Trenta arresti per il Terzo Valico e la Salerno-Reggio. Arrestato il figlio di Monorchio (ex Ragioniere Generale dello Stato), indagato il figlio di Lunardi (ex Ministro dei Lavori Pubblici di Berlusconi) (di Fabio Tonacci e Giuseppe Scarpa - Repubblica)
Renzi alla Salini-Impregilo - "E' qui la festa"?
ROMA. Nell'amalgama di imprese colluse, di relazioni tecniche taroccate per illudere sul rispetto delle tempistiche, di funzionari corrotti, affonda il segreto del perché, in Italia, le grandi opere pubbliche non finiscono mai. E del perché, quelle volte che arrivano a conclusione, si scoprono giganti con piedi di cemento scadente. «Cemento che sembra colla», come dicono al telefono gli uomini che tale "amalgama" hanno creato attorno a due infrastrutture vitali per il paese - la linea dell'Alta Velocità Milano-Genova, l'autostrada Salerno-Reggio Calabria - e al progetto del "People Mover" (...englishish d'obbligo...), che dovrà collegare l'aeroporto Galilei e la stazione di Pisa.
Due inchieste separate dei pm di Roma e Genova, "Amalgama" e "Arka di Noè", condotte dal Nucleo Investigativo Provinciale del comando di Roma e dal Tributario dalla Finanza, hanno portato all'arresto di 30 persone in tutta Italia, con le accuse di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d'asta, tentata estorsione. Quattro di loro figurano in entrambe le indagini: il direttore tecnico Giampiero De Michelis, l'imprenditore Domenico Gallo (che pare avere legami con le 'ndrine di Piatì), Michele Longo e Ettore Pagani.
Non due nomi qualunque, questi ultimi. Oltre ad avere ruoli apicali nella Salini-Impregilo, il colosso delle costruzioni asso pigliatutto dei lavori pubblici in Italia (tra le altre cose, il Ponte di Messina), sono anche direttore e presidente del consorzio Cociv cui le Ferrovie dello Stato hanno affidato la realizzazione del Terzo Valico della Tav, un'arteria strategica tra Genova e Milano (del costo di 6,2 miliardi, fine lavori nel 2021). Nel consorzio, oltre a Impregilo, c'è la Condotte d'Acqua spa. Gli stessi attori del sesto macro-lotto della Salerno-Reggio Calabria, che ha richiesto un investimento per lo Stato di 632 milioni di euro.
Questo è il quadro. Ciò che racchiude la cornice è desolante, ma spiega molte cose. Il personaggio chiave è il "mostro", come è soprannominato De Michelis, il tecnico della Sintel di Giandomenico Monorchio chiamato per fare il direttore dei lavori delle tre opere, assumendo il ruolo di pubblico ufficiale. Il "mostro" conduceva le danze: invece di controllare le imprese subappaltatrici (tra cui anche la Rocksoil dell'indagato Giuseppe Lunardi, figlio dell'ex ministro del Pdl), ometteva. I procuratori aggiunti Michele Prestipino e Paolo Ielo l'accusano di non aver segnalato «le irregolarità nelle forniture di prefabbricati e nell'ingresso nei cantieri di mezzi e materiali non autorizzati», di essersi "dimenticato" di applicare penali per i ritardi, di aver permesso che venissero montati cordoli costruiti con calcestruzzo sbagliato. La sua "cecità" aveva un prezzo: ottenere appalti per aziende (Breakout, Oikodomos, Tecnolab, Mandrocle) riconducibili a lui e a Gallo. Per ottenere la compiacenza e chiudere qualche occhio, giravano anche mazzette e escort.
«Quel cemento sembrava colla, abbiamo rimandato indietro tre betoniere», si lamenta l'impresario Paolo Piazzai, quando si accorge di cosa erano fatte le miscele mandate dalla Breakout. Un suo collega aggiunge: «L'iniziale fornitura era acqua, la seconda non scendeva nemmeno dalla canalina e si intasava pure la pompa». In un altro caso il gruppo cerca di nascondere una gettata di calcestruzzo malfatta, priva delle le previste strutture di contenimento. «La cassaforma non c'era! Perché avete firmato una cosa così», sbraita al telefono un imprenditore con Jennifer De Michelis, la figlia del direttore d lavori. «Valuteremo se ci sono le condizioni per chiedere il commissariamento di alcuni appalti: se necessario, siamo pronti a farlo», spiega il presiden delI'Anac, Raffaele Cantone.
Proprio così. Cantone, un #OrgoglioItaliano portato da Obama come una Madonna Pellegrina in processione, è sempre pronto a commissariare DOPO, quando il danno è stato già fatto. E fa un certo effetto veder entrare in un cellulare quegli stessi managers Impregilo che solo poche settimane fa erano alla festa della Impregilo stessa, con Renzi che - quando si dice il caso - proprio in quell'occasione riesumava la salma del Mitico Ponte... Ma si sa, Renzi è "uomo del fare", che a furia di fare, adesso forse dovrebbe capire che si può (o si deve?) anche imbattersi in uomini del malaffare... Se Renzi togliesse il disturbo, credo che due terzi degli italiana (la c.d. "maggioranza qualificata) stapperebbe quella bottiglia di Dom Pérignon gelosamente conservata per anni...
Tafanus
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