Telenorba meglio della RAI?
Ritardi nei collegamenti. Disservizi continui. Tecnologie obsolete. E gare opache. Ma i dirigenti dell'epoca preferirono evitare di andare in Procura. Fino all'operazione trasparenza di oggi (l'Espresso del 5 Agosto 2016)
Non è la prima volta che Rai non garantisce i collegamenti per la copertura di fatti di attualità e di eventi di particolare importanza. È successo persino lo scorso 8 dicembre, in occasione dell'inizio del Giubileo, non un'emergenza, ma un appuntamento previsto da mesi. Disservizi, tecnologia obsoleta, ritardi nei collegamenti. E, in molti casi, appalti assegnati con procedure poco trasparenti. Eppure in viale Mazzini, da almeno tre anni, si stilano rapporti che evidenziano carenze e anomalie e che finiscono regolarmente protocollati e approvati. Durante la gestione di Luigi Gubitosi, direttore generale nel triennio 2012-2015, il capo dell'organo di controllo interno Gianfranco Cariola ne ha redatti ben 37. Di questi circa una ventina con "carenza grave o medio-grave" a causa di irregolarità nei bandi di gara, assenza di verifica sui fornitori, mancata trasparenza. Nessuno dei 37 audit, però, è stato mai trasmesso da Rai alla Procura della Repubblica.
Tra questi c'è anche il dossier che riguarda il Festival di Sanremo. L'edizione 2013, segnala il direttore dell'Internal Audit Cariola nel settembre di quell'anno, presenta un «rating critico e irregolarità nell'affidamento di luci e sistema audio». Su cinque partecipanti, in quattro rinunciano. A vincere l'appalto da 400 mila euro sono la Di.Bi Technology e la Friendship Sound, società del Gruppo Biancifiori. Il rapporto viene sequestrato due anni dopo, il 17 giugno 2015, quando gli uomini del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, comandati dal colonnello Cosimo Di Gesù, si presentano alle otto del mattino in viale Mazzini. Hanno scoperto che David Biancifiori è stato capace di accaparrarsi, oltre al bando di gara per le luci di Sanremo, anche altri appalti di servizi televisivi e persino quello per l'assistenza e la manutenzione delle tecnologie audio-video della presidenza del Consiglio sotto il governo Berlusconi, il tutto in cambio di pianoforti, vacanze in resort a cinque stelle e assunzione di parenti e amici di funzionari Rai, La7, Mediaset e Infront, la società advisor della Lega Calcio di serie A per i diritti televisivi.
Un giorno drammatico per gli amministratori del servizio pubblico. La mattina successiva all'intervento delle Fiamme Gialle viene convocato in tutta fretta il Consiglio d'Amministrazione. «Rai ha provveduto a trasmettere il rapporto di audit alla Corte dei Conti posto che, sulla base delle sole emergenze di audit, non pareva sussistessero profili di rilevanza penale», si legge nel verbale del CdA. A precisarlo è Salvatore Lo Giudice, capo degli Affari Legali della tv di Stato fino a ottobre scorso. Il dossier era stato infatti inviato dall'allora presidente Anna Maria Tarantola a Luciano Calamaro, magistrato della Corte dei Conti designato a partecipare alle riunioni del CdA. Nello stesso verbale, il direttore generale Gubitosi fa presente che «delle sei persone coinvolte nella vicenda, due sono a riposo e quattro ancora in servizio». Segue una nota stampa in cui si «assicura la massima collaborazione ai magistrati» e si precisa che «l'area era sotto indagine, oggetto di verifiche interne che hanno comportato interventi organizzativi e disciplinari». Un'agenzia finisce per titolare "Tangenti: l'inchiesta sarebbe partita da segnalazioni della Rai", quasi fosse stata la tv pubblica a inviare gli audit in Procura e a chiamare la Guardia di Finanza. Non lasciano fraintendimenti, invece, le parole del Gip Pier Luigi Balestrieri che nell'ordinanza di sospensione dall'esercizio di pubblico servizio nei confronti dei funzionari coinvolti mette nero su bianco: «Il sistema degli appalti è strutturato in modo tale che solo le aziende che pagano le tangenti a funzionari Rai possono aggiudicarsi gli appalti».
Quello di Sanremo non è l'unico rapporto rimasto lontano dalle scrivanie dei magistrati della Procura di Roma. Ci sono anche le carenze segnalate per "l'affidamento e la gestione degli appalti di ripresa in movimento per il Giro d'Italia 2012 e le due edizioni precedenti", evidenziate da Cariola nell'agosto del 2014, e l'acquisto della sede Dear in via Nomentana, quella con gli studi più grandi. Nel 2008 l'allora direttore generale Claudio Cappon stabilisce che l'immobile vale 40 milioni di euro. Tre anni dopo si procede all'accordo e il vice direttore generale Gianfranco Comanducci chiude per oltre 50 milioni. Ben 10 milioni in più. I soldi finiscono alla Studi Dear srl, proprietà controllata da una società anonima lussemburghese, e il contratto finale non viene sottoposto al CdA. Comanducci non è d'accordo sulla ricostruzione e ha già minacciato di sporgere querela alla trasmissione "Report" che qualche mese fa ha raccontato l'episodio. A fare chiarezza sarà la Procura guidata da Giuseppe Pignatone che nell'ottobre del 2015, dopo l'arrivo del nuovo direttore generale Antonio Campo Dall'Orto, si è fatta consegnare i 37 audit. Passa qualche giorno e il capo del legale Lo Giudice, figlio dello storico difensore di Bettino Craxi, arrivato in Rai con la gestione di Mauro Masi, se ne va dall'azienda. Dimissioni non proprio spontanee. «Si è incrinato il rapporto fiduciario», chiosa Campo Dall'Orto. Più concretamente, Lo Giudice non avrebbe rispettato le indicazioni di trasparenza del neodirettore generale e avrebbe persino organizzato, a sua insaputa, un incontro con la Procura, tramite un avvocato esterno. Quel periodo tra ottobre e novembre, del resto, è infuocato, nel senso letterale del termine. Una notte l'auto del capo dell'Internal Audit Cariola finisce in fiamme. Un episodio «di chiaro intento intimidatorio», ammette la Rai. Ma le indagini successive ora svelano un quadro, se possibile, ancora più inquietante. Ad andare in fumo è una Range Rover bianca, identica a quella del capo dell'anticorruzione Rai, ma rubata qualche giorno prima e portata sotto casa di Cariola per essere bruciata. La sua invece è stata ritrovata in Germania, venduta a un ignaro signore tedesco dopo essere passata dalla Romania.
Da quel momento in poi i rapporti con la Procura si fanno più frequenti e Cariola redige un'altra decina di rapporti tra cui la gara europea per i collegamenti in diretta da Roma. A vincere l'appalto da quasi 2 milioni di euro è Newscore, una srl costituita il 14 luglio 2014 e iscritta in Camera di commercio di Milano il 24 di quel mese. Sei giorni prima dell'apertura delle buste. Nel febbraio 2016 Cariola, come ha rivelato "l'Espresso" a fine maggio, riscontra nell'aggiudicazione carenze rilevanti con tanto di "red flag" e anomalie disseminate un po' ovunque. L'affidamento è dato in base al criterio del "prezzo più basso", annota il direttore dell'anticorruzione, «meno efficace rispetto alla natura del servizio da affidare», e il capitolato tecnico «è risultato generico nella descrizione». Peggio, «tra il capitolato e il disciplinare di gara ci sono differenze rispetto ai tempi in cui l'aggiudicatario avrebbe dovuto disporre delle capacità tecniche e professionali», comprese le autorizzazioni per l'uso delle frequenze da parte del ministero dello Sviluppo Economico: per il capitolato dovevano esserci alla presentazione dei documenti; per il disciplinare quattro mesi dopo l'aggiudicazione. E poi c'è la questione della compagine societaria: Newscore, quando partecipa alla gara, è posseduta al 30 per cento da Riccardo Barbieri e al 70 per cento da Comintech, la quale a sua volta è controllata da fiduciarie che «non permettono l'identificazione dei soggetti aventi la titolarità effettiva della partecipazione» denuncia Cariola, anche se l'avvocato di Comintech è di tutt'altro avviso: «Quali scatole cinesi? Abbiamo fornito alla Rai i nominativi dei fiducianti. E servizi con un livello di affidabilità superiore al 99 per cento».
