Lo confesso: per anni, una delle "donne di sinistra" che sono state al centro della mia simpatia e della mia incondizionata ammirazione, è stata la democristiana doc Tina Anselmi. Una "mujer verticales" che a 17 anni, dopo aver assistito suo malgrado all'impiccagione di 31 partigiani, si arruolò nella Resistenza (scusate... io la Resistenza la scrivo sempre con la iniziale maiuscola), consapevole "per conoscenza diretta" del fatto che stare nella Resistenza non era un gioco di società (come lo è per certe ragazzotte nostrane che si arruolano - o provano a farlo solo su feisbuc - nell'Isis, perchè hanno il ragazzotto marocchino...), ma era qualcosa che poteva portare ad essere appese ad una trave.
Il mio non vuol essere un coccodrillo gattopardesco post-mortem (di quelli che non si negano a nessuno...). I lettori più "datati" del tafanus ricorderanno che già dieci anni fa noi avevamo fatto il tifo per Tina Anselmi Presidente della Repubblica.
Adolescente, Tina Anselmi percorreva con la sua bicicletta da corsa le strade del Veneto, facendo la "staffetta", coi rotoli di istruzioni infilati nelle "canne" della sua bicicletta. A quei tempi, si poteva finire ammazzati per molto meno.
Tina Anselmi: una "mujer verticales" che ha insegnato "Dignità della Politica". Prima donna-ministro della Storia della Repubblica, quando nominare una ministra non rendeva molto, e quando FARE la ministra era un lavoro meno divertente e leggero di quanto non lo sia oggi.
Tina Anselmi, indimenticabile Presidente della Commissione d'Inchiesta sulla P2, che non si è chiusa con uno dei tanti rapportini edulcorati che si concludevano sempre con sconclusionate sintesi piene di congiuntivi e di condizionali, di tanti "si, ma anche", "... da un lato, ma dall'altro..." NO. Il lavoro conclusivo ha reso noto tutto il marcio della P2, ha pubblicato l'elenco dei piduisti preso a Castigion Fibocchi, e ha fatto nomi e cognomi di venduti della politica, e di ufficiali felloni di tutte le armi. Tina Anselmi non ha risparmiato nessun partito, a cominciare dal suo.
Tina Anselmi ministro della Sanità non ha fatto il #fertilityday, ma in compenso ha creato il Servizio Sanitario Nazionale, togliendo i malati dalle grinfie dei potentati delle cliniche private. E non è stata certo colpa della Anselmi se col tempo il servizio sanitario è stato stuprato dai politici che lo hanno usato come mazzettificio, e dai governi che lo hanno usato come "bancomat" dal quale prelevare, a spese dei malati, ciò che serviva per le GOE (Grandi Opere Elettorali).
Tina Anselmi Grande Ministro, ma sempre con quell'aria bonaria, fra quella della vecchia zia, e quella della contadina saggia... Niente a che vedere col Grande Patrimonio di Ministre che abbiamo oggi. A confrontare le foto delle nostre attuali Ministre (la Boschi, la Madia, la Pinotti col casco di lacca, la Giannini De l'Algoritmo, la Lorenzin del #fertilityday), tutte belle, tutte fresche di parrucchiere, tutte depilate, tutte assolutamente incompetenti, verrebbe da piangere. Sono sicuro che se inserissimo in un montaggio fotografico la foto della Anselmi fra le nostre Nuove Ggiovani Ministre, qualche giornalista giovane e straniero penserebbe che quella tizia così fuori posto non può che essere la colf (o al massimo la guardarobiera) delle Ministre della Repubblica.
Chiusa la sua carriera politica, la Anselmi si è dedicata con discrezione alla educazione delle nuove generazioni ai valori della Democrazia. Esemplare il suo libro "Zia, cos'è la Resistenza?", nel quale, immaginando di rispondere alle domande di una immaginaria nipotina, spiega in maniera piana e colloquiale cosa sia stata la Resistenza, quali contributi abbia dato, a quali principi si sia ispirata... Se ne consiglia la lettura non solo ai giovani veri, ma anche ai "ggiovani finti". Non basta andare col "chiodo" dalla De Filippi per essere classificati "ggiovani", se il patrimonio di idee (si fa per dire) è quello di Forlani...
E poichè se continuassi con parole mie potrei scivolare nel fazioso (lo confesso... sono incazzato nero), per il mio addio a Tina Anselmi io, komunista trinariciuto, mi affido alle parole di saluto di un personaggio che di tutto può essere sospettato, tranne che del "reato di komunismo": Rosy Bindi, di cui sposo tutte le parole, dalla prima all'ultima.
Tafanus
«Ciao Tina. Avremo sempre nel cuore e nella mente la tua forza gentile e il tuo coraggio di donna libera e profondamente credente. Hai combattuto fin da ragazza per la nostra libertà e la democrazia e non ti sei mai arresa: né di fronte alla violenza nazifascista, né quando si trattava di difendere la Repubblica dalle insidie dei poteri occulti della massoneria deviata e della P2. Ci hai insegnato il valore della laicità e della buona politica, che hai praticato per tutta la vita con intelligenza, rigore morale, fedeltà alla Costituzione e passione civile. Prima donna ministro, sei stata protagonista di riforme decisive che hanno cambiato in meglio la nostra società, stando sempre dalla parte dei più deboli e delle donne per affermare la dignità e i diritti di tutti».
Rosy Bindi
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