Dispiace dirlo, ma come al solito la patente di veggenti ce la siamo guadagnata.
Dicevamo che il dilettantismo la faceva da padrone ? Abbiamo detto che la logica di “fare ammuina” con continui colpi di scena, accordi che saltavano un secondo dopo che erano stati annunciati, programmi di governo sconosciuti ai più ma che avrebbero inserito l’opzione di uscita dall’euro.
Bene, la conferma dell’affidabilità della palla di cristallo in dotazione al Tafanus è ufficiale: basta infatti leggere il “contratto di governo” sottoscritto da Lega e M5S per rabbrividire, con la scritta nero su bianco dell’obiettivo di introdurre "specifiche procedure tecniche di natura economica e giuridica" che consentano a singoli Stati di uscire dall'euro e "recuperare la propria sovranità monetaria", o di "restarne fuori attraverso una clausola di opt-out permanente" per avviare un "percorso condiviso di uscita concordata" in caso di "chiara volontà popolare".
“Chiara volontà popolare”? E questo lo decide la piattaforma Rousseau, Di Maio dopo essere uscito dal bagno o direttamente Salvini ?
Immaginiamo già quale giustificazione avrà un'eventuale decisione ostile all’euro (presa rigorosamente in solitudine, come chiaramente si conviene ad un capo… o due ?) ma soprattutto gli effetti sulle nostre finanze: già l’aver fatto circolare l’idea di sganciarsi dal debito contratto con BCE ha raddoppiato il valore dello spread, immaginate cosa possa significare una dichiarazione di insolvenza programmatica nei confronti dei nostri creditori.
Che, giusto perché lo sappiate, sono i sottoscrittori dei nostri buoni ordinari del tesoro, quindi in buona sostanza gli stessi italiani che da un giorno all’altro si vedrebbero sostituiti i crediti vantati in Euro da “equivalenti” crediti in nuove lire, che si stima genererebbero un livello di inflazione immediato del 100% circa, dimezzando in una giornata i risparmi degli Italiani, per tacere ovviamente di quello che avverrebbe in pochi mesi: la repubblica di Weimar (con le migliaia di miliardi di marchi per acquistare un filone di pane) sarebbe ad un passo.
Altro che Grecia… almeno loro hanno avuto il buon senso di rimanerci, nell’euro.
A titolo maieutico andrebbe letto con assoluta attenzione il discorso fatto nella serata di domenica 27 maggio 2018 dal Presidente Mattarella: un capolavoro di chiarezza politica dove emerge chiara la sua preoccupazione rivolta ai mutui (ed ai debiti) contratti dagli Italiani: il fatto che due illetterati incompetenti possano in qualche maniera immaginare stravolgimenti finanziari epocali più che far sorridere (purtroppo) fa gelare il sangue.
Un esempio ? Sulla finanza pubblica le proposte-bomba si trovano a pagina 38 del contratto, dove Salvini e Di Maio si pongono l'annoso problema di come ridurre il pesante stock di debito pubblico, ad oggi (dati marzo 2018) attestato alla cifra record di 2.302 miliardi di euro, il 132% del Pil.
La prima misura per ridurre questa imponente massa di debito è davvero geniale: Lega e M5s avrebbero dovuto chiedere alla Bce guidata da Draghi di cancellare (avete letto bene) 250 miliardi di titoli di stato che l'istituto di Francoforte avrà in pancia alla fine del quantitative easing. "La loro cancellazione vale circa 10 punti percentuali", quantifica il documento.
In altri termini: voi ci avete acquistato 250 miliardi di euro in titoli di stato, che però siccome siamo della Lega e del M5S ci restituite gentilmente in maniera da abbattere il debito pubblico. Molte grazie…
Immaginate la reazione certamente positiva dei politici di tutta Europa, e di Teresa May che si trova a dover tirare fuori dalla borsa circa 80 miliardi di sterline mentre giustamente Salvini e Di Maio (a braccetto con un ministro dell’economia ottantaduenne dichiaratamente contro l’Euro) dichiarano a favore di telecamere che hanno abbattuto per la prima volta il debito pubblico… Credibile, vero ?
Altra misura shock è la vendita del patrimonio immobiliare pubblico alle famiglie italiane, e in subordine agli investitori: I due partiti di governo "impacchetteranno" 200 miliardi di patrimonio pubblico (caserme, palazzi, monumenti e via dicendo) e lo trasformeranno in un titolo finanziario da vendere al risparmio domestico.
Si tratta del classico meccanismo di cartolarizzazione, tanto criticato negli ultimi anni: di fatto questo equivale a trasferire il risparmio degli italiani dal debito pubblico al patrimonio immobiliare", e tutto ciò per fare in modo di trasferire in qualche maniera i risparmi degli Italiani al puntello di una gestione che non ha alcuna garanzia di stabilità.
Furbo, vero ? E ancora più furbo lo sarà nel momento in cui la dichiarazione di uscita dall’Euro dovesse echeggiare fra gli investitori, che si troveranno a fronteggiare una crisi di liquidità simile a quella Argentina: a questo punto le cartolarizzazioni saranno il mezzo ideale per fare in modo di regalare (come già fatto dalla Grecia) tutti gli asset remunerativi all’estero.
Geniale.
Soprattutto sapendo che i crediti fondiari e quelli al consumo devono per contratto essere rimborsati in euro, stanti le sedi legali delle banche creditrici spesso all’interno della comunità europea ma non in Italia: in altri termini, un mutuo di 100.000 euro contratto con Crèdit Agricole oggi a dieci anni costa circa 1050 euro al mese, mentre domani (il giorno dopo l’uscita dall’euro) con l’Italia leghista pentastellata autarchica e nuovolirodotata costerebbe l’equivalente di circa 2100 euro mensili.
