Per una volta, non siamo noi italiani a doverci vergognare, ma sono i nostri vicini di casa, sempre pronti ad impancarsi a maîtres à penser nei confronti di noi italiani. E' un fatto che all'inizio del propagarsi degli infettati in Europa, questa si sia manifestata con particolare virulenza in Italia. Cugini e zietti in Europa si erano fiondati immediatamente su questo dato di fatto, per partire lancia in resta con campagne mediatiche contro l'Italia.
L'Italia si è giustificata dicendo che i numeri alti di infetti si spiegava con l'elevato numero di tamponi effettuati SOLO da noi in Europa. Dato incontrovertibile, visto che è stato certificato anche dalla OMS. E sui dati forniti (o nascosti) dagli altri paesi, devo dire - con una punta di orgoglio vendicativo, che la Protezione Civile italiana fornisce giornalmente una serie di dati molto analitici. In calce (e con orgoglio) pubblico la tabella coi dati analitici forniti giornalmente dall'Italia, e avanzo una teoria sintetizzata in un vecchio proverbio: "Chi cerca, trova"
Afferrato? In italia i tamponi si sono fatti, se ne sono fatti tanti (a ieri, 49.937), e la Protezione Civile fornisce i dati ogni giorno, alle ore 18:00. I numeri totali degli infettati, insieme ad una miniera di utilissimi altri dati dettagliati.
E i dati dei nostri maîtres à penser? Lo confesso: li ho cercati, ma non li ho trovati. Ecco qualche dettaglio sull'informazione fornita dagli altri paesi (Credit: Il Fatto Quotidiano)
GERMANIA: A fronte di 555 casi positivi notificati al 6 marzo 2020, un portavoce dell’Istituto Robert Koch (Rki) di Berlino – organo di riferimento scientifico sul Coronavirus per il governo tedesco – ha dichiarato al Fatto che “non è in grado di fornire il numero totale di test finora effettuati”. Il 3 marzo, riportavano “alcune migliaia” di tamponi fatti, ma non la cifra esatta. Al 6 marzo, l’Istituto ha aggiunto: “Secondo il Der Spiegel, la scorsa settimana sarebbero stati effettuati 10.700 tamponi”. Sembra incredibile che l’Istituto scientifico di riferimento per la Germania debba apprendere i dati dai media, e non viceversa.
FRANCIA: Al 2 marzo, il sito del ministero della Salute riportava poco più di mille test effettuati. Non sembra esserci ulteriore aggiornamento [...] Il ministero, più e più volte contattato dal Fatto per chiarimenti, non ha dato risposta.
SPAGNA: Il ministero della Salute ha risposto che non rende pubblico il numero di test effettuati, né ha risposto sul numero di pazienti in terapia intensiva e i criteri di inclusione al tampone.
REGNO UNITO: Sul sito del governo, al 6 marzo, risultano 20.338 test effettuati, 163 positivi e un paziente deceduto. Al 3 marzo, quando l’Italia aveva effettuato oltre 23.000 tamponi, il Regno Unito ne aveva effettuati 13.000.
POLONIA: Il ministero della Salute ha rilasciato al Fatto il numero di test effettuati fino al 6 marzo (900): 5 positivi (il primo notificato il 4 marzo, gli altri quattro il 6), zero decessi e zero in terapia intensiva, ma 1.299 persone sono in quarantena e 6.184 in “osservazione epidemiologica”.
ALTRI PAESI: Fra le nazioni meno popolose, l’Austria rende pubblico il dato di 4.000 test effettuati con 47 positivi; la Norvegia, 1.395 con 56 casi positivi; la Svizzera ha effettuato 3mila test, di cui 87 positivi; la Finlandia 360 test e 12 positivi. Il ministero della Salute portoghese, così come quelli rumeno, ungherese e olandese non hanno risposto.
Reticenze che destano sospetti. Stranezze come il caso tedesco, il cui governo deve mandare un fattorino in edicola a comprare Der Spiegel, per sapere quanti tamponi ha fatto. Macron e Merkel che dopo una prima tentazione di "azzupparsi 'o pane" nel Caso-Italia, a sorpresa abbassano i toni... Che sapessero già di non poter scendere troppo pesanti con noi, perchè a breve avrebbero avuto bisogno della comprensione altrui?
Per conto mio, a fronte di questo mucchio di reticenze, ho voluto capire se la correlazione fra numero di tamponi e numero di casi di coronavirus fosse una scusa italiana, o un fatto accertato per acta
Cos'è l'indice di correlazione? Provo a spiegarlo con linguaggio adatto ai molti che non hanno fatto necessariamente studi di statistica. E' un numeretto, compreso fra -1 e +1. La correlazione perfetta (inesistente in realtà) si ha quando, ad esempio, a fronte dell'aumento di prezzo di un prodotto del 10%, si verifica un calo delle vendite di questo prodotto del 10%. Ove il calo delle vendite fosse del 5%, avremmo un indice di correlazione pari a 0,5. Sembra complicato, ma non lo è.
E i casi di indice negativo? Sembra strano, ma esisto prodotti che lo fanno registrare. Intanto i prodotti "status-symbol" (La Rolls Roice, il Rolex, il Veuve Cliquot Millesimato, ma anche prodotti per la cura della persona etc). I prodotti "status-symbol" più aumentano di prezzo, più sono ambiti dal generone e dai nuovi ricchi. Prezzi alti di prodotti per la cura della persona, o farmaci, spesso "tranquillizzano" l'utente più di analoghi prodotti a basso prezzo e con le stesse caratteristiche.
Infine, ci sono prodotti e servizi ad indice prossimo allo zero. Sono, ad esempio, quei servizi e prodotti che non consento di graduare il consumo in funzione del prezzo. Caso tipico? il costo dei trasporti per chi va a lavorare fuori casa (benzina, pedaggio sulla tangenziale, parcheggio... Cosa può fare un povero cristo se aumentano di molto? Non andare a lavorare?)
Chiarito a spanne (e spero in maniera comprensibile) cosa sia l'indice di correlazione, veniamo al nostro caso. Questo indice non si applica solo all'andamento di prezzi e consumi, ma a qualsiasi gruppo di dati di cui si abbiano almeno due serie storiche. Nella fattispecie, il numero di tamponi, e il numero di persone risultate positive al coronavirus. E' quello che abbiamo fatto, grazia alla dovizia, affidabilità e numero di dati forniti dalla Protezione Civile.
Avevo messo a punto uno schema di calcolo qualche giorno fa, mettendo in correlazione, per tutte le regioni italiane con casi di infezione, la serie "tamponi" con quella "casi positivi". Non l'ho pubblicato perchè il numero di regioni con casi positivi era non molto alto, ma avevo trovato un indice di correlazione pari a 0,80. Ho atteso qualche giorno, qualche altra regione si è aggiunta, e ho aggiornato coi dati di ieri il programma (dati in calce) trovando che con un maggior numero di casi è salito l'indice, da 0,80 a 0,84.
Credetemi, questo indice è MOLTO alto, ed indicherebbe che la teoria delle autorità italiane (cioè chi fa più tamponi trova più casi) non è una excusatio non petita, ma un dato dimostrabile. Il numero di tamponi non spiega tutto, ma una buona parte degli alti numeri italiani si. Con buona pace dei nostri "cugini, prozii e fratellastri" mitteleuropei. Ai quali consiglierei di darsi una calmata, perchè arriverà anche il loro turno.
Tafanus
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