In questi giorni ho letto (e visto in TV) un campionario di scemenze sul tasso di mortalità del coronavirus che lascia francamente perplessi. Non sto scherzando. Io sono capacissimo (e molto dotato) nello scherzare sui MIEI problemi, ma mai oserei farlo sui problemi altrui.
Partiamo dall'inizio: cos'è esattamente il tasso di mortalità? E' il rapporto fra i decessi ACCERTATI da attribuire al coronavirus, e la somma di questi decessi e degli infettati ACCERTATI dal virus, che invece ce l'hanno fatta.
Per il primo parametro (morti accertati e certamente attribuibili al coronavirus) non ci sono molti problemi. Se un soggetto viene ricoverato per sospetto d'infezione, e l'infezione viene accertata dalle analisi; se questo soggetto non reagisce alle terapie specifiche e muore, è un morto quasi certamente per il virus. Ma esattamente quanto tempo deve trascorrere per fare tutto ciò? Tanti giorni. C'è il tempo da trascorrere fra ricovero con sintomi, e accertamento dell'infezione. Questa fase può durare anche più di due settimane, visto che il solo periodo di incubazione può durare anche 14 giorni. Il paziente può essere dichiarato guarito solo dopo finito il periodo di incubazione. Quando (e se) dovesse reagire positivamente alle terapie, viene dichiarato guarito dopo almeno tre giorni di normalizzazione della temperatura corporea, e dopo un'analisi infettivologica, ripetuta due volte cogli stessi risultati. Dunque, a seconda dei casi, la manifestazione dei sintomi può trasformarsi in diagnosi accertata dopo un numero di giorni che può andare dal tempo strettamente necessario per le analisi (per persone che arrivano essendo già fuori dal loro periodo di incubazione, magari breve) e persone che arrivano in ospedale solo con un sospetto, e magari l'infezione si certifica solo dopo 14 giorni di quarantena ed analisi negative. Dunque il tempo di accertamento e classificazione della persona come realmente infetta può superare facilmente le due settimane.
Ora, occhio al calendario: i primi casi accertati e RESI NOTI dalla Cina sono del 21 Gennaio. Oggi siamo al 2 di febbraio, quindi a 12 giorni dall'inizio della storia ufficiale. Come diamine abbiamo accertato il numero certo degli infettati, e quindi dei guariti, se in molti casi questi non sono neanche a metà del periodo potenziale di incubazione?
Dunque, facciamo una prima considerazione: ad oggi NON SAPPIAMO quale sia il numero di casi accertati, e quindi NON POSSIAMO avere certezze (né dubbi vicini alla realtà) sul tasso di mortalità. Nelle prossime settimane sarà sempre minore - sul totale reale dei casi - l'eventuale errore dovuto ai primi giorni di silenzio omertoso della Cina (condannabile per questo, ma mille volte encomiabile per la durezza e drasticità dei provvedimenti presi, che costeranno alla Cina una grave recessione). E sarà sempre minore la differenza percentuale fra casi sospetti e casi confermati.
Per le successive valutazioni, ci siamo avvalsi degli stessi dati di cui si avvale l'Organizzazione Mondiale della Sanità, e cioè dei dati giornalmente raccolti e pubblicati dalla John Hopkins University, da cui abbiamo tratto questo primo grafico, che mostra la concentrazione fortissima dell'infezione attorno al suo epicentro (Wuhan e dintorni). Consolante vedere come già ancora in Cina, in megalopoli quali Shanghai e Pechino, la diffusione del virus crolli a livelli quasi europei: a Shanghai 181 casi confermati, UN decesso; a Pechino 191 casi confermati, UN decesso. Totale delle due megalopoli: due decessi su 372 casi accertati. E adesso come la mettiamo? Spostiamo il tasso di mortalità dal 2/3% allo 0,5% della somma di Shanghai + Pechino, che da sola vale quanto due terzi dell'Italia?
Prendiamo un altro esempio: nella somma dei 5 distretti cinesi con maggior numero di casi confermati (Zhejing, Guangdond, Hunou, Hanhei, Jiangxi) ci sono IN TOTALE 2459 casi confermati, e i decessi sono ZERO. Fuori dalla Cina, i casi accertati sono 171, su un totale (Cina inclusa) di 14.628. Riportiamo in calce la carta della JHU che visualizza la concentrazione dei casi accertati in tutto il mondo (in Europa siamo in totale a 19 casi accertati):
Ho sentito anche, nei vari talk-shows, un'altra sesquipedale sciocchezza, che ogni medium riprendeva dall'altro, senza chiedersi se la cosa avesse un senso o meno: "ogni "caso" di infezione ne genera due". Oh mammasantissima! Da dove viene questo dato? E in quanto tempo avviene la moltiplicazione dei cojonavirus? In un giorno? Una settimana? Un mese? E ci sono evidenze probatorie di questa sciocchezza?
