Dopo il caso delle minacce ai tecnici del Tesoro, il premier si è schierato dalla parte del suo portavoce. Dobbiamo quindi pensare che quelle idee siano le sue
di MARIO CALABRESI
La domanda è semplice e molto chiara: il presidente del Consiglio pensa che il ministro Tria e i funzionari del Tesoro siano infedeli e remino contro il governo? Pensa che vadano sostituiti come da giorni ripete una campagna di stampa orchestrata dal Movimento 5 Stelle e - ora lo sappiamo - guidata dal suo portavoce Rocco Casalino? Non era difficile rispondere, sarebbe bastato un sì o un no, una frase di circostanza di difesa delle istituzioni. Ma forse anche questo è chiedere troppo a chi dimostra di non avere alcuna autonomia di scelta e di indirizzo.
Invece si è scelta la strada del distinguo burocratico: "La diffusione dell'audio che sta circolando in queste ore - ha affermato il premier - configura condotte gravemente illegittime che tradiscono fondamentali principi costituzionali e deontologici". Il problema non è il contenuto del messaggio, non sono le minacce, ma il fatto che quell'audio sia stato diffuso (sic!)
A questo punto non ci resta che tirare una conclusione logica: Casalino è il portavoce del presidente del Consiglio, dobbiamo quindi pensare che quelle idee sono di Conte. Il premier lascia fare e si ritaglia - anche grazie alla sua condotta nel concorso per diventare professore - un nuovo ruolo: da avvocato degli italiani ad azzeccagarbugli nazionale.
Mario Calabresi
L'audio delle minacce di Casalino al Ministero del Tesoro
Sconfortante il tutto. Le minacce di Casalino, il fatto che queste minacce provengano dal portavoce del maggior partito italiano, i toni fin troppo morbidi usati da Mario Calabresi, il fatto che questo Conte, pro-tempore Vice Secondo Ministro, asservito a due padroni che non sono s'accordo su nulla fra di loro, abbia accettato - ed eserciti nel peggiore dei modi - il ruolo di materasso silenzioso e obbediente fra du padroni che fanno a botte.
Vergognosa la trovata di tentare di spostare l'attenzione non "sulla luna, ma sul dito che indica la luna".
No, caro Vice Secondo Ministro: gli italiani non ci stanno, ad adottare la SUA scala di valori di comodo. Il problema che quell'audio sia stato diffudo è solo "il dito". La luna è da cercare nel contenuto in stile minaccioso e ricattatorio di ciò che abbiamo potuto ascoltare. E l'episodio vergognoso è che questo personaggetto, sbalzato su un seggiolone più grande di lui, abbia dimostrato ancora una volta la sua totale incapacità di governare le crisi.
Si faccia e ci faccia un favore, Vice Secondo Ministro: metta la sua roba in mezza dozzina di scatoloni, e lasci perdere la politica. Non è per lei. E rischia di rovinare una bellissimo (e lunghissimo - anche se non affidabilissimo) curriculum vitae, con un aggiornamento che non servirà a migliorarlo.
Tafanus
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