Qualcuno mi spieghi per quale mai ragione al mondo l'Italia non riesce ad offrire a jazziste del calibro di Roberta Gambarini e poi di Chiara Izzi una concreta chance di esistenza in vita (artistica) in Italia, mentre riusciamo a mantenere in vita cantanti diventati la caricatura di se stesse (non faccio nomi, ma sembra la sfilata di mostri preoccupanti, di invadenti "faccio-tutto-io" alla Fiorello, di presentatori bolliti)...
Un pubblico che per partecipare a questa carnevalata di insostenibile lunghezza e bruttezza si compra l'abito firmato, e va dal parrucchiere e dal visagista, per poi assistere (ed applaudire con entusiasmo) alla tamarrata di Fiorello che sputa l'acqua prima messa in bocca sul collo del povero Amadeus, costretto a non mandarlo affanculo, ma a sganasciarsi dalle risate per contratto.
Ma veniamo a noi: oggi la mia forma solitaria e inutile di fuga da Sanremo mi ha portato ad iniziare il riordino delle mie centinaia di files di jazz, e così mi è ripassata davanti un'altra jazzista del gruppo delle mie favorite (anche lei - come Roberta Gambarini - in "fuga verso New York", ma solo dal 2014): Chiara Izzi.
Di Chiara vi propongo due brani: il primo è una registrazione, a New York, di un classico del repertorio jazzistico "sempreverde"; quei classici non muoiono mai, ma interpretazioni come quella di Chiara (a mio avviso una delle più belle) contribuiscono a rendere "sempreverdi". Il brano è "Just Friends", e Chiara lo registra a New York col suo quartetto, di cui fa parte un grandissimo pianista: Kevin Hays. I due - lo sentirete - si intendono a meraviglia (obbligatorio l'uso della cuffia!). L'arrangiamento è della stessa Chiara che - stavo per dimenticarlo! - non è solo una splendida vocalist che sembra nata per il jazz, ma ha alle spalle una solida cultura musicale: 10 anni di conservatorio (pianoforte).
Riporto, ad uso degli eventuali "incuriositi", l'incipit di un articolo su Chiara. Purtroppo è in inglese. Alla fine dell'incipit riporto il link all'intero articolo, per gli eventuali lettori desiderosi di approfondire.
"...Chiara is one of the rare artists that we get the pleasure to meet a few times in our life.” ( Kevin Hays)
Chiara Izzi is an award-winning singer-songwriter from Italy who has been based in New York City since 2014, three years later Quincy Jones awarded her the first prize in the 2011 Montreux International Jazz Festival Vocal Competition. Since arriving, she’s become one of New York’s busiest vocalists, sharing bandstands with such luminaries as Kevin Hays, Leon Parker, Ken Peplowski, Diego Figueiredo, Jeff Hamilton, Aaron Goldberg, Bruce Barth, Eliot Zigmund, Warren Wolf, and Anthony Wonsey.
Izzi first documented her formidable talents on her well-received 2013 debut album, Motifs (Dot-Time), singing in English, Italian, Spanish and Portuguese on an 11-track program that spanned the American and Brazilian Songbooks, Tango, high-level Euro-Pop, and Mainstream Jazz Vocalese and Scat. Izzi navigated each idiom fluently, on its own terms of engagement, displaying her prodigious vocal instrument, refined musicianship, inherent soulfulness, and ability to convey both emotional transparency and ebullient swing. In an "All About Jazz" review Michael Bailey praised Izzi as “force of nature,” while in Jazz Times Travis Rogers described her as “a talent to be heard, admired and anticipated.” [...] (continua QUI)
Tafanus
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