Il vetero-democristiano Matteo Renzi, in perenne caccia di serbatoi di voti, sotto referendum riscopre i pensionati, fa il regalone agli evasori fiscali, e non si perde più un solo convegno della Coldiretti, pregiata, modernissima organizzazione fondata dal rivoluzionario DC Paolo Bonomi nel "diversamente vicino" 1944... C'era ancora la guerra, e Paolo Bonomi era già fondatore-presidente, carica che democraticamente ha mantenuto per soli 36 anni (fino al 1980) prima di passare la mano ad altri modernissimi DC.
Ora, a sei settimane dal referendum, il pupillo di De Mita e del Card. Betori ha riscoperto che forse la bonomiana Coldiretti è più moderna della "Eataly" dell'amico Farinetti. O forse no... Gli avranno mica spiegato che "Eataly fa molto "moderno & ggiovane", ma che Coldiretti ha 1.600.000 iscritti, con un enorme contorno - non quantificabile - di familiari e dipendenti?
Bandiera Gialla la trionferà
La cosa ha insospettito la simpaticissima Denise Pardo de l'Espresso, che ci ha regalato questo bel pezzo satirico (che qualche nostro amico definirà "sarcastico" (lemma che veicola il concetto di "odio", micacazzi...)
Bandiera Gialla per Renzi - Adotta caciocavalli. Va in sollucchero per bruschette con l'extra vergine. Accarezza zucchine (di Denise Pardo - L'Espresso)
Per gli esegeti dei segni della Balena bianca che si annidano in Matteo Renzi, cherchez Coldiretti, diletta del premier, a sua volta benvoluto da buona parte degli associati. Non pochi intimi, ma un esercito da un milione e seicentomila persone almeno, la più grande organizzazione agricola europea. Come sapevano bene le buonanime democristiane, una potenza di voti succulenta soprattutto in anni di carestie astensionistiche e in tempi di referendum e di Sì.
A marzo Renzi è alla cena di Coldiretti Lazio per gli studenti universitari di tutto il mondo. Il 31 maggio approda all'assemblea, 18 minuti di discorso, annunci di decreti interministeriali spediti a Bruxelles, saluto da standing ovation, viva la Coldiretti, viva l'Italia. Il 30 giugno migliaia di agricoltori e allevatori sventolano le loro bandiere gialle manifestando contro l'embargo russo (due anni, 600 milioni di perdite) e Renzi è appena tornato da San Pietroburgo alla ricerca della distensione con Mosca. A settembre è a Genola a La Granda con il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo a parlare di agricoltura e allevamento, lui che ha anche firmato il patto Salva-formaggio. Forse per questo lo accusano di essere un premier stagionato.
Per il ramo, insieme al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, si è speso molto tanto da cancellare Irap e Imu agricola. Quest'anno ha promesso di più. Al Mandela Forum di Firenze, il 29 settembre, ha dichiarato che annullerà l'Irpef agricola nel 2017. Plauso universale. Fino a quando il segretario generale Vincenzo Gesmundo non celebra dal palco il sostegno per il Sì. Una posizione politica così ufficiale da provocare in platea reazioni non proprio bucoliche.
Coldiretti politica, potente e cattolica lo è stata fin dalla fondazione nel 1944 da parte di Paolo Bonomi, storico presidente, e anche deputato Dc. La sede centrale non è posizionata a caso a Palazzo Rospigliosi vicino alla Corte Costituzionale e davanti al Quirinale. Dove alberga il gran notabile Dc Sergio Mattarella che da poco ha ricevuto in udienza privata Maria Letizia Gardoni, leader Giovani agricoltori. E a Roma, al Circo Massimo il mercato a Km zero è a zero chilometri dal mitico loft dove nacque il Pd di Walter Veltroni.
In Francia va come in Italia, presidenti e candidati non mancano di coccolare la Fnsea (Coldiretti d'oltralpe) e le mucche del Salon de l'agriculture. Renzi forse non è bandiera rossa né bandiera bianca. Ma bandiera gialla certo che Sì.
Denise Pardo
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