Ritorna ancora una volta alla ribalta, prepotentemente, la domanda che mi sono posto mille volte: "Ma dove c... li trova, la RAI, certi giornalisti" ???
Prendiamo l'ultimo esempio: stamattina su RaiSport vanno in onda i mondiali di nuoto da Praga. C'è la diretta della gara di tuffi femminili dai 20 metri. La telecamera inquadra delle bandiere molto leggere (e quindi "fotogeniche"), che fanno il loro mestiere: sventolano. Il solerte giornalista ne deduce che ci sia vento forte (esiziale per i tuffi da quell'altezza). Si informa - da chi non dice - e conferma: "si, c'è vento forte, che può creare problemi alle tuffatrici. Ci sono sette chilometri all'ora, con punte di otto".
Insomma, siamo al solito tentativo maldestro di aggiungere un "quid" di drammaticità ad un evento assolutamente tranquillo. E parlandosi di vento, i miei trentennali trascorsi da velista, di fronte alla drammaticità di un vento da 7 chilometri all'ora (i.e. da 3,6 nodi), ha un moto di ribellione. E riaffiora il Tafanus istruttore ai corsi di preparazione al conseguimento della patente nautica per la vela d'altura, che per anni la Lega Navale Italiana ha tenuto, a Milano, nei locali della Biblioteca Sormani...
Dunque, 3,6 nodi di vento. "VENTO FORTE". Nessun velista si sognerebbe, con venti di questa "forza", di compiere lo sforzo di tirar su un qualsiasi straccio di vela (non servirebbe a niente). Quando il "giornalista sportivo" di RaiSport (non so chi sia), dipendente dall'anno scorso dal Direttore della rete Gabriele Romagnoli (scrittore e poeta, nessuna esperienza di sport), nominato l'anno scorso "Direttore" di RaiSport dall'AD della Rai Antonio Campo Dall'Orto ('piezz 'e core di Matteo Renzi) straparla di "vento forte", il tafanus velista ha un moto di ribellione. Nessuno è obbligato a sapere cosa sia un "vento forte", ma se pretende di parlarne da giornalista, vada prima su google (non è difficile), digiti "forza del vento", e potrà trovare decine di siti per imparare cosa sia la forza del vento.
La scala universalmente accettata per misurare la "forza del vento" (ed evitare quindi si straparlarne), è la c.d. "Scala Beaufort".
Dunque, secondo la scala Beaufort il "vento forte" occupa il settimo grado della scala; è un vento compreso fra 28 e 33 nodi (cioè fra 51 e 62 kms/h); produce in media onde comprese fra i 4 e i 5,5 metri di altezza. Gli effetti visibili di un "vento forte" sono così descritti: "...I cavalloni si ingrossano. La schiuma formata dal rompersi delle onde viene "soffiata" in strisce nella direzione del vento..."
E ora vediamo cosa sia - sempre secondo la Beaufort - un "vento da 7, o addirittura 8 kms/h", descritto e paventato dal nostro mezzobusto: un vento così (fra 7 e 11 kms/h) è definito da Beaufort "brezza leggera". Per dire: con questo tipo di vento, le regate di Coppa America non prendono neanche il via. Questo ventaccio NON CONSENTE DI NAVIGARE DECENTEMENTE A VELA NEANCHE NELLE ACQUE PIATTE DI UN LAGHETTO. Solleva onde di ben 20/30 centimetri, ed effetti visibili che Beaufort descrive come "onde minute"...
P.S.: Per gli appassionati di fisica - La pressione esercitata da un fluido in movimento (per esempio l'aria) su un solido, è proporzionale al QUADRATO della velocità del fluido. Traduciamo??? il quadrato di 7 è 49; il quadrato di 55 è 3025. Quindi il nostro mezzobusto ha detto una cazzata quantificabile in 62 volte la realtà. Se si impegna, può fare anche di meglio.
P.S.2: chi volesse sapere chi siano i direttori di rete nominati da Antonio Campo Dell'Orto, ex costola destra di Renzi, può leggere questo articolo
Tafanus
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