Lotta fra titani. Siamo messi veramente male, se grazie al renzismo ci siamo ridotti a mettere ai vertici della fiducia come possibile premier un Di Maio, che è quello che è, ma che nel giudizio degli italiani rottama il rottamatore di oltre il 41%... Piepoli smonta anche il mantra giornalistico di questi giorni, secondo il quale Gentiloni godrebbe di un apprezzamento notevolmente più alto di quello di Renzi. Notevolmente??? se possiamo definire un 18% di preferenze un consenso "notevolmente" più alto di un 17%, allora si... Quello che segue è il commento di Piepoli sui dati della sua ricerca
Intenzioni di voto - Quanto alle intenzioni di voto, se si andasse alle urne oggi, risultano essere alquanto stabili, quasi pietrificate: si registrano un buon assestamento per PD, Sinistra Italiana, Lega Nord e M5S, e un certo ristagno per il Movimento Democratico e Progressista, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Alternativa Popolare. In ogni caso si tratta di spostamenti assolutamente marginali per cui il «ritorno a scuola» coincide pressoché esattamente con l’inizio delle vacanze: inutile nasconderselo, in questo momento esistono solo tre forze politiche pressoché eguali che si contendono il potere all’ultimo voto.
Leadership - Tutto è uguale come prima quindi? Ebbene no, se cerchiamo con una certa costanza il pelo nell’uovo. Abbiamo pertanto fatto un vero e proprio «test di prodotto» riguardante 4 leader: uno di destra, uno di centro, uno di sinistra e uno «nuovo». Solo che il test l’abbiamo fatto mantenendo tre leader eguali e cambiandone uno in due domande successive.
Nella prima domanda abbiamo testato chi vince tra Luigi Di Maio, Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Angelino Alfano:
Nella seconda domanda abbiamo fatto il test cambiando una sola faccia, sostituendo Matteo Renzi con Paolo Gentiloni:
Tre mesi di "fiducia" in Renzi: sempre più in alto, come la Grappa Bocchino...
Il risultato che è derivato dai due confronti meriterebbe forse una seria meditazione da parte dei nostri leader: nel primo confronto infatti Luigi Di Maio vince quasi senza combattere sul secondo in classifica Matteo Renzi (7 punti percentuali di differenza a favore del grillino ci sembrano un abisso incolmabile), mentre nel secondo confronto il potenziale candidato premier M5S risulta essere sempre vincitore su Paolo Gentiloni, ma non in maniera decisiva. La differenza tra i due leader risulta di appena quattro punti, un gap quindi colmabile.
Istituto Piepoli
Caro Piepoli, ci consentita... Ci lasci fare alcune considerazioni a margine di questa ricerca:
-a) se un paese fosse davvero costretto a scegliere come leader fra Renzi (o il suo avatar Gentiloni) e Di Maio (che sembra un commesso della Lebole), farebbe bene a chiedere l'amministrazione controllata... Ma a che serve un sondaggio fatto su una "short-list" di quattro nomi, anzichè fare una piccola indagine-pilota, preliminare con una short-list aperta, a risposta libera, e da questa selezionare 4/5 nomi da sottoporre poi ad una indagine quantitativa fra un numero chiuso di candidabili? A che serve inserire Angelino Alfano in questa lista? E in questa lista arbitraria non ci sarebbe stato spazio per qualche personaggio dell'area dissidente di sinistra?
-b) Singolare la posizione di Piepoli, che sembra ipotizzare - in linea col pensiero oggi dominante - un abisso di consenso fra Gentiloni e Renzi... Di Maio su Renzi ha 7 punti di vantaggio, che per Piepoli è un distacco incolmabile; nella ipotesi "Gentiloni al posto di Renzi, Di Maio perderebbe due punti ma Gentiloni ne intercetterebbe solo uno. Un distacco che se si riducesse da 7 punti a 4 passerebbe da "incolmabile" a "facilmente recuperabile"??? Andiamo, Piepoli... Memento referendum costituzionale... un risultato che correva sul filo del "punto a punto", si sarebbe concluso poi, di fatto, con una vittoria del NOOOOOOOOOOOO sul si di 60 a 40...
-c) Trovo invece plausibile, anche perchè coerente - se non nei numeri assoluti, nell'andamento della tendenza - con sondaggi analoghi di altri istituti, l'analisi sull'andamento della fiducia in Renzi negli ultimi tre mesi. I numeri, come è noto, dipendono dai mille modi diversi coi quali porre la/le domande atte a misurare il consenso. Ma una cosa è certa (almeno per noi non-renziani), e assolutamente positiva: il crollo, a botte di un punto percentuale ogni dieci giorni, nella fiducia a quel simpaticone di boy-scout... Nove punti persi in tre mesi. Uno ogni dieci giorni.
Che errore, Signor Renzi, quello di non mantenere la minaccia/promessa di andar fuori dalle palle in caso di vittoria del no... Forse allora avrebbe avuto qualche piccola probabilità di tornare a Palazzo Chigi, e di tornare a giocare con l'Air Fonzie One... Ora, per fortuna nostra (e forse anche sua) questa possibilità la vedo lontana. Così lontana che più lontana non si può. Diciamo come la Nuova Zelanda, con le sue 12 ore di differenza di fuso orario...
Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus