In un momento in cui la paura del contagio da coronavirus cresce di giorno in giorno di fronte ai crudi numeri, il professor Guido Silvestri, ordinario e capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, ha voluto condividere dieci punti per avere ottimismo in questa crisi, elencando una serie di evidenze scientifiche emerse dallo studio del Covid-19.
(Credit: Antonio Palma - fanpage.it)
Mentre in Italia e nel mondo la paura del contagio da coronavirus cresce di giorno in giorno di fronte ai crudi numeri che danno conto dei positivi al Covid-19 e dei decessi causati dalla malattia, che non accennano a diminuire a livello globale, un messaggio di speranza arriva dal professor Guido Silvestri, ordinario e capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, direttore della Divisione di Microbiologia ed Immunologia allo Yerkes National Primate Research Center e membro dell’Emory Vaccine Center. In un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook, l'esperto elenca dieci motivi per essere ottimisti in questa situazione di crisi globale. "Scrivo questo post alla fine di una giornata di 14 ore tra ospedale e laboratorio (e domani sarà ancora peggio). Sono stanchissimo, ho mal di testa, ma lo faccio volentieri perché credo fermamente che fare Buona Informazione sia utilissimo in un momento difficile come questo" ha scritto Silvestri nel lungo intervento dal titolo "L'ottimismo che viene dalla conoscenza".
Nei dieci punti il professor Guido Silvestri elenca una serie di evidenze scientifiche emerse dallo studio del nuovo coronavirus: dall'origine del virus alla scarsa incidenza sui bambini, dalla letalità complessiva al gran numero di asintomatici riscontrato nel mondo, passando dal punto sulle terapie sperimentali in corso esui tempi del possibile vaccino. Questi i dieci punti:
1- ORIGINE DEL VIRUS. È uscito due giorni fa uno studio sistematico delle sequenze genetiche di SARS-CoV-2 (Andersen KG et al. Nature Medicine 2020) che dimostra senza ombra di dubbio che il virus ha una origine naturale e zoonotica (da animali, ed in particolare pipistrelli e pangolini). Per cui la storia del virus “creato” in laboratorio si conferma una bufala colossale.
2-COVID-19 NEI BAMBINI. Lo studio comprensivo della infezione COVID-19 nei bambini cinesi dimostra che su 2145 casi totali oltre il 90% erano asintomatici, lievi o moderati, con un solo decesso riscontrato, per una letalità dell’infezione – definita come numero di morti diviso per il totale dei casi – che è, per gli infettati sotto i 18 anni, pari a <0.05% (Dong Y et al. Pediatrics 2020).
3-LETALITA’ DI COVID-19. Mentre i morti aumentano drammaticamente sia in Italia che in altri paesi, è importante ricordare che sulla base dei dati complessivi a disposizione la letalità è stimata inferiore al 2%, il che significa che il 98% delle persone infettate guariscono (Fauci AS, comunicazione personale). Il numero alto di morti che osserviamo in questi giorni è pertanto da relazionare al numero alto di persone infettate, spesso con sintomi lievi o addirittura senza sintomi. Ricordo anche che tutti i dati disponibili confermano che la stragrande maggioranza dei decessi ha più di 60 anni e presenta co-morbidità importanti (diabete, ipertensione, COPD, cardiopatia ischemica, etc).
4-VIRUS SULLE SUPERFICI. Uno studio recente indica che SARS-CoV-2 vive fino a tre giorni in certe superfici come plastica ed acciaio, e solo per poche ore in superfici come cartone e rame. Il virus sembra sopravvivere per tempi brevi, alcune ore al massimo, come aerosol (Van Doremalen et al., N Engl J Med 2020). Evitiamo paranoie del tipo "il virus sopravvive nell'asfalto per mesi", che sono basate sul nulla.
5-IMMUNITA’ NATURALE. I dati sull’immunità naturale verso SARS-CoV-2 che è acquisita da persone infettate e guarite non sono al momento tali da permettere affermazioni perentorie, ma per quanto sappiamo sugli altri coronavirus una immunità naturale almeno temporanea dovrebbe svilupparsi per un periodo di almeno 6-12 mesi (Ralph Baric, intervista sul "The Week in Virology podcast" – ricordo che Baric sta ai coronavirus come Maradona sta al calcio).
