Oggi è una giornata triste per tutte le persone oneste. Esattamente 40 anni fa, Piersanti Mattarella, galantuomo e coraggioso, moriva per mano di sicari che non sopportavano chi pretendeva di fare della Sicilia una regione normale. Sandro Pertini - che da socialista perbene rifiutò di stringere la mano al socialista ligure Teardo, che considerava "socialista diversamente perbene", godeva di un rapporto di stima reciproca col "diversamente democristiano" Piersanti Mattarella.
Ecco un breve stralcio della biografia "finale" di Piersanti:
[...] Poco dopo l'omicidio di Peppino Impastato, conduttore radiofonico candidato sindaco a Cinisi per Democrazia Proletaria, avvenuto per ordine di Tano Badalamenti, Piersanti Mattarella si recò nella città per la campagna elettorale comunale pronunciando un durissimo discorso contro Cosa Nostra che stupì gli stessi sostenitori di Impastato.
Rappresentò una chiara scelta di campo il suo atteggiamento alla Conferenza regionale dell'agricoltura, tenuta a Villa Igiea la prima settimana di febbraio del 1979.
Il deputato Pio La Torre, presente in quanto responsabile nazionale dell'ufficio agrario del Partito Comunista Italiano (sarebbe divenuto dopo qualche mese segretario regionale dello stesso partito) attaccò con furore l'Assessorato dell'Agricoltura, denunciandolo come centro della corruzione regionale e additando lo stesso assessore come colluso alla delinquenza regionale. Mentre tutti attendevano che il presidente della Regione difendesse vigorosamente il proprio assessore, Giuseppe Aleppo, Mattarella riconobbe pienamente la necessità di correttezza e legalità nella gestione dei contributi agricoli regionali.
Sfidando il clima imposto, un solo periodico, Terra e Vita, pubblicò il resoconto, sottolineando come fosse generale lo sconcerto e come fosse comune la percezione che quel giorno, a Palermo, si fosse aperto un confronto che non avrebbe potuto non conoscere eventi drammatici. Un senatore comunista e il presidente democristiano della regione si erano, di fatto, esposti alle pesanti reazioni della mafia. Il mese successivo comunque Mattarella confermò Aleppo alla guida dell'assessorato.
Il Procuratore Gian Carlo Caselli, in un'intervista a Repubblica del 12 agosto 1997, ha affermato: “Piersanti Mattarella un democristiano onesto e coraggioso ucciso proprio perché onesto e coraggioso”.
Il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, nel libro "Per non morire di mafia", ha scritto che Piersanti Mattarella «stava provando a realizzare un nuovo progetto politico-amministrativo, un'autentica rivoluzione. La sua politica di radicale moralizzazione della vita pubblica, secondo lo slogan che la Sicilia doveva mostrarsi 'con le carte in regola', aveva turbato il sistema degli appalti pubblici con gesti clamorosi, mai attuati nell'isola».
L'assassinio - La domenica del 6 gennaio 1980, in Via della Libertà a Palermo, non appena Mattarella fu entrato in una Fiat 132 insieme alla moglie, ai due figli e alla suocera per andare a Messa, un sicario si avvicinò al finestrino e lo freddò a colpi di pistola [...] Inizialmente fu considerato un attentato terroristico, poiché subito dopo il delitto arrivarono rivendicazioni da parte di un sedicente gruppo neofascista [...]
P.S.: Qualche giorno fa in Parlamento, gli stessi statisti della Lega ex Nord che non ritennero di salutare in piedi l'intervento della Segre, fecero finta di non ricordare il nome di Piersanti: "...si, il fratello del presidente... come si chiama..."
Quel fratello del presidente non si chiama: si chiamava, ed aveva un nome - Piersanti - che i leghisti non hanno il diritto né di far finta di dimenticare, né di pronunciare, perchè lo insozzerebbero, come quasi ogni cosa che sfiorano. Io, che in vita mia non ho MAI dato un voto ad un democristiano (quelli che giudico al di sopra di ogni sospetto si contano sulle dita di una mano, e Piersanti era uno di questi), mi associo oggi col massimo di discrezione al doloroso ricordo che Sergio Mattarella si accinge a rivivere col suo viaggio in Sicilia.
Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus