tavolo con Tarishi Jain, indiana di 19 anni, e Abinta Kabir. I terroristi gli avevano permesso di uscire dal locale ma lui ha deciso di non abbandonarle (di Katia Riccardi - repubblica.it)
DACCA - Il giorno dopo la strage di Dacca la lente ingrandisce ultimi attimi di vite comuni, di persone come tutti, importanti come tutti. E sono momenti che s'immaginano, dolorosi e a volte eroici. Come quelli di Faraaz Hossain, assassinato all'Holey Artisan Bakery insieme ad altre 19 persone.
I terroristi lo avevano risparmiato. Lui, vent'anni, musulmano, che il Corano lo conosceva e che era bengalese. "Uccidiamo solo stranieri", avevano detto. Ma Faraaz ha rifiutato di salvarsi, non ha abbandonato le sue due amiche.
Il commando dei sette jihadisti, le loro facce da famiglie benestanti, armati di machete e fucili, passavano tra i tavoli, tra gli ospiti, chiedendo un Allah imparato a memoria. Faraaz era uno studente di Economia, tornato in vacanza a casa il 18 maggio. Con lui c'erano due ragazze, che non avrebbero avuto il 'privilegio' di restare in vita. Troppo Occidentali.
Oggi il popolo dei social, quello che ha cercato oltre le foto pubblicate dai giornali tracce di quelle vite interrotte, lo saluta come un eroe. La sua storia, raccontata dai sopravvissuti alla nipote Hishaan, è stata raccolta e rilanciata dal New York Times e dall'Independent.
Faraaz Hossain, bengalese, musulmano, secondo il quotidiano britannico, era al tavolo con Tarishi Jain, indiana di 19 anni, e Abinta Kabir, entrambe studentesse del college americano Emory University. A Faraaz però era stato permesso di uscire dal locale insieme a un gruppo di donne che indossavano il velo. È stato lui a far notare che c'erano anche le sue amiche. Ma loro indossavano abiti occidentali e sarebbero morte.
Uno dei capi del commando le ha squadrate, e poi gli ha negato il permesso. Faraaz ha deciso di restare con loro ed è stato ucciso come altri, senza diventare un martire di una religione gridata da jihadisti solo per celebrare il male. Quando sono entrate nel locale, le forze speciali hanno trovato i loro tre corpi insieme. Le ragazze, hanno detto i familiari in seguito, sono state torturate a lungo prima di morire.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ora il mondo occidentale, e ciò che c'è ancora del mondo islamico moderato, devono decidere cosa fare di queste bestie. Devono decidere se andare avanti coi droni che ne beccano uno su mille, o se sporcarsi gli scarponi. I paesi occidentali dovranno pur decidere se adottare ognuno separatamente dagli altri politichette di "riduzione del danno", o affrontare compatti una seria guerra, che avrà un costo economico e in vite umane, ma in mancanza della quale continuerà e forse si aggraverà lo stillicidio di morti innocenti.
Il mondo occidentale ha abbassato la guardia, o sta facendo l'abitudine al peggio??? Ricordo l'invasione di cartelli "Je suis Charly" diventati virali su facebook all'epoca dell'eccidio presso Charly Hebdo. Ricordo di essermi dissociato da quella moda, con un cartello che recitava "Je ne sui pas Charly", perchè in un mondo in cui basta una piccola provocazione per scatenare follie omicide, forse non era il caso di produrre vignette sulle abitudini sessuali di Maometto. E avevo ricordato anche l'idiozia di un nostro politico con maglietta verde-patano d'ordinanza, causare - senza pagare pegno - la morte di 11 persone durante le manifestazioni di protesta presso il consolato italiano a Bengasi, nate per protesta contro una t-shirt idiota del nostro Grande Politico.
Oggi mi sarebbe piaciuto veder diventare virale una vignetta che proclamasse "Je suis Faraaz", ma purtroppo non mi sembra di notare questa proliferazione. Che i provocatori abbiano più meriti degli eroi silenziosi, che vanno via senza fare rumore?
Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus