di Angelo Cannatà
Il PD è passato dal 40 al 19 per cento. Un disastro, e il de profundis di Renzi oggi sanno scriverlo anche gli “opinionisti” di regime che lo scaricano; non se ne può più delle “grandi firme” che capiscono tutto dopo, con infinito ritardo, ma sono sempre pronti a dare lezioni. Siamo stati tra i primi a dire che il bullo di Rignano avrebbe portato la sinistra a una sconfitta storica. È brutto citarsi ma qualche volta necessario: abbiamo pubblicato il 10 novembre 2014 il pezzo che altri scriveranno oggi: titolo, Se questo è un leader di sinistra. Le ragioni della sconfitta elencati con tre anni e mezzo d’anticipo.
Sintetizzo:
“Renzi politico o della demagogia. Potrebbe titolarsi così un libro sul Premier… furbizie, tradimenti… Renzi ingannatore. Il suo ‘Enrico-stai-sereno’, poco prima di pugnalarlo, non è da meno per efferatezza (psicologica, certo, non è più tempo d’omicidi politici) dell’azione di Oliverotto da Fermo che uccise lo zio Fogliani e i notabili che ‘li andorono drieto’. Inoltre: cos’è se non un tradimento quel rifiutarsi ostinato di guardare la sofferenza della gente, mentre duetta amorevolmente con Confindustria? Da che parte deve stare, sui temi del lavoro, dell’economia, delle questioni sociali e civili, un leader di sinistra?
Renzi demagogo. È l’aspetto più inquietante perché ai cittadini meno avvertiti sfugge. Insomma: è possibile davvero guidare un partito di sinistra e governare in nome della sinistra deridendo la forza-lavoro e il sindacato che la rappresenta, cancellando dal proprio orizzonte concettuale la giustizia sociale? Dove sta la coerenza tra il nome e la cosa? Tra i principi e la realtà? Tra i valori e l’azione politica? Norberto Bobbio: ciò che distingue la destra dalla sinistra è ‘il diverso atteggiamento di fronte all’idea di eguaglianza’ (Destra e sinistra, Donzelli). Che c’entra Renzi col principio-cardine individuato da Bobbio? E’ sotto gli occhi di tutti: il segretario del Pd compie la più rigorosa operazione di destra che si ricordi negli ultimi 70 anni: abolisce il concetto di eguaglianza dal programma – e dalla visione – della più importante forza riformista del Paese. Uno scandalo. Per chi non l’avesse capito: l’abile demagogo taglia i diritti e ne sbandiera l’estensione; promuove la precarietà e ne proclama la fine; parla di lavoro e pensa al Capitale; usa il manganello e “sta” (dice) con gli operai. Questo è l’uomo. Contesta l’accusa di thatcherismo e di fatto l’incarna, distruggendo le conquiste politiche e sociali dei decenni più maturi della nostra democrazia.
Come non vederlo: colloca il partito nell’area del socialismo europeo, ma difende in ogni circostanza – ‘ce lo impone la crisi’ – le posizioni delle destre europee. Questo è l’uomo. Da posizioni ultraliberiste distrugge lo Stato Sociale. Siamo in presenza del capolavoro politico della borghesia imprenditrice orientata a destra: si fa rappresentare dal leader della sinistra. E’ l’odierna anomalia italiana. D’altronde, mentre gli operai erano a piazza San Giovanni, il demagogo, da Firenze, consentiva al finanziere Davide Serra di cimentarsi sulla necessità di limitare il diritto di sciopero.
Renzi rappresenta il nuovo? Forse: a) se nuovo significa scavalcare il Novecento e tornare a rapporti sociali denunciati da Marx, a un lavoro senza diritti e dignità (Grundrisse); b) se nuovo significa svilire il dialogo interno al partito (discutiamo pure, ma la mia posizione non muta e decido io); c) se nuovo significa licenziare senza giusta causa: negare Rawls: la giustizia ‘è il primo requisito delle istituzioni sociali, come la verità lo è dei sistemi di pensiero’. È inutile farsi illusioni… questo concentrato di cinismo e opportunismo, questa capacità sorprendente di tradire uomini e idee, non è un bene per il Paese” (micromega.net, 10-11-2014).
Come non vederlo: colloca il partito nell’area del socialismo europeo, ma difende in ogni circostanza – ‘ce lo impone la crisi’ – le posizioni delle destre europee. Questo è l’uomo. Da posizioni ultraliberiste distrugge lo Stato Sociale. Siamo in presenza del capolavoro politico della borghesia imprenditrice orientata a destra: si fa rappresentare dal leader della sinistra. E’ l’odierna anomalia italiana. D’altronde, mentre gli operai erano a piazza San Giovanni, il demagogo, da Firenze, consentiva al finanziere Davide Serra di cimentarsi sulla necessità di limitare il diritto di sciopero.
Renzi rappresenta il nuovo? Forse: a) se nuovo significa scavalcare il Novecento e tornare a rapporti sociali denunciati da Marx, a un lavoro senza diritti e dignità (Grundrisse); b) se nuovo significa svilire il dialogo interno al partito (discutiamo pure, ma la mia posizione non muta e decido io); c) se nuovo significa licenziare senza giusta causa: negare Rawls: la giustizia ‘è il primo requisito delle istituzioni sociali, come la verità lo è dei sistemi di pensiero’. È inutile farsi illusioni… questo concentrato di cinismo e opportunismo, questa capacità sorprendente di tradire uomini e idee, non è un bene per il Paese” (micromega.net, 10-11-2014).
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