Il primo mese, ovviamente, perché poi la situazione peggiora…
Lega e M5s non hanno mai dichiarato di voler abbandonare l'Euro, nonostante le ripetute e insistenti domande nel corso dei loro pur numerosissimi passaggi mediatici; né tanto meno di aver già immaginato di attuare questo passaggio non appena al governo, e questo per evidenti motivi elettorali.
Salvini e Di Maio però sono beatamente incuranti (o peggio inconsapevoli) del fatto che il piano di uscita dall'Euro – con la risibile proposta della cancellazione del debito, chiaramente una boutade per mettere in cattiva luce la stessa BCE – avrebbe un peso insopportabile per gli Italiani tutti, un impatto devastante sulle vite dei cittadini, sui loro risparmi, sui loro mutui, sul futuro dei loro figli.
Due possibilità: o sono inconsapevoli del fatto che dichiarare ai creditori che non onoreranno i loro debiti porta in genere al disastro economico (e quindi sono perlomeno improvvidi) oppure questa situazione non li tocca minimamente, e quindi sono criminali. Tertium non datur.
Ma il punto è proprio questo: la costruzione di questa serie di storytelling (leggi http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2018/04/narrazione-o-storytelling-di-axel.html ) dove i due puri e duri M5S/Lega hanno lottato per costruire il nuovo governo è il vero topic di questa vicenda: l’obiettivo vero non era quello di fare il governo ma di marchiare i poteri forti per non avere permesso il sogno.
E pensare che il premier incaricato professor Conte ha avuto il coraggio di incontrare i "truffati" del bail-in bancario, mentre metteva in moto un piano che già in questi giorni con la salita dello spread faceva alzare il costo dei mutui di migliaia e migliaia di famiglie.
Vogliamo parlare del reddito di cittadinanza, della flat tax, l’abolizione della Fornero, il finanziamento tramite mini-bot, cioè stampando una valuta parallela ?
Alle ripetute domande in merito alla enorme spesa per cui trovare le risorse per queste promesse, l'unica risposta è sempre stata uno sprezzante: "Taci tu che sei un servo delle élite corrotte": basta quindi con risparmi o dolorosi sacrifici: via ai sogni, via al “governo del cambiamento”.
Via allo storytelling: il cattivo presidente della repubblica dei poteri forti che si oppone al cambiamento del sogno: squilli di trombe e marcia su Roma, Hasta la Victoria.
Frasi già sentite, vero ?
Appare oggi chiaro a chi ha un briciolo di comprensione che la Lega non voleva governare, sapendo che i sogni promessi erano fandonie per ingenui.
Non crederete davvero che impuntarsi per un emerito sconosciuto di 82 anni sia sinonimo di coerenza ?
La realtà è che erano presenti ben altri progetti, cioè quello di una lega libera di votare con un CDX che vince unito, con capo Salvini e garante Berlusconi, finalmente eleggibile.
E ciò dimostra che il M5S è gestito da dilettanti allo sbaraglio: se avete notato durante tutti questi 83 giorni lo spin doctor leghista era ben più focalizzato rispetto a quello dei grillini, che oltre a dimostrare pochezza politica imbarazzante hanno al momento consegnato alla lega circa il 5% dei loro voti.
Alla fine questi 83 giorni dimostrano l'esistenza di un piano perfettamente costruito: Il caso Savona, professore dall'impeccabile curriculum e rispettabilissima carriera, membro a pienissimi titoli delle élite serve esattamente alla necessità di trovare un casus belli proprio in quanto persona di altissimo livello, che poteva suscitare tale scrutinio ed eco, nazionale e internazionale, intorno al piano di sgancio dall’Europa.
Del resto appare chiaro che il vero ostacolo ad una privatizzazione del potere Italiano non è l’elettorato, ma quei sistemi di tutela economica generati dall’Europa, che ha bloccato Berlusconi nel momento in cui il suo governo imbelle ha precipitato l’Italia ad uno spread oltre 500.
Secondo Salvini (e soprattutto secondo i suoi spin doctor, che stranamente gravitano nella zona di Arcore) Mattarella avrebbe dovuto accettare un progetto mai presentato agli elettori e potenzialmente devastante, senza alcuna competenza se non quella (dubbia) di un “tecnico” che non si sarebbe preso alcuna responsabilità politica di un gesto simile.
Alla ragionevole proposta della presidenza della repubblica di posizionare al ministero del tesoro un politico in luogo di Savona (che nessuno avrebbe criticato se fosse stato un sottosegretario, si badi bene) si è risposto con lo strappo finale e le alte grida al golpe.
Questo si voleva e questo è regolarmente avvenuto, con la premeditazione della Lega e la stupidità del M5S.
I pentastellati sono apparsi trascinati dagli eventi, incerti e confusi ed alla campagna elettorale prossima ventura Lega e M5s andranno separati , con i grillini sminuiti dal fallimento e Salvini che ha imposto una leadership sia interna all’inedito accordo M5S/Lega che all’interno del centrodestra.
E mentre i Cinquestelle dovranno fare le loro eterne consultazioni fra tutte le loro anime, Salvini tornerà nella sua coalizione elettorale con lo status di vittima dei poteri forti, ambendo a portare la coalizione a quel 40 per cento che permetterebbe un suo governo sostanzialmente libero dal pesante zaino Berlusconiano.
E tutto ciò con l'aiuto “obtorto collo” di Silvio Berlusconi che ora potrà ancora candidarsi, e che, saggiamente, non ha mai davvero rotto con Matteo.
Axel
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