"Testi disgustosi". Il Presidente Rai: "Amadeus intervenga. Chi denigra la donna nelle sue canzoni, non merita la ribalta nazionale". Ma il management del rapper lo difende: "Non è sessista ed è contro la violenza sulle donne"
Partenza decisamente in salita per il Sanremo di Amadeus. Dopo le polemiche per l’esternazione del Direttore Artistico riguardo la presenza sul palco di Francesca Sofia Novello, fidanzata di Valentino Rossi, un’altra grana si abbatte sulla testa del presentatore della 70esima edizione del Festival. Il “problema” questa volta si chiama Junior Cally, uno dei big in gara, colpevole secondo le donne Pd, ma anche secondo la Borgonzoni, candidata Lega alle elezioni dell’Emilia Romagna e di Salvini, di aver “prodotto testi sessisti” e di non “meritare dunque il palco dell’Ariston”. Una polemica che ha infiammato gli animi, tanto che il presidente della Rai ha preso una posizione, segnalando come “il Festival dovrebbe promuovere il rispetto della donna e la bellezza dell’amore. La credibilità di chi canta deve rientrare fra i criteri di selezione”.
Per questo, a parere del presidente del servizio pubblico “chi nelle canzoni esalta la denigrazione delle donne e persino la violenza omicida, e ancora oggi giustifica quei testi avanzando pretese artistiche, non dovrebbe beneficiare di una ribalta nazionale”. Foa auspica quindi che il direttore artistico Amadeus, il quale “gode di stima anche per essere persona moderata e di buon senso”, ora “sappia riportare il Festival nella sua giusta dimensione”.
Sulla questione si sono espressi in molti. Fra gli altri, il leader della Lega: “Junior Cally? Uno che incita all’odio e alla violenza contro le donne. Per un anno ho lavorato con Giulia Bongiorno per far approvare il codice rosso. Oggi leggo che la Rai e il più importante festival della canzone italiana, usando denaro pubblico, sdoganano femminicidio e stupro. Non ho parole: mi auguro che questo tizio non metta mai piede sul palco di Sanremo”.
Un gruppo di esponenti del Partito Democratico, infatti, ha condiviso l’appello contro la partecipazione del rapper a Sanremo firmato da Laura Moschini, ricercatrice e cofondatrice dell’Osservatorio di genere della Università Roma Tre.
Moschini - come ha informato lei stessa sul suo profilo Facebook - ha inviato una segnalazione alla commissione di Vigilanza Rai sottolineando come il rapper, in gara a Sanremo con il brano ‘No grazie’ (in cui critica il populismo e se la prende in maniera esplicita anche con Matteo Salvini e Matteo Renzi), abbia in passato firmato brani con versi sessisti, sboccati e violenti.
“Considero vergognoso - ha scritto Moschini - che partecipi a Sanremo Junior Cally, un rapper per ragazzini/e che ha nel suo repertorio canzoni contenenti frasi come queste: ‘Lei si chiama Gioia, beve poi ingoia. Balla mezza nuda, dopo te la da. Si chiama Gioia, perché fa la tr*ia, sì, per la gioia di mamma e papà’. ’Questa non sa cosa dice. Porca tro*a, quanto ca**o chiacchera? L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la mascherà. ‘state buoni, a queste donne alzo minigonne’. ‘me la chi*vo di brutto mentre legge Nietzche’. ci scopi*mo Giusy Ferreri [la cantante ndr]; ’lo sai che fotti*mo Greta Menchi [una influencer, ndr]; ‘lo sai voglio fott*re con la Canalis [la conduttrice ndr]’; ‘queste put**ne con le Lelly Kelly non sanno che fott*no con Junior Cally’.
Ritengo che la RAI dovrebbe svolgere un ruolo importantissimo nel contrastare la violenza contro le donne. Ma quanto meno esigo possa evitare di fomentarla dando spazio a questi ‘cantanti’”.
Dello stesso avviso Borgonzoni: “Il rapper “Junior Cally sul palco
di Sanremo è disgustoso. Uno che incita al femminicidio, allo stupro, alla violenza non può esibirsi tra i big del festival nazional popolare più famoso del Paese davanti a un pubblico di famiglie, giovani e bambini. È indegno”.
Il management del rapper lo difende: “Non è sessista ed è contro la
violenza sulle donne”
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