La gara prevede che la società debba garantire i collegamenti con una troupe e un'unità extra di supporto per eventi di particolare importanza come l'apertura della Porta Santa, la cui diretta è saltata. Newscore, del resto, quando si tratta del Santo Padre pare aver bisogno di un miracolo. Pochi mesi prima doveva raggiungere l'aeroporto di Ciampino per immortalare il rientro del Papa dal viaggio a Cuba e in Usa. Purtroppo la metropolitana di Roma quel giorno era fuori uso, le strade congestionate, insomma c'era traffico, si sono giustificati. E le penali previste dal contratto vengono applicate solo due volte. Lo precisa il legale di Comintech: «I disservizi sono stati causati da forza maggiore, si sono verificati esclusivamente nelle due occasioni citate e esclusivamente in relazione a tali episodi sono state applicate le penali».
Le penali in realtà sono due, ma i disservizi di più, tanto che una penale è stata applicata per il mancato collegamento dalla direzione del Pd. A dirlo sono le "Osservazioni di Direzione Produzione e Direzione Acquisti della Rai al rapporto di Cariola". Nonostante infatti il capo dell'Internal Audit prima di stilare il dossier lo abbia discusso con le due direzioni, ad aprile scrivono una lettera a Campo Dall'Orto e redigono un nuovo rapporto che tenta di smontare punto per punto le analisi di Cariola.
«Il servizio è stato di discreto livello», «il rating negativo assegnato appare poco comprensibile», e ancora sono «troppe le lacune e le incongruenze osservate» che evidenziano un «giudizio pericoloso e incoerente», si legge nei documenti riservati. E intanto tra audit e contro-audit passa un anno e il contratto arriva alla sua scadenza naturale. Rai poteva usufruirne per altri 12 mesi, ma il direttore generale ha preferito non rinnovarlo. Per la gara relativa "ai servizi di ripresa elettronica leggera per le testate giornalistiche a Roma" ha scelto invece di agire con forza e l'ha revocata. Non accadeva da anni. In ballo 10 milioni di euro, suddivisi in quattro lotti, tra i vincitori anche Newscore, ma per la nuova direzione il ribasso era eccessivo. Nel frattempo, qualche giorno fa, ad aumentare la confusione, il Tar del Lazio ha però respinto la richiesta di un concorrente di Newscore, la H24+, che aveva richiesto l'annullamento dell'aggiudicazione per l'illegittimità dei provvedimenti adottati da Rai nella gara. Lo stesso Tar che a inizio giugno ha annullato anche il provvedimento dell'Antitrust che aveva sanzionato una ventina di società di servizi di post-produzione. Secondo l'accusa avevano un obiettivo: truccare le gare, innalzare i prezzi degli appalti e ostacolare i concorrenti. Per il Tar non è stata individuata la prova del raggiungimento dell'intesa illecita, ma l'Autorità ha già chiesto all'Avvocatura dello Stato di impugnare la sentenza.
