Il Capo comunicazione Pd (e fedelissimo di Renzi), in un video girato a Napoli attacca il segretario del partito (di Tommaso Labate - corriere.it)
Il mio babbo me lo diceva sempre... "Diffida di chi ti si struscia troppo addosso quando hai qualcosa da dargli"
«Non puoi andare ad Arezzo a dire “siccome volevamo abolire il Senato e ci mettiamo la faccia su Banca Etruria, mi candido al Senato ad Arezzo”. Poi arrivi a Milano e “siccome sono a Milano sfido Berlusconi nel collegio di Milano. Poi dopo andrà a finire, com’è giusto che vada a finire, che ti candidi a Firenze che è la tua città. Allora mi chiedo, perché non comprendiamo che in politica la parola data, anche su questioni poco rilevanti, conta, in una stagione così complessa?»
L’attacco frontale nei confronti di Matteo Renzi, stavolta, è sorprendente. Perché non arriva da un componente della minoranza interna o dai fuoriusciti oggi in Liberi e Uguali. Ma arriva dalla viva voce di Matteo Richetti, responsabile comunicazione del Pd, tornato da qualche mese tra i fedelissimi del segretario Pd. Lunedì scorso, durante un’iniziativa dell’associazione Tempismo Democratico andata in scena a Napoli all’antisala dei Baroni del Maschio Angioino, Richetti ha preso di mira Renzi sul presente e sul passato. «Non puoi nel giro di sei mesi dire che ci vuole il lanciafiamme e provare poi a gestire un governo a tavolino. Ragazzi ma non la saltano neanche i cavalli questa…? Non puoi mandare giù i tuoi due a sistemare le questioni congressuali se hai appena detto che ci vuole il lanciafiamme….».
Mantenere la parola data - La conclusione, che in realtà Richetti mette in premessa, è che manca «quell’etica della parola data». «Se non la ritroviamo….ragazzi, possiamo fare tutta l’azione di governo…». Sottotesto, si perdono le elezioni. «Mi ha fatto molta impressione l’amica dell’Anci che mi ha detto “nell’ultimo anno è la prima volta che parliamo di noi”. (…) Quando un partito arriva a questo dato di stanchezza e sfilacciamento abbiamo un problema enorme…». E «chi non è consapevole di questo è meglio che cambi mestiere». Da quando i due hanno ricucito, Richetti è stato tra i più vicini a Renzi. L’affondo di ieri è il segno che qualcosa è cambiato o sta cambiando. Non si sa se nel rapporto tra i due. O, come più probabile, dentro tutto il Pd.
«È la campagna elettorale» - In serata Richetti torna sulle parole di Napoli e lo fa postando un video su Twitter indirizzato al Corriere e a Matteo Renzi. «Dovresti sapere - scrive al leader - che il tuo capo della comunicazione è matto come un cavallo, purtroppo nessuno scoop e nessuna polemica». «Ragazzi tranquilli, non so se mangerò il panettone, ma (la campagna elettorale, ndr) sarà tutta così. Non è un caso chi amplifica in questi minuti la polemica - dice Richetti nel video -. Non è un caso i social che la rilanceranno. Si chiama campagna elettorale. Di solito la fanno i partiti, ma in questa occasione non la faranno solo i partiti. Rimbocchiamoci le maniche, mettiamoci al lavoro e andiamo a vincerci le prossime elezioni».
A mia memoria, una delle più esilaranti figure di merda della classe politica renziana. Richetti non è uno qualsiasi. E' parte del "Giglio Magico", giannizzero senza se e senza ma del renzismo più becero, e responsabile della comunicazione del PdR: un incarico chiave, che quando il PCI era il PCI, era stato affidato a personaggi della levatura dei Longo, dei Bordiga... Adesso abbiamo Alessia Rotta e Matteo Richetti. Ogni popolo ha i "dirigenti" che si sceglie. E che si merita.
Tafanus
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