(Nella fotina a sinistra: la ministra Lucia Azzolina) C'era una volta il PCI-PDS-DS-PD - Un lavoro lungo e faticoso, avviare la sinistra d'antan di Enrico Berlinguer - che raccoglieva il voto di un terzo degli italiani - verso l'autodistruzione. E' stato impegnativo, ma ci stiamo quasi riuscendo.
Quando abbiamo iniziato? Forse con la Bolognina, che ha cancellato - come da reiterate richieste del cinghialone latitante, il glorioso nome di PCI (il più grande partito di sinistra del mondo occidentale. O forse con l'alleanza cogli ex DC, che ci ha costretto ad affiancarci a personaggi della levatura di Clemente Mastella, o di un Gerardo Bianco, o dello stesso Tiziano Treu, iniziatore di tutte le politiche di "liberalizzazione" del precariato.
Perchè tiro fuori questa roba adesso? Perchè mi è capitato, facendo zapping, di imbattermi in una trasmissione della Tortora, che intervistava Lucia Azzolina. Non l'avevo mai né vista, né ne avevo ascoltato il pensiero. Se qualcuno me ne avesse mostrato una foto senza dirmi chi fosse, mai avrei pensato ad un Ministro della Pubblica Istruzione. Piuttosto ad una reduce dal Grande Fratello, o ad una concorrente "velina" per "Striscia la notizia".
(Nella fotina a destra: Gaia Tortora) Così sono andato ad informarmi in rete, per scoprire un curriculum a dir poco imbarazzante. Non in assoluto, ma in rapporto alla carica rivestita. Insomma, una giovane insegnate. Così giovane, e già così discussa... Appartiene al M5S, quel partito che aveva sostenuto il governo Conte 1 (Giuseppi, che aveva accettato il sostegno della lega di Salvini), e che ora sostiene il governo di cui è parte indispensabile il nemico giurato di Salvini. Prima o poi metterò in commercio un tricolore che porti impresso il motto:
Franza o Spagna, purchè se magna
Ma veniamo allo "who's who" della ministra Azzolina. Traggo da Wikipedia:
[...] A maggio 2019 il settimanale l'Espresso pubblica una serie di articoli in cui mette in evidenza la sua partecipazione al concorso da dirigente scolastico del 2019 (per il quale era risultata idonea non vincitrice), pur essendo investita della carica di membro della Commissione parlamentare istruzione della Camera. Alle critiche su un paventato conflitto di interessi, Azzolina ha risposto affermando che si trattava di un concorso al quale si stava preparando dal 2017 (...e allora? NdR).
Il 27 dicembre 2019 Massimo Arcangeli, il Presidente della Commissione per l'accesso al ruolo di dirigente scolastico, che giudicò la prova orale della deputata, mette in dubbio la capacità della stessa nel poter svolgere l'incarico di Ministro della Pubblica Istruzione, sulla base dei risultati ottenuti nei test.
L’11 gennaio 2020 sempre Massimo Arcangeli, sul quotidiano La Repubblica, sostiene che alcuni paragrafi della tesi da lei a suo tempo presentata per l’abilitazione all’insegnamento sarebbero stati copiati da testi specialistici. Dopo la pubblicazione della notizia, i partiti d’opposizione, tra cui la Lega, ne hanno chiesto le dimissioni dalla carica governativa. Lucia Azzolina ha replicato alle accuse rilevando che non si tratta né di una tesi di laurea né di un plagio, essendo lo scritto una semplice relazione di fine tirocinio. (Quindi, secondo l'arrampicata sugli specchi della ministra Azzolina, appropriarsi di testi altrui senza citarne la fonte, in una "semplice relazione di fine tirocinio", si può fare? NdR)
Ma noi del PD ci siamo regalati prima come segretario-rottamatore (del PD) Renzi, quindi come Ministro della Pubblica Istruzione una spacciatrice di lauree. Il renzismo ha avuto il merito di portare il PD ereditato da Bersani (25%) al 41% (durato due mesi) grazie alla "marchetta 80 euri", che ci è costata e ci costerà 10 miliardi all'anno. E oggi? Il 25% del deprecato Bersani è diventato il 4% scarso del divo Renzi. Proprio vero. Ogni paese (ed ogni elettorato) ha il leader che si merita. La controprova? Sepolto Berlinguer (Enrico) e il suo terzo di consensi, l'Italia si è meritata il terzo di consensi al Berlusconi "culoflaccido", quindi il terzo di consensi al "Mò Vi Mento 5 Stalle", e infine il terzo di consensi al celodurista ex "Deputato al Parlamento della Padania" (location: tre locali più sgabuzzino delle scope e della fotocopiatrice, più cesso, in una fatiscente ala del palazzo reale di Monza: un paio di scrivanie e di sedie acquistate a rate da un mobilificio meridionale (ahahah).