Alla fine Cariola, che ad ogni audit si è fatto un nemico in più, ha preferito lasciare Rai, nonostante Campo Dall'Orto abbia tentato di trattenerlo. Pubblicamente ha motivato la scelta con ragioni di "opportunità professionale", ma le dimissioni irrevocabili le ha comunicate una sera di fine maggio, subito dopo l'articolo de "l'Espresso" sulla vicenda Newscore. «Ha ricevuto molti insulti quel giorno», confida un suo amico, uno dei pochi con cui ha condiviso le preoccupazioni. «Negli ultimi mesi era turbato. Le reazioni sono state violente, a partire dall'episodio dell'auto». E così una delle figure chiave della governance Rai, a capo del controllo dell'anticorruzione, ha raccolto le ultime carte e preparato gli scatoloni. Meglio andare a lavorare in Ferrovie.
L'ennesima uscita da viale Mazzini negli ultimi mesi. Le prime linee della Rai gestione Gubitosi sono state azzerate. Dopo Lo Giudice è arrivato il turno anche di Costanza Esclapon, la "milleborsefirmate" responsabile delle relazioni esterne, quindi è stata la volta del direttore delle risorse umane Valerio Fiorespino, in Rai fin da giovanissimo, entrato in polemica poco prima di andarsene sulle procedure di assunzione di dirigenti esterni, e alla fine di Luigi De Siervo. Da meno di due mesi, l'ex numero uno di Rai Com, è diventato il nuovo amministratore delegato di Infront Italia e giura che ripulirà la società e riuscirà a far dimenticare le inchieste della Procura di Milano e i sospetti di turbativa d'asta per l'assegnazione dei diritti tv della serie A. L'ultimo ad essere stato messo alla porta è Carlo Nardello. Entrato in Rai nel 2000, "Ebola", come viene "affettuosamente" soprannominato, dopo essere stato promosso da Gubitosi a capo staff era finito a occuparsi dello sviluppo strategico e a gestire il futuro della Rai. E così, mentre è partita l'operazione trasparenza con le retribuzioni di dirigenti e giornalisti Rai pubblicate online, comprese quelle da capogiro di manager tutelati da contratti con buonuscita molto onerosa, l' "alieno", come chiamano Campo Dall'Orto in viale Mazzini, ha fatto piazza pulita. Dal settimo piano c'è chi osserva che «è come al comune di Roma: non basta ruotare o cambiare i dirigenti per evitare i rischi. Qui ci sono ancora pezzi importanti di azienda che vanno per i fatti loro». Per trasformare la Rai in una media company trasparente capace di confrontarsi con la concorrenza europea di certo occorrerà trovare un nuovo capo dell'audit. E c'è da chiedersi se ci sarà mai qualcuno disposto a candidarsi.
GRAZIE AI POTENTI MEZZI MESSI A DISPOSIZIONE DALLA RAI... - I colleghi della sede regionale pugliese sono stati fra i primi ad arrivare sul luogo del disastro, ma si sono trovati nell'impossibilità di trasmettere per l'inadeguatezza dei mezzi a disposizione», sentenzia l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti della tv pubblica. Il 12 luglio, quando nella tarda mattinata due treni si scontrano nella campagna della Murgia provocando la morte di 23 persone, i giornalisti di Rai Puglia raggiungono immediatamente i convogli squarciati, ma non sono in grado di andare in onda e per tutto il pomeriggio hanno problemi tecnici con la diretta. Le altre tv, compresa l'emittente locale Telenorba, riescono invece a trasmettere subito le immagini dei vagoni sbriciolati e dei pezzi di lamiera volati tra gli ulivi lungo quel binario unico con un sistema di segnalazione arretrato.
...e un dubbio sorge spontaneo... oggi persino mia moglie, negata per qualsiasi cosa che odori di strumenti di comunicazione, è in grado di filmare qualcosa col suo smartphone e di metterlo online in tempo reale. Davvero le immagini del disastro non sono state trasmesse "per ragioni tecniche" ??? Con tutto il rispetto... mi permetto di dubitare.
Tafanus
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