Non facciamoci illusioni: lungo la "faglia appenninica", avremo ancora e spesso terremoti "catastrofici".
Breve premessa "divulgativa" - Gli Appennini nascono in milioni di anni per il "combinato disposto" della "placca euroasiatica" che preme sul Mediterraneo con direzione est>ovest, e della placca africana che contemporaneamente spinge con direzione sud-ovest>nord-est. Massimo della "divulgazione possibile": pensate ad un listello sottile di legno: incurvatelo leggermente, e poi continuate a premere alle due estremità. Se il legno è abbastanza elastico, fino ad una certa pressione di incurverà, poi, improvvisamente, si spezzerà.
Negli Appennini, per milioni di anni, è successa la stessa cosa. La spinta ha innalzato la terra "schiacciata" dalle due placche (e da altre secondarie); ma quando la terra non ce la faceva più a reggere, si "spaccava": si creava una faglia. Questo fenomeno - come una fionda, liberava di colpo tutta l'energia caricata gradualmente durante la fase di compressione. Ma gli Appennini hanno una struttura più complessa rispetto ad un listello di legno dell'Ikea, quindi le "rotture" che creavano delle faglie non erano così nette e definitive come quelle che si ottengono comprimendo un listello di legno.
Il sottosuolo italiano è una struttura complessa, dove trovano posto masse rocciose ed omogenee, rocce frantumate, arenarie, argille, strati sedimentari di vario genere, ampiezza e compattezza. La "rottura" principale" scarica e consuma la maggior parte dell'energia accumulata per la compressione, ma lo stato "caotico" del sottosuolo tende a provocare una lunga coda si scosse, generalmente decrescenti, tendenti a "risolvere" le instabilità morfologiche e dinamiche create dalla scossa principale, Da qui la scia abbastanza lunga di scosse secondarie.
Parlare di "faglia appenninica" è comodo ma sbagliato. La "faglia appenninica" non è un unicum compatto come la faglia della California (quella dalla quale gli americani si aspettano, prima o poi, il c.d. "big one", un terremoto che potrebbe avere effetti catastrofici. La "faglia appenninica" è un sistema più complesso. E' un sistema di centinaia di faglie più o meno grandi, "accatastate" ed affollate lungo l'asse appenninico, e in parte in un'ansa che riguarda principalmente il nord-est e le zone dolomitiche. Quindi oggi parlare di strumenti previsionali è follia. Le uniche cose che sappiamo sono di carattere probabilistico, e non deterministico. Sappiamo che lungo la "faglia appenninica, in media ogni 5 anni, la bestia "arriva". Non sappiamo quando esattamente, non sappiamo dove esattamente.
Il "sistema" di faglie in Italia (zone sismiche)
Aggiungiamo un ulteriore elemento di complicazione: da tempo i meccanismi che riguardano l'azione delle placche continentali sugli Appennini ha cambiato di segno: oggi non siamo più in una fase di "compressione", ma in fase "estensiva". In altri termini, le due placche principali non tendono ad avvicinarsi ancora, ma ad "allentare la pressione". Il primo segnale è che da anni gli Appennini "si abbassano", mentre per millenni si sono prima creati, e poi sono cresciuti in altezza, il tutto per compressione.
E' meglio o è peggio? Nessuno può dirlo. L'allontanamento delle placche può creare danni altrettanto gravi, solo - e forse - con risultati e svolgimenti diversi. Probabilmente, rispetto ai terremoti "da compressione" (rapidi e abbastanza superficiali) quelli "da estensione" potrebbero essere più profondi. Terremoti con ipocentro profondo interessano aree più vaste, e in teoria con effetti meno devastanti in area epicentrale. Ma è solo un'ipotesi, perchè il tutto poi dipende dal "caos" della morfologia della zona interessata. Poco studiata, molto"scomposta", varia, disordinata... E' la base di ciò che lo Spallanzani definiva "sfasciume geologico".
Cosa si può/si deve fare per la prevenzione? Partiamo da un altro preambolo divulgativo: perchè ci sono due scale molto famose (Mercalli e Richter) per definire l'intensità di un terremoto? e in cosa differiscono? La risposta è abbastanza semplice.
La Scala Mercalli è costruita sugli effetti visibili del terremoto, ed è piena di parametri soggettivi (vedi tabella): le case crollano? se crollano, siamo ad un gradino della Scala Mercalli. Se non crollano, siamo ad un altro gradino. Ma è chiaro a tutti che sulla base di questi criteri, scritti quando le case si costruivano quasi tutte nello stesso modo, non si va da nessuna parte... Il terremoto di Amatrice ha fatto crollare quasi tutte le case (costruite in genere per sovrapposizione di pietre e calce), ma non le poche più moderne e ben costruite, seguendo regole antisismiche.
La Scala Richter cerca invece di esprimere la quantità di energia liberata (espressa in joule) dal sisma. Un criterio più oggettivo, ma che dice poco sui danni che produrrà un certo terremoto. A parità di energia liberata, un sisma può radere al suolo Amatrice, e potrebbe creare solo un po' di panico momentaneo in un grattacielo Sony di Tokio. Non c'è niente di più sbagliato che tentare assurdi parallelismi fra gradi Mercalli e gradi Richter, anche se ogni tanto qualcuno ci prova....
Come si deduce da questa che è una delle più note tabelle "comparative" fra Magnitudo Richter" e "Scala Mercalli", l'operazione è assolutamente superata dai tempi e dai modi di costruzione... Se si confronta il 6,1 Richter (prossimo alla magnitudo del sisma di Amatrice) con l'equivalente - secondo la tabella - Grado VII della Scala Mercalli, si può verificare l'infondatezza di simili tentativi. Al settimo grado la scala Mercalli descriverebbe così il Sisma di Amatrice:
Grado VII Mercalli - "Tutti fuggono all'aperto; danni trascurabili ad edifici di buona progettazione e costruzione; da lievi a moderati per strutture ordinarie ben costruite; avvertito da persone alla guida di automobili"
Allora la politica e le istituzioni non dovrebbero parlare di "terremoto catastrofico" per un sisma 6.0 Richter, perchè lo stesso terremoto, che è stato senz'altro "catastrofico" ad Amatrice, sarebbe stato non catastrofico a Norcia (ricostruita con criteri antisismici), e avrebbe avuto la valenza di un breve disturbo della vita quotidiana a Tokio.
La politica. Non questo o quel politico. E' dall'unità d'Italia che la politica di qualsiasi colore e qualità, su temi come la prevenzione, la manutenzione del territorio, la "tolleranza zero" verso i trasgressori, è assente. E il perchè è facile da immaginare. I costi di prevenzione e manutenzione del territorio portano vantaggi prospettici alle generazioni future; i soldi risparmiati non facendo prevenzione e manutenzione possono essere devoluti in mancette e marchette a beneficio della odierna classe dei cittadini- elettori. E si spera sempre che non succeda nulla, e di poter lasciare i costi dello "sfasciume geologico" alle generazioni future. Ma la natura si vendica, e qualcosa succede sempre...
Paradigmatico l'incrocio dei destini di Ventotene ed Amatrice. Renzi va a fare il bacio della pantofola a Merkel per elemosinare 10 miliardi. In regalo? No. La Merkel ci permette di spendere 10 miliardi nostri in deficit, che andranno ad accrescere il già gigantesco debito italiano (nostro), e il costo degli interessi (nostro). Per mettere a posto il territorio? Per rendere sicuri almeno gli ospedali e le caserme dei VV.FF. che dovrebbero salvarci dall'incuria del resto del territorio? Macchè...per altre marchette sotto forma di "meno tasse per tutti" (già sentita)...
Poi arriva Montezuma, sotto forma di terremoto, e si vendica: Renzi ottiene il permesso di indebitarsi per altri 10 miliardi di euro, ed ecco che arriva Montezuma che ne chiede e ne polverizza 20. E ora, l'unica "marchetta" possibile - anzi, doverosa - è quella che riguarda non 10 milioni della "generation 80 euri", ma quella - elettoralmente insignificante - di 5.000/10.000 abitanti. WOW!
L'Italia, ancora una volta, pagherà 100 per curare le sue ferite, quando avrebbe potuto evitare di ferirsi spendendo 10.
Scrive il geologo Mario Tozzi sul Secolo XIX
[...] Questo terremoto è decine di volte meno energetico di quello dell’Aquila, eppure i danni sembrano maggiori (non le vittime: molto più scarsa è la densità di popolazione). Perché? Non dipende solo dalla geologia del sottosuolo, che può aver amplificato localmente le onde sismiche, ma soprattutto da come si è costruito e da quanto si è dimenticato. Non è mai il terremoto che uccide, ma solo la casa costruita male. La regione è sismica da sempre, ma le progettazioni del patrimonio costruito sono, nel migliore dei casi, non più efficaci. Ci vorrebbe un adeguamento antisismico e soprattutto ci vorrebbero controlli continui almeno agli edifici pubblici, che debbono continuare a funzionare nell’emergenza: ma qui l’ospedale di Amatrice crolla e le caserme reggono a stento.
Bisognerebbe spendere in prevenzione quando non ci sono terremoti: si risparmierebbero non solo vite, ma anche denari (un euro in prevenzione ne vale 8-10 in emergenza). Bisognerebbe dedicare le pubbliche risorse a questo e non a infrastrutture inutili e nuove costruzioni di cui non c’è alcun bisogno. Questo dovrebbero fare amministratori consapevoli e attenti. Questo in Italia non fa quasi nessuno. E, quando arriva il terremoto, sembra sempre che fino al giorno prima non ce ne siano stati [...]
E prima di ricominciare con la solita solfa della "fatalità" segnalo un altro articolo dello stesso Tozzi su Huffington Post
Tafanus
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