A quando un terzo del paese alla post-fascista Meloni?
Forse avremmo potuto limitare i danni non accettando - prima per ordine di Renzi, poi per ordine di Casaleggio, di nominare ministri della Pubblica Istruzione (che bene o male influenzano il voto di mezzo milione di nuovi elettori all'anno). Ad esempio: non si poteva trovare non dico un altro Berlinguer, ma almeno un personaggio più presentabile di Valeria Fedeli - renziana DOC - come ministro atto a non farci rimpiangere troppo Luigi Berlinguer? Ecco chi era la Fedeli, secondo Wikipedia e secondo una fonte affidabilissima: Crozza.
Da Wikipedia: [...] Con la nomina a ministro viene investita da una polemica mediatica [...] poiché nella biografia del sito web personale aveva dichiarato di aver conseguito il diploma di laurea in scienze sociali presso la scuola per assistenti sociali di Milano (specificando l'afferenza all'Unione Nazionale per le Scuole di Assistenti Sociali) in un periodo in cui era istituito il diploma in servizio sociale. Titolo professionale riconosciuto in Italia "equipollente alla laurea" ai soli fini dell'esercizio della professione di assistente sociale, ma non valido neppure per la prosecuzione degli studi universitari atti al conseguimento di una laurea "vera" [...]
Crozza featuring Valeria Fedeli
[...] La rilevante attività accademica gli ha valso l'attribuzione di vari riconoscimenti, tra i quali:
la Laurea honoris causa Legum Doctoris nell'Università di Toronto;
la Laurea honoris causa nell'Universidad Nacional de La Plata;
la Laurea honoris causa dell'Université René Descartes di Parigi (Paris V);
la Laurea honoris causa nell'Universidad de Buenos Aires; la Laurea honoris causa in scienza della formazione nell'Università di Roma III.
Gran Croce al Merito di Germania - 1998
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore - Francia - 2005
E dire che la destra aveva fatto di tutto, per offrirci una pietra di paragone facile facile, nominando come sua testa d'uovo alla Pubblica Istruzione Maria Stalla Gelmini... Si, proprio lei. Quella che aveva partorito un demenziale elogio ufficiale, scritto, per il Governo italiano, che aveva contribuito con 49 milioni di euro alla costruzione del tunnel Ginevra-Gran Sasso (in linea d'aria 732 chilometri!). Non si può avere tutto. In fondo questa ragazzotta poteva vantare una laurea in giurisprudenza presa in Patania, ma per l'esame di stato era andata in una sede comodissima: Reggio Calabria, a 1500 chilometri da Brescia. Chissà perchè...
Devo però riconoscerle il fatto che, nel lontano 2009, la Maria Stalla ha fatto ridere per giornate intere il web. Anche noi ci siamo - come direbbero a Napoli - azzuppati il pane... Metto in calce il link ad uno dei tanti post pubblicati dal Tafanus sull'argomento. Vi prego, leggetelo. Ne vale la pena. Non tanto per il post, quanto per i commenti. Non cercate però di aprire i links alle dichiarazioni ufficiali della Gelmini: non si aprono, ed appare il messaggio "link non più valido". Traduzione? I comunicati trionfalistici della Gelmini sono stati "cremati"
La Gelmini e il tunnel riservato ai neutrini - Autunno 2009
Tafanus
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