Intendiamoci, nessuno più contrario di me all'abusivismo, ma sono ancor più contrario alla esondazione di stronzate che sto sentendo in questi giorni (come ogni anno, quando una famiglia resta sotto le macerie di una casa costruita abusivamente sotto un pendio roccioso, o nel greto di un fiume, o a venti metri dal mare). Si sentono cose che potrebbero spingere il mitico Professor Cipolla (non so se sia ancora vivo) a scrivere una seconda edizione, aggiornata e molto ampliata, del suo celeberrimo trattato sulla stupidità umana. Non sarò breve, e non sarò ordinato. Andrò in ordine sparso.
Dunque, la stima più recente dice che in Italia le case abusive sono più di un milione. Parlo di case ABUSIVE, nel cui numero non rientrano le case trasformate da abusive a regolari con una botta di sanatoria dell'abusivismo. Sulle case "sanate" che un giorno saranno invase da un torrente, andrebbero condannate legioni di politici di tutti i partiti, che hanno ingrassato il loro parco-elettori con provvedimenti elettorali criminosi, o per quattro soldi di "sanatoria", che non bastano a coprire neanche una piccola frazione dei costi che la collettività è poi costretta a pagare per dotare di servizi essenziali interi agglomerati completamente "abusivi ma sanati". Strade, fogne, acquedotti, elettricità, la caserma dei carabinieri, scuole e/o scuolabus...
Rompiamo il ghiaccio con un argomento che ho già trattato. In questi giorni ho sentito tre cifre "ad cazzum" che superano qualsiasi immaginazione.
-1) Non aveva ancora smesso di piovere, che c'era già una "stima governativa" su quanto servirebbe per mettere in sicurezza ambientale il territorio: 40 miliardi. Quel territorio che quando non è a rischio inondazioni è a rischio sismico, o vulcanico (come per i 700.000 che vivono sul cratere attivo del Vesuvio). A quando i cartelli, accanto a quello che informa del pericolo di "Caduta Massi", anche di quello che avverte del pericolo di "Crollo Ponti"? Sogno un cartello che avverta del rischio di "Eruzioni Esplosive".
-2) Dopo aver sparato la cifra di quaranta miliardi per "mettere in sicurezza il territorio", il governo Qui Quo Qua ci ha tranquillizzati: "abbiamo già stanziato 900 milioni (spalmati su tre anni - NdR) per mettere in sicurezza il territorio. Caspita! Avete fatto la divisione??? Quaranta miliardi sono il costo di quattro anni della "marchetta 80 euri". Basta avere le palle per abolirla, e prima della fine della legislatura Qui, Quo e Qua potrebbero mettere "in sicurezza" il territorio. Invece no. Dieci miliardi all'anno per la marchetta, 300 milioni per la messa in sicurezza del territorio.
-3) Passa qualche giorno, Qui Quo Qua vengono informati che la odiata UE ha una specie di fondo-catastrofi per aiutare i paesi che hanno avuto - per l'appunto - una catastrofe, che scatta solo per catastrofi di costo non inferiore a 3 miliardi. Detto-fatto, i Tre-Tre in 24 ore calcolano che il danno (mentre ancora sta piovendo ed esonda il Lago Maggiore a Verbania) "vale" (che combinazione!) tre miliardi.
Perdonatemi, ma ho un chip sottocutaneo (me lo ha installato a mia insaputa il "MòVimento 5 Stalle") che emette un trillo quando una cifra supera il livello di guardia perdonabile a qualsiasi cazzaro (una sorta di "franchigia" sulla minchiata"): quaranta miliardi, a 300 milioni all'anno, e sempre che per tutto i periodo necessario a sanare l'ambiente non ci sia neanche una esondazione del Seveso a Milano (cosa che accade in media una volta all'anno). Avete fatto la divisione? No? L'avevo fatta io già prima che si esprimessero Qui, Quo e Quacquaraquà: servirebbero 133 anni, sempre a condizione che da qui al 2151 non esondi una sola volta il Seveso, non venga giù né un abete rosso, né un cavalcavia. Comunque mi sono accorto che il mio calcolo è sbagliato, perchè i 40 miliardi sono già aumentati dei tre miliardi di danni ad usum UE. Come direbbe Checco Zalone: "Siamo un paese fantastici". E io speriamo che me la cavo.
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Quanto detto finora è solo un piccolo anticipo del cazzarume che ho sentito in questi giorni. Il brutto deve ancora venire, ma ni rendo conto che il post diventerebbe troppo lungo, quindi chiudo qui la prima puntata, rinviando i miei due lettori alla prossima puntata, che riguarderà il problema, immane dell'abusivismo edilizio, che ho sentito trattare come un "unicum". Non lo è. Ne parleremo. Anticipo alcuni capitoli:
-a) Si possono abbattere le case a rischio ma sanate? e con quali conseguenze e costi per lo Stato?
-b) Qualcuno si è posto il problema di dove mandare gli abitanti delle case abbattute?
-c) Una "seconda casa" abusiva (di quelle che hanno devastato non solo la Liguria e la Calabria, ma tre quarti d'Italia) possiamo abbatterla senza remore?
-d) E' ragionevole pensare di scaricare su un sindaco (magari di un paesino dominato dalla criminalità organizzata) i costi e i pericoli per la vita legati all'abbattimento della casa di uno "'ndrangheta" o di un mafioso? Chi lo proteggerà dopo? La vigilessa urbana?
A presto.
Tafanus
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