E due. Dopo il lavoro offerto all’ingegnere Pier Francesco Boschi, 28 anni, da parte della Cmc di Ravenna ecco un’altra grande cooperativa rossa che sceglie tra tanti commercialisti proprio Emanuele Boschi, 33 anni, per seguire la ristrutturazione societaria più delicata della sua storia (di Marlo Lillo - Il Fatto)
Boschi jr (la sorella ministro ha due anni in più) ha ricevuto un incarico di consulenza per oltre 150 mila euro dal Ccc di Bologna, il Consorzio Cooperative Costruzioni nato nel 1912 con il nome di Consorzio fra le cooperative di birocciai, carrettieri ed affini. L’incarico sarebbe top secret visto che il Ccc ed Emanuele Boschi non hanno voluto offrire dettagli né tanto meno la cifra esatta del compenso. Il Fatto ha tentato di contattare Boschi tramite l’ufficio stampa della sorella ma non ha ottenuto risposta [...]
Il Ccc, in profonda crisi come molte coop rosse, ha tenuto immobili, partecipazioni, debiti e 86 dipendenti. Un po’ acciaccato dagli anni e dalla crisi, sbrigherà le sue faccende lasciando libera la nuova società Integra di correre con gli ordini e gli appalti in corso senza la zavorra delle passività. L’obiettivo, ambizioso, è quello di salvare con gli utili anche Ccc.
Si tratta di un’operazione di sistema per le coop che interessa indirettamente anche la politica. Ccc ha in corso lavori delicati come il People Mover, il treno leggero tra l’aeroporto e la stazione di Bologna sull’assegnazione del quale è in corso il processo per turbativa di gara. In passato Ccc è stato coinvolto in altre inchieste come quella sul “sistema Sesto San Giovanni” e su Filippo Penati che si sono chiuse con assoluzioni o prescrizioni. I consulenti impegnati sono una decina, dall’ex giudice costituzionale Sabino Cassese al privatista Massimo Zaccheo fino all’avvocato Marco Annoni.
Il team che ha seguito più da vicino l’operazione è composto di cinque professionisti. La parcella per tutti alla fine dovrebbe essere pari a circa 800 mila euro. Due su cinque sono vicini al mondo cooperativo emiliano: il commercialista Domenico Livio Trombone, modenese, presidente di Carimonte holding nonché sindaco di Cpl Concordia, Unipol e Coopsette poi nominato anche presidente di quel che resta di Ccc; il professor Pier Luigi Morara, consigliere di Unipol e Camst.
Segue il terzetto più vicino al giro renziano: l’avvocato Leonardo Romagnoli, 55 anni, nominato dalla giunta Renzi nel 2009 nel consiglio della Ataf Spa, la municipalizzata dei trasporti, studio a Firenze, nel 2015 nominato anche commissario straordinario del gruppo Cantarelli di Cortona dal ministero retto allora da Federica Guidi. Poi c’è il tributarista Jacopo Lisi, che nel 2015 ha preso con un collega un altro incarico da 36 mila euro per la scissione della Silfi, la municipalizzata dell’energia di Firenze, il cui presidente è Federico Lovadina, socio di studio di Boschi jr e Francesco Bonifazi, avvocato deputato e tesoriere del Pd.
L’operazione, avviata nel giugno del 2015, ha dato vita a Integra: 42 milioni di euro di capitale, due miliardi di portafoglio lavori, il nuovo soggetto continuerà a fare il mestiere dell’antico Consorzio Ccc, cioé gestire le gare per le tante coop consociate per un giro di affari di 6 miliardi. Onorato è ora il presidente e direttore generale della nuova Integra mentre Domenico Livio Trombone è il presidente del consiglio di gestione della vecchia Ccc al quale restano comunque 210 partecipazioni.
Il Giornale a luglio ha scritto di “una serie di incontri avvenuti nei mesi scorsi presso lo studio di Francesco Bonifazi, avvocato, parlamentare e tesoriere del Pd nonché ex fidanzato del ministro Maria Elena Boschi”. Attorno al tavolo, secondo Il Giornale, ci sarebbero stati Bonifazi, l’avvocato Romagnoli, il presidente Onorato e Emanuele Boschi. Insomma lo zampino di Bonifazi ci sarebbe ma la parcella – risulta al Fatto – è tutta di Boschi.
