Ho sempre adorato un aforisma attribuito a G.B.Shaw che affermava, senza pietà: "...coloro che potrebbero esprimere un concetto in cinquanta parole, e ne usano duecento, meriterebbero la galera...". Al tempo stesso, non ho mai pensato di affrontare la lettura - eroica - de "La ricerca del tempo perduto" di Proust: uno dei tanti testi sacri di cui tutti parlano, ma che pochissimi hanno letto. Anche Proust, a mio avviso, qualche annetto di galera lo avrebbe meritato. Come diamine si fa a scrivere un monumento a se stessi di 3000 pagine in sette volumi????
Ecco perché ho sempre amato e invidiato coloro che sono capaci di concentrare in due righe concetti che ad un logorroico come me (amante di capacità di sintesi che non posseggo) richiederebbero la scrittura di due pagine... Ho amato Fortebraccio: ("...l'autista scese dalla macchina, aprì la porta posteriore, e non scese nessuno: era l'On. Longo..."), e ho amato persino Montanelli, quando del suo ex "donatore di lavoro" Silvio Berlusconi scriveva: "...Silvio si vuole molto bene. Niente di male. Tutti ci vogliamo bene. Ma lui si contraccambia..."
Oggi mi è passato fra le mani un vecchio post, con una raccolta di decine di aforismi di un altro "Venerabile Telegrafista": Ennio Flaiano. Non ho resistito alla tentazione di resuscitare alcuni dei suoi "pensieri brevi" (oggi li chiameremmo "tweet", neologismo idiota perché rappresenta solo "non-pensieri" brevi, o pensieri brevi ma spesso idioti). Ve ne regalo alcuni noti, altri meno noti:
L'Italia è un paese dove sono accampati gli italiani.
Flaiano sui filosofi marxisti: "Il Platone d'esecuzione".
Io, quando leggo Brera, non lo capisco.
La stupidità ha fatto progressi enormi. È un sole che non si può più guardare fissamente. Grazie ai mezzi di comunicazione, non è più nemmeno la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intorno a sé.
Oggi il cretino è pieno di idee.
Se i popoli si conoscessero meglio, si odierebbero di più.
Giuseppe Patroni Griffi se la prende col pubblico di "malpensanti" che va a vedere gli spettacoli di Carmelo Bene nella speranza di assistere ad uno scandalo, come se per assistere ad uno scandalo, in questo paese, sia indispensabile andare a teatro.
Rileggevo giorni fa Machiavelli e di colpo ho avuto questa modesta illuminazione: non sono gli italiani che vanno verso "la sinistra", è la sinistra che va verso gli italiani, i quali sono inamovibili come la montagna di Maometto. Essi faranno la sinistra a loro immagine e somiglianza. Cioè, molto elegante.
Vogliono la rivoluzione ma preferiscono fare le barricate con i mobili degli altri.
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