Con Matteo Renzi, la comunicazione politica della sinistra italiana ritorna al ciclostile, e ai comizi del capo che gira l'Italia peggio di Bruno Vespa per presentare il suo libro, di cui non frega niente a nessuno.
Mettere in fila i fallimenti del renzismo nel campo della comunicazione della sinistra, è forse più doloroso che inutile. La storia dei fallimenti a ripetizione dell'Unità, dei suoi cugini e figliastri, è quanto di meno edificante si possa immaginare.
Once upon a time... c'era l'Unità, giornale fondato da Antonio Gramsci nel 1924... Il "Giornale degli Operai e dei Contadini". Giornale "orgogliosamente di sinistra", e al tempo stesso giornale di cui la sinistra era orgogliosa. Negli anni in cui la Sinistra era un partito di sinistra, l'Unità aveva conosciuto i fasti delle 200.000 copie al giorno di diffusione. Altri tempi. I Direttori, nel tempo, avevano nomi di tutto rispetto. Si chiamavano - solo per citare i più noti - Girolamo Li Causi, Mario Montagnana, Pietro Ingrao, Alfredo Reichlin, Giancarlo Pajetta, Aldo Tortorella, Gerardo Chiaromonte, Renzo Foa, Mino Fuccillo, Furio Colombo, Antonio Padellaro, Concita De Gregorio...
Poi venne l'epoca dei "direttori" di provata fede renziana" e di conclamata incapacità. Erano liberi, assolutamente liberi di scrivere ciò che volevano, purchè elogiassero Renzi. Gli studiosi di comunicazione ricordano ancora la comunicazione della "Ford Mod. T", che ha innescato la motorizzazione di massa negli USA, grazie al costo ridotto in tutti i modi (incluso il colore unico messo in vendita). La pubblicità recitava:
Potete scegliere la vostra Ford T in qualsiasi colore, purché nero
Parafrasando quella campagna, i direttori d'epoca renziana hanno potuto esprimere qualsiasi opinione, purchè filorenziana. Concita De Gregorio è l'ultimo sprazzo di "luce giornalistica" all'Unità. Dopo di lei, il diluvio...
Inizia l'epoca delle "Direzioni a ore". L'incompetenza specifica e la distanza siderale dalla sinistra sono la cifra dei nuovi direttori renziani. Tenere in vita un giornale di sinistra facendolo dirigere da democristiani e voltagabbana di vario genere e di piccolo spessore, è il modo migliore per garantire la morte di un giornale di sinistra, e non solo.
I DIRETTORI A ORE
Quelli elencati in calce sono i "direttori" dell'era renziana. Il più longevo è Erasmo d'Angelis (esperto di tutto, e quindi di niente). Organizzatore (forse in onore al suo cognome) di raduni degli "Angeli del Fango", forse per questo viene nominato (da chi?) nel 2009 AD di Pubbliacqua (Acquedotti e Fognature) a Firenze e Provincia. Dopo i suoi provvidenziali interventi, crolla un lungo pezzo di Lungarno, ad uno sputo dal Ponte Vecchio. Catastrofe sfiorata. Erasmo di acquedotti e fogne non sa nulla, ma che vuol dire? Neanche Renzi sa niente di economia, ma ne straparla da mane a sera, e ancpra npn ha capito che chiedere più deficit è un modo infallibile per aumentare il già abnporme debito pubblico italiano...
Non ne sa niente, ma questo non vuol dire... Perchè, la Pinotti dal casco di kevlar e lacca sa qualcosa di difesa?. Ma elenchiamoli, in ordine decrescente, questi "direttori a ore". Sembra che i meno longevi siano stati pagati coi vouchers, come le baby-sitters...
- Erasmo D'Angelis (30/06/2015 - 16/09/2016) - 14,5 mesi
- Sergio Staino & Andrea Romano (17/09/2016 - 28/03/2017) - 6,5 mesi
- Marco Bucciantini ( 7/04/2017 - 22/05/2017) - 1,5 mesi
- Sergio Staino (23/05/2017 - 3/062017) - 10 giorni
- Sergio Staino (29/03/2017 - 6/04/2017) - 7 giorni
Sembra che questi "direttori a giornata" siano stati pagati coi vouchers.