6-TERAPIE. Al momento la cosa più importante nei casi severi o critici di COVID-19 – che sono una minoranza – é il supporto respiratorio, mentre non ci sono “farmaci magici” che fanno guarire dalla malattia, né in Russia né altrove. Però ragionevoli speranze vengono da antivirali come il Remdesivir, e immunomodulatori come Tocilizumab, Baraticinib, ed altri. Ricordo che queste ultime sono terapie da riservare a casi severi o critici, mentre quelli lievi e moderati guariscono da soli o con terapia sintomatica.
7-VACCINO. Si sta lavorando alacremente soprattutto qui negli USA su diverse piattaforme vaccinali, in particolare vaccini a RNA e vaccini a base della proteina spike (S) ricombinante. Questi vaccini potrebbero essere pronti per gli studi clinici iniziali (safety + immunogenicity) entro il prossimo autunno, anche se per studi di efficacia clinica vera e propria ci vorranno probabilmente 12-18 mesi.
8-EFFETTO TEMPERATURA. Continuano ad esserci indizi – non prove, ma certamente indizi – che i danni della pandemia di COVID-19 possano almeno in parte attenuarsi con l’arrivo della primavera. In questo senso sarà importante seguire l’andamento dell’epidemia in Africa, America Latina e Sud-Est Asiatico, in particolare Malaysia, Indonesia, Philippines, India e Bangladesh (e forse anche nell’Italia del Sud).
9-EFFETTO CIARLATANI. Per favore smettiamo una volta per tutte di ascoltarli. Mi riferisco sia ai ciarlatani in malafede — che sono solo degli sciacalli, cialtroni ed accattoni — che a quelli, ahimè, in buonafede, cioè persone credulone ed impaurite che spargono disinformazione perché, molto semplicemente, non sanno di cosa stanno parlando. La disinformazione non serve mai a nulla, in generale e tanto meno in una situazione come questa.
10-OTTIMISMO, SEMPRE E COMUNQUE. Io rimango nonostante tutto fermamente ottimista, e sono convinto che tra qualche mese torneremo a vivere come prima – anzi, che vivremo meglio di prima, se da questa grande paura avremo imparato le giuste lezioni, come scienziati, come cittadini (sia in Italia che in USA) e come umanità in generale. Perché questa è la vera, grande sfida che dobbiamo vincere tutti insieme – anche per onorare nel modo migliore possibile le vittime di questa malattia.
Prof. Guido Silvestri
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Chi è Guido Silvestri - Presidente del dipartimento di patologia al policlinico della Emory University, Atlanta, e molte altre cose ancora
Da oltre 20 anni negli States, il docente senigalliese è ora a capo dell'intera sezione che comprende varie branche della medicina all'università della Georgia, con oltre 150 medici in otto ospedali (FONTE)
SENIGALLIA – Al vertice del più grande dipartimento della Emory University School of Medicine di Atlanta c’è un senigalliese. Si tratta di Guido Silvestri, già rinomato docente all’università americana della Georgia, nonché presidente dell’ANRS (Agence Nationale de Recherche sur le SIDA et les Hepatites) e presidente delle cellula di Ancona dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.
Un nuovo incarico di prestigio quello conferito a Silvestri a inizio mese, di presidente (= chairman) del dipartimento del policlinico universitario che include le sezioni di anatomia patologica, citologia, servizio trasfusionale, medicina legale, laboratorio analisi, microbiologia clinica, immunologia clinica e tossicologia.
A darne l’annuncio con deciso orgoglio è lui stesso: «Questa – ha scritto Guido Silvestri sul suo profilo Facebook – nuova ed importante responsabilità, che tra le altre cose mi “riporta” nell’arena clinica dopo un intervallo di 8 anni, arriva in modo relativamente inaspettato ed in una fase della mia vita non facile dal punto di vista personale».
Oltre alla sfida di dirigere un così grande nonché complesso dipartimento che può contare su oltre 150 medici divisi tra otto ospedali al servizio di alcuni milioni di persone, per Silvestri c’è sempre la ricerca di base, la sua vera passione che l’ha reso noto in tutto il mondo per i suoi studi sull’Hiv.
Proprio in quest’ambito il docente senigalliese e il suo staff allo Yerkes Primate Center (sempre parte della Emory University di Atlanta) stanno avendo nuovi e promettenti risultati nella prevenzione e cura dell’Aids.
Un giustificato ottimismo da parte del docente e ricercatore di Senigallia, da oltre 20 anni stanziato in America, che rende orgogliosi sia i concittadini sia le istituzioni locali che più volte hanno salutato i suoi successi con messaggi pubblici.
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