E questi signori sanno che i "casi" non si possono solo sommare, ma anche sottrarre dei "casi" risolti con una guarigione o una morte? E sanno che il fattore moltiplicativo 2 (due nuovi infetti per ogni nuovo infetto, se non si specifica il tempo, non significa niente?) Questa sciocchezza mi ricorda un vecchio quiz da Settimana Enigmistica: "quante volte si deve piegare in due un foglio di carta per raggiungere uno spessore di un palazzo di dieci piani"? Sembra una cosa che richiederebbe numeri milionari, ma provate a raddoppiare 0,1 mm per 2, il risultato per 2, e così via. Vedrete che arrivare ai 30 metri della casa (30.000 mm), è roba di un attimo! Con 12 piegature in due del vostro foglio di carta, l'obiettivo è raggiunto.
Anche il numero di "casi" cumulativi accertati, riportati in un grafico interattivo della John Hopkins University, è ambiguo, perchè non dice se il grafico riporti i dati cumulativi dei casi accertati, ma depurati o meno dal numero di guariti e di morti.
Allora? Allora l'unica soluzione possibile è quella di ricavare dai dati della Hopkins (che riporta il dato cumulativo dei casi accertati in Cina e fuori dalla Cina) il numero che indica LA DIFFERENZA fra ogni dato giornaliero e il dato del giorno precedente. Mettere questi dati su Excel, trarne un grafico a dispersione, e nel grafico a dispersione inserire una linea di tendenza polinomiale. Da questa linea di tendenza polinomiale è possibile capire se le linee che indicano i casi accertati giornalmente siano in crescita, e di quanto lo siano. E abbiamo una indicazione grafica dell'andamento della diffusività della malattia. Sembra difficile, ma non lo è. Per quanto riguarda il grafico, mi occuperò di aggiornarlo io ogni due/tre giorni, e di programmare l'aggiornamento del post sul Tafanus, tenendolo di default, finchè sarà necessario, come post d'apertura del blog.
Per ora mettiamo il primo grafico, aggiornato ad oggi, col le "istruzioni per l'uso":
-a) Il giorno ZERO in ascissa è il 20 Gennaio, il giorno 10 è il 30 Gennaio, il giorno 14 è oggi, così via
-b) i puntini rossi indicano la crescita del dato cumulativo di un dato giorno rispetto al giorno precedente. Ad esempio nel giorno 11 (31 gennaio) il dato denunciava una "diminuzione della crescita giornaliera del dato cumulativo" di 500 unità: diminuzione di circa 500 unità rispetto al giorno precedente (da circa 2000 a circa 1500 di incremento del dato giornaliero cumulativo)
-c) la curva nera è la c.d. "linea di tendenza polinomiale", che prende in considerazione la media dei valori ponderata rispetto al tempo: in altri termini, assegna valore pieno ai dati degli ultimi giorni, e peso decrescente via via ai valori più vecchi nel tempo.
-d) quando potremo iniziare a stare tranquilli? quando i valori puntuali inizieranno ad abbassarsi con una certa regolarità; quando la variazione dei valori puntuali giornalieri si avvicinerà allo zero e resterà vicina allo zero. In quel momento, la curva prima si abbasserà, quindi si appiattirà, fino a diventare quasi una retta, vicina al valore zero. Ma già una semplice (e duratura) virata della curva verso il basso sarebbe tranquillizzante, poichè indicherebbe una diminuzione della diffusività del virus, e quindi un avviamento verso il cessato allarme.
P.S.: Come al solito, l'Italia si distingue nelle misure di facciata, come la "proclamazione dello stato d'emergenza" ( per due casi accertati???). Che dire? Del blocco dei voli per la Cina e dalla Cina, vogliamo parlarne? A cosa serva un blocco dei voli proclamato solo dall'Italia e dalla Germania? Chi impedisce ad un "untore" cinese di andare da Pechino o da Shanghai a Parigi, o a Londra, o a Francoforte, e di prendere poi un volo per Roma o per Milano? Questi provvedimenti o li prende l'Europa nel suo complesso, o sono un'altra misura di facciata. E chiudiamo con una notizia splendida, se confermata:
Menomale che lo Spallanzani c'è - Per fortuna, perchè uno Spallanzani che - prima struttura al mondo - riesce ad isolare il virus, risolleva e di non poco l'immagine del nostro disgraziato paese (vedi articolo)
Tafanus
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