In pochissimo tempo (dal dicembre 2013 ad oggi) Renzi riesce a distruggere due volte l'Unità cartacea; uccide "Europa Quotidiano" sia cartaceo che online; uccide Youdem, cacciando Chiara Geloni, e mettendo al suo posto tale Luigi Sensi; uccide unita.tv che avrebbe dovuto sostituire la TV youdem. Se oggi cliccate sul link a unita.tv, venite reindirizzati alla nuova sconcia creatura che si chiama "democratica", nuovo giornaletto online che il tafanus ha recensito il 5 luglio scorso, a pochi giorni dalla prima "apparizione" (LINK)
Un "coso" illeggibile, non solo perchè è l'ennesimo tazebao al renzismo, ma anche perchè è in pdf di qualità talmente bassa che in grandezza naturale è illeggibile perchè il corpo è troppo piccolo, e zoomandolo diventa ancor più illeggibile perchè di definizione talmente bassa che tutto si sgrana e si impasta. E illeggibile sarebbe comunque, perchè è un "Cantico alla Creatura". A proposito: il Tafanus ha presentato questa cagata nel post di cui ho fornito sopra il link poche righe sopra, e il cui titolo è "democratica". In calce la home-page di questa ennesima cagata online, ed una annotazione: "democrartica" nasce dal dominio "unita.tv", tanto è vero che se cliccate sul vecchio indirizzo unita.tv, venite "redirected" a questo blogghino che il PD chiama pomposamente "giornale online". Democratica è nato ufficialmente il 1° luglio 2017, e ha tante cose da dire che il numero pubblicato in calce è l'ultimo uscito, ed è datato (vedi tondino rosso nel logo) Venerdì 28 Luglio. Insomma, dopo 28 giorni di duro lavoro sono già stanchi, e si prendono delle meritatissime ferie.
Ma perchè questi geni della lampada non hanno creato un dominio per "democratica"??? Semplice: perchè sono così intelligenti e competenti che non hanno avuto il buon senso di verifivare, prima di dare un nome alla "creatura", se di fosse un dominio libero a radice "democratica". Una verifica che dura 5 minuti. Il dominio "democratica.it" è già registrato da dieci anni, e lo si sarebbe potuto appurare in un minuto. Ma si può essere puiù idioti di così???...
L'unirenzità a caccia di nuovi fallimenti
Ma facciamo un passetto indietro, e vediamo, per sommi capi, la storia dei fallimenti multipli dell'Unità. Un giornale che per sopravvivere avrebbe avuto bisogno di una diffusione di almeno 30.000 copie. Quando è morto definitivamente, "voci di corridoio" (l'Unirenzità non si faceva rilevare dall'IAD - Istituto Accertamento Diffusione) sembra che il giornaletto di Renzi "tirasse" (si fa per dire) circa 7.000 copie. Non c'è bisogno di Tom Ponzi, per ricostruirne la storia: basta Wikipedia. Ci limitiamo all'era renziana (dal dicembre 2013 - elezione a segretario del Pd) ai giorni nostri:
La Bancarotta (2014) - Il 17 ottobre 2013 Luca Landò, vicedirettore dal 2001 e responsabile dell'edizione web, subentra a Sardo nella direzione del quotidiano, che rimane nel giornale come editorialista. L'11 giugno 2014 la proprietà annuncia di aver messo in liquidazione la casa editrice del quotidiano, a rischio fallimento, per fine luglio. Dal primo di agosto del 2014, a causa della grave situazione debitoria, cessano le pubblicazioni del quotidiano L'Unità. Il numero di mercoledì 30 luglio 2014 esce in bianco, e si fermano gli aggiornamenti del sito Internet.
Il 1º agosto 2014 Nuova Iniziativa Editoriale s.p.a. in Liquidazione - società proprietaria de L'Unità - ha proposto domanda di concordato preventivo avanti al Tribunale di Roma [...]
La bancarotta del quotidiano l'Unità ha lasciato debiti per 125 milioni di euro con le banche creditrici, di cui 107 già versati dallo Stato in base alla Legge 11 luglio 1998, n. 224, varata dal governo Prodi, che ha introdotto la garanzia statale sull'esposizione dei giornali di partito (Una delle poche cose ignobili fatte da Prodi - NdR) [...]
La seconda rinascita (2015-2016) - Il 30 giugno 2015 l'Unità, completamente rinnovata, riprende le pubblicazioni grazie a un notevole afflusso di capitale pubblico (107 milioni di euro), su carta e online, con la direzione di Erasmo D'Angelis. La proprietà del quotidiano è divisa tra alcuni soci privati ed EYU srl, emanazione della fondazione del Partito Democratico. EYU (Europa-Youdem-Unità), che ne detiene una quota del 19,05% [...] La crisi della testata non si arresta, con perdite annunciate di 250 mila euro al mese con solo 8 mila copie vendute contro le 60 mila stampate. Nell'autunno 2016 Erasmo D'Angelis viene sostituito da Sergio Staino e da Andrea Romano, come co-direttore.
