Lasciatemelo dire: bloccare tutto a parole, ed esentare dal blocco 22 milioni di persone "per esigenze di lavoro" non serve a niente. Si può fare di meglio.
(Nella fotina a sinistra: Ferragosto a Milano, via Vittor Pisani. Sullo sfondo la Stazioene Centrale) A mali estremi, estremi rimedi. Tutti quelli "di una certa età", come me, ricordano gli anni '60/'70, l'Italia che per Ferragosto "chiudeva per ferie" (ad iniziare dalla Fiat Mirafiori Mirafiori). Forse si potrebbe "chiudere per ferie" anche in marzo. Gli operai delle grandi fabbriche non potevano scegliere quando andare in ferie. La fabbrica chiudeva per ferie per due o tre settimane in agosto, e fine del discorso.
Quello che negli anni sessanta si faceva per scelta delle aziende, non si può fare oggi per una esigenza esiziale per la vita della gente e per lasciare all'Italia uno spiraglio di speranza? Già... Fin quando adottiamo provvedimenti "salvo deroghe", e poi affidiamo il diritto di deroga agli italiani tramite "aurocertificazioni" a cura di gente che ha dimostrato di essere totalmente priva di senso civico, non ne usciremo vivi. Indimenticabili le esilaranti "auocertificazioni antimafia" necessarie e sufficienti per partecipare agli appalti pubblici.
A titolo esemplificativo, pubblichiamo un fac-simile di una possibile autocertificazione antimafia:
"Il sottoscritto Salvatore Riina, nato a Corleone il 16/11/1930, e residente a Porto Torres (Fraz. Asinara), dichiara di non aver mai avuto rapporti con la Mafia o con altre organizzazioni criminali. In fede, Salvatore Riina"
Quelli della mia generazione ricordano benissimo quelle settimane di ferragosto negli anni 60 e 70. Milano capitale morale diventava un deserto nel quale quei pochi (come me) che potevano scegliere di NON andare in vacanza a ferragosto, godevano nel girovagare per una città incredibile, e facevano una fatica boia per trovare un baretto aperto dove mangiare un panino alla piastra. (Nella fotina a destra: la mitica Fiat 500 rientra a Milano dalle vacanze in Puglia, con tanto di damigiana d'ordinanza)
Scene indimenticabili: le città deserte, lo "Sporting Club" tutto per noi... All'epoca abitavamo al Centro Edilnord di Brugherio, e la piscina era tutta per pochi dei soci che avevano evitato come la peste di andare in vacanza a ferragosto. Per giocare a tennis il problema non era quello di trovare delle ore libere e prenotabili, ma quello di trovare qualcuno con cui giocare.
Ora mi permetto di suggerire al governo un provvedimento forte, non molto devastante, e forse risolutivo.
Lo so: molti insorgeranno invocando i diritti di scelta dei felici abitanti di uno stato democratico e cialtrone (ma a volte ne uccide di più una democrazia regalata ad un popolo con decine di migliaia di idioti in stile "assalto alla diligenza per il Sud" e di "svaligiatori notturni di supermercati", che non una dittatura che ha chiuso in un attimo - e senza deroghe e "salvo intese" - una provincia con 60 milioni di abitanti).
(Nella fotina a sinistra: un allucinante inizio dell'esodo a Milano, all'ingresso dell'Autosole) L'idea è quella di OBBLIGARE tutte le aziende che d'abitudine (e quindi con possibilità di farlo certificata dai fatti pregressi) obbligavano i dipendenti ad andare in ferie in agosto, ad anticipare A DOMANI la chiusura per ferie. Tutti a casa, senza licenziamenti (per ora) e senza costi aggiuntivi per le aziende. E con una notevole riduzione di spese per sostegno alle imprese suddette a carico dello stato.
N.B.: Ho detto TUTTI A CASA, non tutti a Milano Marittima.
Certamente non saranno 22 milioni gli "obbligabili" alle ferie anticipate, ma - come direbbero Renzi&DiMaio, fiftin millions is mejo ke tuentitu. Ma anche se fossero la metà, la certezza di trasmissione del coronavairus ad altre migliaia di persone sarebbe notevolmente ridotto. Aridatece le ferie obbligatorie. Questa volta, TUTTI A CASA, e senza le disumane code al casello dell'Autosole.
Tafanus
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