Ancora una volta, il celeberrimo aforisma di Ennio Flaiano si dimostra infallibile. Abbiamo riportato in grafico il dato medio dei sondaggi sulle intenzioni di voto, confrontando per i vari partiti la media degli ultimi tre sondaggi pre-elezioni, con la media dei primi tre sondaggi post-voto, che solo da pochi giorni ricominciano ad uscire.
Il risultato? Chi ha vinto (Lega e M5S) continua a galoppare in avanti. Chi ha perso, è stato abbandonato da altre masse di elettori. E' normale? No, non lo è. Perchè ancora non solo i grillini non hanno dato prova di avere le risorse per fare il reddito di cittadinanza promesso, e non solo non hanno aperto nessun parlamento con l'apriscatole, ma hanno fatto loro immediatamente i vizi peggiori della deprecata prima repubblica. E chi ha perso (in primis il Partito di Renzi), essendo rimasto in carica solo per l'ordinaria amministrazione, non ha potuto fare altri danni, e quindi la ulteriore caduta (ormai l'ultimo sondaggio lo da al 17,5%) non è conseguenza di atti di governo, ma frutto del corollario al Principio di Flaiano: chi vince vede arrivare in suo aiuto schiere di generosi soccorritori, chi perde viene ulteriormente bastonato. E' la Democrazia, bellezza...
Una curiosità: sarebbe bello sentire OGGI i campioni nazionali di Paso Doble (gli Scalfari, i Benigni, i De Benedetti, le Finocchiaro), e cercare di capire se siano in fase "zig" o in fase "zag".
Per un mese i sondaggi sulle intenzioni di voto ("...se si votasse domani...") sono stati fermi, e i sondaggisti si sono affaticati a fare domande sul nulla: "come vedrebbe una coalizione fra PD e M5S"? E invece una coalizione M5S-Lega"?. Come se ce ne potesse fregar di meno di sapere cosa pensi la casalinga di Voghera o l'idraulico di Pessano con Bornago su questi argomenti...
Ma adesso qualcuno, più pronto a capire che nessuna coalizione avrà lunga vita, inizia a fare la domanda-chiave: "cosa voterebbe domani, se ci fossero elezioni anticipate"?
Bene: le risposte confermano in pieno la "Legge di Flaiano", con Lega e M5S in ulteriore crescita (alcuni sondaggisti danno addirittura la Lega al 24,5%, il M5S al 34,2%), mntre continuano a puicchiare sul PdR, che ormai ha raggiunto in discesa il 17,5%. Difficile capire se gli elettori continuino a premiare il "non ancora fatto" dei partiti populisti, o se stiano continuando a punire il PdR, anche per la inconsistenza e la stupidità del "chiamarsi fuori" da tutti i giochi politici, per "fargliela vedere" a quegli stupidi di elettori che - non avendo capito compiutamente la grandezza del Bischero di Frignano e dei sui camerieri, hanno scelto di mandarlo all'opposizione. Inutilmente decine di politologi più preparati di Alessia Rotta, di Martina, di Orfini e di Lotti, si stanno affannando cercando di spiegare che persino Salvini, non avendo avuto il 51% dei voti ma "solo" il 18%, potrebbe dire che l'82% degli italiani "lo ha mandato all'opposizione".
P.S.: Solo una piccola rivendicazione fatta col "senno di prima": noi (intendendo per NOI il piccolo sottoscritto, e i grossi calibri D'Alema, Bersani, Grasso, Civati & C.) non "abbiamo consegnato il paese per cinque anni, con la scissione, a Berlusconi. Berlusconi non governerà né per 5 anni, né per 5 giorni. Il Nazareno è abortito nell'utero materno, e se qualcuno provasse a resuscitarlo farebbe andare FI al 6% e il PdR al 9%. Né - tanto per chiarirci - sono stati gli "scissionisti" a portare il PdR al 17,5%. TUTTI gli istituti che si occupano di studio dei flussi elettorali, concordano almeno su una cosa: che gli "scissionisti" hanno portato via al PdR UN PUNTO PERCENTUALE di elettori. Il che lascerebbe le cose esattamente dove sarebbero se non si fossero scissi. Abbiano la bontà, almeno di fronte agli ultimi dati, di fare autocritica. E con "abbiano la bontà" mi rivolgo prevalentemente a tre categorie di elettori:
- Quelli che "almeno con Renzi si vince"
- Quelli che "Bersani ha distrutto il PD"
- Quelli che "chi se non Renzi"
In calce due grafici: quello che illustra il confronto della posizione dei partiti negli ultimi tre sondaggi pre-elezioni cogli ultimi e recenti sondaggi post-voto, e quello, abituale per i lettori abituali del tafanus, che mostra l'andamento delle intenzioni di voto negli ultimi 12 mesi. Quest'ultimo grafico non mostra appieno la catastrofe del renzismo e il trionfo dei populismi, perchè le linee di tendenza scontano 340 giorni pre-disastro e solo 25 giorni post-disastro.
I partiti nei sondaggi pre e post-voto
Un anno di sondaggi e di linee di tendenza
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