La nuova crisi e la terza chiusura (2017) - La situazione del quotidiano all'inizio 2017 è la seguente: sono 29, compreso il direttore, i giornalisti attualmente impegnati nella redazione del quotidiano (cartaceo). Il Partito Democratico (tramite la società EYU) risulta socio di minoranza al 20% di Unità srl, mentre Pessina Costruzioni risulta socio di maggioranza con l’80% del patrimonio azionario. La crisi economica del quotidiano rispetto a un anno e mezzo dal ritorno in edicola si è molto aggravata: con vendite (secondo un dato comunicato in via ufficiosa durante la conferenza stampa convocata dal CDR) di circa 7.000 copie giornaliere (abbonamenti esclusi), con perdite intorno ai 400 mila euro al mese e con una raccolta pubblicitaria quasi inesistente.
L'11 gennaio 2017, alla vigilia dell'assemblea dei soci (poi rimandata), l'amministratore delegato (Guido Stefanelli) ha comunicato ai giornalisti del quotidiano cartaceo l’Unità che bisogna “Procedere immediatamente con una riduzione del personale senza percorrere la strada degli ammortizzatori sociali" (licenziamenti). Nel comunicato si fa anche riferimento a un aumento di capitale oppure alla necessità di aprire le procedure per il fallimento. I costi della ricapitalizzazione dovrebbero avvicinarsi ai 5 milioni di euro (1 milione a carico del PD e 4 milioni a carico del gruppo Pessina). Nei giorni successivi alla comunicazione dei licenziamenti i giornalisti dell'Unità hanno deciso di entrare in assemblea permanente e di indire scioperi (con il conseguente stop delle pubblicazioni del quotidiano).
Nel febbraio del 2017 l'Unità è stata parzialmente ricapitalizzata. Pessina Costruzioni si è occupata della ricapitalizzazione con un versamento di 1.5 milioni di € (dei 4 necessari). Questo ha comportato un aumento relativo alla sua quota azionaria pari al 10% (dall’80 al 90%), con il conseguente calo della quota appartenente al PD (dal 20 al 10%).
Il 29 marzo 2017 Andrea Romano viene sollevato dalla carica di co-direttore dell'Unità e il 4 aprile Sergio Staino lascia la direzione a favore di Marco Bucciantini per poi tornare il 23 maggio dello stesso anno.
Dal 30 maggio il giornale esce solamente in versione online (PDF) a causa dei pesanti debiti, che si potraggono da alcuni mesi, con lo stampatore Bonifazi. Il 3 giugno si interrompe definitivamente la pubblicazione, con la chiusura della testata per la terza volta; decisione quest'ultima, già annunciata dall'editore nella tarda serata di giovedì 1º giugno e poi fatta sapere al comitato di redazione. Qualche mese più tardi viene chiuso anche il sito unita.tv.
Perchè i palazzinari Pessina buttano tanti soldi nel pozzo senza fondo de l'Unità e cugini??? Lo spiega Report
Il 10 aprile 2017 la trasmissione televisiva Report, attraverso il servizio "L'Unità Immobiliare", ha accusato Massimo Pessina di avere rilevato il quotidiano con la sola finalità di trarne un tornaconto: un rapporto privilegiato con il governo PD e le istituzioni. Una della prove, secondo l'inchiesta, consisterebbe in una serie di appalti dati in modo diretto dal governo al gruppo Pessina Costruzioni, mettendo tale azienda in una posizione privilegiata rispetto alla concorrenza.
...che tristezza... di un patrimonio comunicazionale fatto da un giornale con una storia secolare, dal giornale della Margherita, dalla TV diretta da Chiara Geloni, resta un blogghino, "democratica", per ora uscito solo per 28 giorni, illeggibile, e con un nome che non può dinire in un "dominio" internet, perchè già registrato da altri dieci anni fa... Un blogghino così, magari più leggibile e con un none trasferibile in un dominio omologo, avremmo potuto farglielo anche noi, "aggratis", in 24 ore... Ma tant'è... Loro ci hanno il Filippo Sensi, e la Alessia Rotta (e mai riparata...) Per i cultori delle non-notizie: chi volesse sapere chi è il Filippo Sensi, piezz 'e core di Matteo Renzi, si diverta a leggere questo articolo di Scanzi, anche se è sul "Fatto Quotidiano...
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