Il presidente voleva ispirarsi al Muretto di Alassio, ma completare 3 mila chilometri con piastrelle autografate da vip sarebbe stato impossibile (di Michele Serra - l'Espresso)
Con la posa della prima pietra - di un orribile marmo fucsia scelto personalmente da Trump - è iniziata la costruzione del muro tra Stati Uniti e Messico. Nel progetto originale il tracciato seguiva fedelmente la linea di confine tra i due paesi, ma per dare maggior significato simbolico al manufatto è stato modificato in modo da poter sconfinare in Messico e schiacciare alcune casupole, con gli abitanti dentro.
L'opera - Il muro sarà lungo circa tremila chilometri, con garitte di guardia ogni cinquecento metri. Per risparmiare sui costi le garitte non saranno affidate a guardie professioniste, ma a volontari armati fino ai denti desiderosi di sparare sui messicani. Per attirare la selvaggina, l'amministrazione Trump ha pensato a un ingegnoso espediente: lungo il muro verranno lasciati pennelli e secchi di colore. «I messicani non sapranno resistere alla tentazione di dipingere i loro fottuti murales - spiega John K. Dooley, responsabile dei problemi degli immigrati per l'amministrazione Trump - e così i nostri ragazzi potranno impallinarli più facilmente. Abbiamo scelto il modo migliore per salvaguardare le rispettive tradizioni dei due popoli: i messicani amano pitturare, gli americani sparare, non capisco che cosa abbiano da strillare quelle vecchie galline dell'Onu e le associazioni umanitarie dei miei stivali».
L'architettura - I modelli classici (Muraglia cinese, Vallo di Adriano) sono stati giudicati inadeguati ai tempi. Trump era molto attratto dal modello Muretto di Alassio, ma completare tremila chilometri con piastrelle autografe di vip sarebbe stato impossibile, anche reclutando le comparse dei telefilm più scalcinati e i concorrenti dei reality show indiani e pachistani. Si è preferito uno stile sincretico, un po' Las Vegas, un po' Costa Smeralda, un po' Emirati, che gli esperti hanno battezzato Art Nouveau Riche. «Visto da lontano - spiega l'architetto Karl P. Moosley, responsabile del progetto - il Muro sembrerà al tempo stesso anonimo e pretenzioso, tipico di chi ha un sacco di soldi e li spende malissimo. Mano a mano che ci si avvicina, ci si rende conto che effettivamente è proprio così: siamo di fronte a qualcosa di molto pacchiano, lesivo per il paesaggio, fintamente lussuoso anche se sostanzialmente dozzinale: è esattamente la traccia che l'America di Trump vuole lasciare ai posteri, e siamo orgogliosi di avere lavorato per questo». Lo staff di Moosley è composto da architetti sauditi, cinesi e di Arcore.
Le delegazioni - Per l'inaugurazione del Muro sono attese da tutto il mondo delegazioni di despoti e tiranni, con mogli sottomesse e vestite in modo assurdo per non mettere in soggezione Melania Trump. Gli addetti al cerimoniale hanno informato Trump che il bando contro i musulmani potrebbe limitare di molto il numero degli invitati, perché molti despoti e tiranni sono musulmani. Trump, piacevolmente colpito dalla notizia, ha confidato ai suoi collaboratori più stretti che questo lo spingerà a modificare il suo pregiudizio antislamico. Ospite d'onore Tutmosi XXXIV, ultimo erede della dinastia dei faraoni, che vive a Palm Beach in una piccola piramide e si guadagna da vivere come imbalsamatore di cani e gatti. Dall'Italia, in mancanza di tiranni credibili, una piccola delegazione composta da Matteo Salvini e Daniela Santanché. Smentito l'arrivo dalla Baviera, terra d'origine dei Trump, di Otto Hitler: sostiene di essere il pronipote del Führer ma la Cia ha informato Trump che forse è solo un mitomane, e dunque non sarà invitato.
I sondaggi - Dopo le prime mosse di Trump (il Muro, il bando contro i musulmani e l'addobbo della Casa Bianca con tendaggi dorati, esattamente come anticipato un mese fa in questa preveggente rubrica), i sondaggi confermano sostanzialmente l'andamento elettorale: a New York, Chicago, Washington, San Francisco, Trump è considerato uno spaventoso burino che distruggerà dalle fondamenta la democrazia. Nelle campagne, nei piccoli centri e tra le guardie carcerarie di Alcatraz, Trump è considerato il salvatore della Patria, nonché un uomo elegante e bellissimo. Non esistendo opinioni intermedie, è prevedibile in tempi brevi una nuova Guerra Civile americana, come per altro già anticipato, un paio di mesi fa, proprio in questa rubrica.
Michele Serra
SOCIAL
Follow @Tafanus