Il suo compenso non si discosta molto da quella degli altri quattro componenti più anziani del team: Lisi, Romagnoli, Morara e Trombone, e dovrebbe essere di poco superiore ai 150 mila euro, solo per lui. Non male per un professionista 33enne assunto in Banca Etruria nel 2007, quando il padre non era ancora consigliere, e poi per 5 anni process analyst e per due anni cost manager della banca, due posizioni che poco hanno a che fare con le ristrutturazioni societarie. Emanuele ha avuto la buona idea di defilarsi alla vigilia del crac della banca nella quale il vicepresidente era ormai il padre Pier Luigi, nell’aprile del 2015 è andato a lavorare a Firenze nello studio BL di Francesco Bonifazi e Federico Lovadina in via Mantellate 9. Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi e Federico Lovadina vengono tutti dallo studio Tombari di Firenze. Non stupisce quindi che l’amico del ministro abbia preso sotto la sua ala il fratellino. Stupisce invece la rapidità con la quale il giovane Boschi ha superato il reddito dichiarato dal suo mentore. Bonifazi, nel 2013, quando è diventato deputato, dichiarava appena 86 mila euro, saliti nel 2014 a 174 mila e nel 2015 a 270 mila euro.
Emanuele Boschi con la sua parcella da 150 mila euro da Ccc ha fatto arrossire il maestro. Dal giugno 2015 Boschi jr. è anche presidente della società Mantellate Nove Srl di cui Bonifazi e Lovadina sono soci al 25 per cento ciascuno.
Sarebbe molto interessante sapere a quanto ammonta il reddito complessivo di Emanuele Boschi nel 2015, per farsi un’idea del rilievo proporzionale dell’incarico. In fondo parliamo del fratello del ministro, legato al tesoriere del primo partito italiano, partito legato alle coop rosse da una storia antica. La pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi dei congiunti dei ministri serve anche a questo. Peccato che sia Emanuele, che lavora per la coop rossa Ccc, sia Pier Francesco – dipendente della coop rossa Cmc (socia a sua volta di Ccc) – non hanno dato l’assenso alla pubblicazione delle loro dichiarazioni dei redditi dal 2013 a oggi.
Marco Lillo
...Maria Elena Boschi potrebbe aspirare al titolo di "Più grande Postificio Italiano". Nessun errore del proto... Non volevo scrivere "pastificio", ma proprio "postificio". Maria Elena non produce pasta, ma posti. Insomma, non può essere vista come una concorrente della Barilla, ma piuttosto del mitico "zì Remo", nome d'arte (o di mestiere?) di Remo Gaspari, il 16 volte ministro DC che ha speso la sua vita a ricevere "in udienza" questuanti di tutti i tipi e di tutte le dimensioni. Zì Remo ha "sistemato" in vita sua tanta brava gente... Insomma, un benefattore dell'Umanità, ma soprattutto dell'Abruzzo, e senza distinzioni di classe e di rango.
Zio Remo in Abruzzo - Tra i suoi tanti soprannomi si ricordano quelli di "Duca degli Abruzzi", "San Remo" e "don Rè" tutti a causa dell'immenso potere che aveva nella sua regione natale, oltre a quello ormai famosissimo di "zio Remo". Sono passate alla storia le sue "udienze", incontri con gli elettori abruzzesi nei quali questi chiedevano favori e raccomandazioni. Addirittura leggendarie sono le udienze estive tenute in spiaggia mentre era in vacanza a Vasto con i suoi familiari (Wikipedia)
Sistemava con la stessa generosità postini, bidelli, farmacisti e consiglieri d'amministrazione. Un grande precursore del "mi-manda-piconismo". Lo abbiamo rimpianto, quando all'età di 90 anni ha smesso - per causa di forza maggiore (la morte)"di ricevere in udienza", ma niente di irrimediabile. Adesso abbiamo il "mi-manda-maria-elenismo".
P.S.: Cara Maria Elena, conosco una ragazza, Teresa Boschi, che pur portando il tuo cognome, non è riuscita a scoprire neanche una parentela di quinto grado con te. Però è una brava ragazza (anche se non è di Firenze), è ha una solita esperienza da intervistatrice part-time in almeno cinque sondaggi politici per telefono. Non è che avresti per lei un posticino da Presidente dell'ISTAT?
Tafanus
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