PREMESSA - Non vorrei che qualcuno pensasse che io sia prevenuto contro i francesi. Al netto del mio odio per i fascisti francesi (ma io odio ancor più quelli di casa nostra), la Francia è ancora uno dei paesi europei che frequento più volentieri. Né vorrei che si imputasse la mia personale opinione sulla bruttezza soggettiva che ho sempre attribuito a Notre Dame a qualche cosa di diverso dal criterio estetico-emozionale. L'ho sempre giudicata come uno degli esempi più brutti di sedicente "gotico" costruito coi cubi della "Lego". E non basta una guglia posticcia o UN quadro di Guido Reni per trasformare un edificio che potrebbe essere persino la Victoria Station di Londra in un capolavoro dell'arte gotica.
Perchè affondo il coltello su questo aspetto? Perchè mentre Notre Dame bruciava, alcuni politici italiani si sono gettati a capofitto nel lacrimatoio, straparlando di capolavoro assoluto dell'arte. A loro questa tragedia richiamava alla mente l'eventuale distruzione della Cappella Sistina. Uno scatolone con un quadro di Guido Reni dentro, versus un fiume di lavori di Botticelli, Pinturicchio, del Perugino, del Ghirlandaio, successivamente "rimaneggiati da un anonimo geometra, tale Michelangelo. Per una volta (mi capita in media una volta ogni 5 anni) ho dato ragione a Vittorio Sgarbi, che - sempre per una volta - senza urlare e senza sfanculare nessuno, ammetteva ieri tranquillamente l'enorme valore storico e simbolico di Notre Dame, alla quale però in termini di "capolavoro di immenso valore artistico universale" negava qualsiasi voto superiore al 6-. Unico errore di Sgarbi: a fiammifero ancora acceso, ad una domanda sull'entità presumibile dei danni materiali, commetteva l'errore non già sulla cifra sparata ad cazzum, (non meno di 150 milioni), ma già al solo fatto di DARLA una cifra, ad incendio ancora non finito, ed in assenza di una perizia tecnica. Meglio avrebbe fatto, Sgarbi, a rinviare i petulanti richiedenti alla posta del Calendario del Frate Indovino.
E VENIAMO ALLA GENEROSITA' DEI FRANCESI (da ricambiare prontamente e proporzionalmente) - Da un informato articolo di HPI (International Huffington Post), riprendo questo passaggio:
[...] In occasione del Vertice Bilaterale Italo-Francese del 9 aprile 2010 a Parigi, il Ministro dei beni e delle attività culturali, Sandro Bondi, e il Ministro francese della Cultura e Comunicazione, Frédéric Mitterrand, hanno firmato insieme al Ministro degli affari esteri, Franco Frattini, e al Ministro francese degli Affari Esteri ed Europei, Bernard Kouchner, l'Accordo intergovernativo per il restauro della Chiesa di Santa Maria del Suffragio, detta delle Anime Sante, all'Aquila. Tale Accordo definisce le modalità organizzative del partenariato tecnico e finanziario costituito al fine di restaurare uno dei più notevoli edifici storici e monumentali dell'Abruzzo tra quelli danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009. La Francia finanzierà la metà dei costi stimati di restauro dell'edificio, dando un contributo fino alla cifra di 3,25 milioni di euro [...]
Dunque, sulla base di preventivi "pensati", e non di stime ad cazzum sparate ad incendio in corso, i parametri della "generosità francese" possono essere così stimati ed aggiornati:
-a) La stima ultima di costo aggiornata da uno studio curato dal "Consiglio Nazionale di Ingegneria" alza il costo dei danni in Abruzzo dai 10 miliardi iniziali a 13.700 miliardi;
-b) La stima dei costo di ricostruzione della "Chiesa delle Anime Sante" all'Aquila era stato stimato in 6,50 milioni di euro, e la Francia si impegnava generosamente (quando si dice la grandeur...) a coprire la metà di questi costi, ma solo nei limiti stabiliti sul costo stimato finale di 6,5 milioni. Insomma, il rischio massimo che si caricavano sulle spalle i "cugini francesi" era di 3,25 milioni di euro. Non uno di più. Pari allo 0,024% del danno previsto per il sisma abruzzese da 13.700 MILIARDI (non MILIONI); se dovessimo assumere per buona la stima ad cazzum di Sgarbi (150 milioni), potremmo cavarcela signorilmente staccando già domani un assegno pari allo 0,024% di 150 milioni, e cioè di ben 36.000 euro (il costo di un box-auto piccolo e scomodo in periferia a Milano) e chiudere la partita in questo modo. E dato che a volte forse riusciamo ad essere persino più signori dei francesi, potremmo persino evitare di inserire la signorile clausola che hanno preteso i francesi da noi. Mai saputo di questa clausola? Peccato... Eccola:
-c) La "clausola" - Gli affezionati cugini francesi ci avrebbero aiutati con un supporto importante (pari al costo di quattro appartamenti medi di qualità e capienza media in media periferia di una media città italiana... i famosi 3,25 milioni di euro), ma l'Italia si impegnava a conferire a società francesi la metà dell'appalto totale di 6,50 milioni di euro solo sub condicio che la metà dell'importo dei lavori (e cioè i 3,25 milioni di euro che generosamente volevano regalarci), tornassero immediatamente in mano di società francesi. Una Grande Idea Francese. Che solo un ministro per caso come Frattini (che nasce come maestro di sci della Famiglia Craxi), dall'alto del suo elevatissimo "ésprit de finesse", avrebbe potuto accettare senza mandare l'offerente a cagare (ma con finesse... mi raccomando. Noblesse oblige).
Ora leggo che l'immane disastro economico subito dalla Francia, sarebbe stato già ampiamente coperto con le sole offerte (di società e privati) raccolte fino a ieri sera. Non servirebbe altro. Ma già leggo di "Onlus" che spuntano come funghi, in Italia, per raccogliere fondi per "Notre Dame" Ho già deciso cosa farò in caso di richieste di questo genere: mi farò dare l'IBAN e le coordinate della Onlus, e manderò il tutto al più vicino comando della Guardia di Finanza (purchè non diretto dal Comandante "Spigola Elitrasportata". Non si sa mai... A volte ritornano.
Mi fermo qui, PER ORA. Attendo a petto nudo la raffica degli insulti che creeranno appositamente per me la categoria dehli "haters di Notre Dame e della Francia tutta", e solo allora documenterò quali, quanto numerosi e lungi, e di quanti tipi, siano i miei legami affettivi con la Francia.
Tafanus
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