In Germania si ingrossano talmente le fila dei favorevoli ai coronabond, che le adesioni arrivano anche da chi era sempre stato contrario a strumenti di mutualizzazione del debito o a chi non aveva lesinato critiche, in passato, all’Italia e all’idea di una mano tesa al fronte dei Paesi mediterranei.
 
Dall’autorevole settimanale Spiegel è arrivato un durissimo fondo contro Merkel del direttore, Steffen Klusmann, dal titolo eloquente. Il rifiuto degli eurobond da parte della Germania“è non solidale”, ed è “gretto e vigliacco”.

Secondo Klusmann, il suo Paese dovrebbe “forse” ricordarsi “per un momento chi è stato a cofinanziare la ricostruzione della Germania nel Dopoguerra”. Il direttore dello Spiegel ha sottolineato che i bond in comune “non sono un’elargizione” generosa del fronte del Nord. E che occorra rendersi conto dell’enorme violenza della pandemia che ha comportato una vera e propria tragedia umana e medica in Italia e in Spagna- anche perché ultimamente ambedue gli Stati avevano attuato una forte politica di austerity, come voluto da Bruxelles- e sicuramente non perché vivessero al di là delle loro possibilità”.
 
Ma continua ad essere attivo anche il fronte di politici ed economisti italiani e tedeschi che nei giorni scorsi aveva formulato un appello comune a Merkel per promuovere dei “Bond europei per la Sanità”. Una proposta partita dai tre parlamentari europei dei Verdi tedeschi Sven Giegold, Alexandra Geese e Franziska Brantner, sottoscritta anche da personalità di spicco come Mario Monti, Enrico Letta, Tito Boeri, Fabrizio Barca, Emma Bonino, Carlo Feltrinelli, Gad Lerner, Giulia Maria Crespi, Lella Costa o Giovanni Soldini.

20200409-merkelNella lettera di legge che l’obiettivo della discussione europea in corso sugli strumenti per affrontare la crisi debba essere “l'emissione di European Health Bonds (Titoli Obbligazionari Europei a supporto della Sanità) che abbiano un obbiettivo comune, chiaro, definito e soggiacente a linee guida stipulate congiuntamente. Ciò permetterebbe di sostenerne l'intero onere congiuntamente e democraticamente”.

Poco fa, in una conferenza stampa, uno dei firmatari, l’economista Michael Huether, direttore dell’influente IW (Institut der deutschen Wirtschaft) - negli anni passati contrario agli eurobond - ha ricordato che “abbiamo bisogno di molti soldi per affrontare questa crisi. La Bce non può fare tutto da sola”. Ed è importante anche “segnalare ai mercati che finanziamo un programma insieme”, e che l’Europa non si disgrega, in quest’emergenza pesantissima. Il problema, ha ricordato Huether, è anche la dimensione degli aiuti: insieme ad altri economisti tedeschi, il direttore dell’IW si è detto convinto che servano “un’enormità di soldi”, e ha proposto uno sforzo comune da mille miliardi di euro.

Tra i sostenitori dell’appello c’è anche l’europarlamentare della Cdu di lungo corso, Elmar Brok. Nel suo partito - quello di Angela Merkel - l’opposizione a un’obbligazione comune non è granitica, come dimostrano le singole prese di posizione di alcuni politici di spicco, anche se la stragrande maggioranza dei conservatori resta scettica rispetto a una mutualizzazione del debito. Brok ha definito invece “dogmatico” il dibattito sugli eurobond in Germania. E il senatore Mario Monti ha ricordato che rispetto alla crisi finanziaria del 2008 la situazione è differente, e che i Paesi precipitati nell’emergenza della pandemia “non hanno commesso "peccati". L’ex presidente del Consiglio favorirebbe soluzioni multiple, tra cui l’ampliamento del Bilancio europeo cui la Germania sta dicendo di sì in queste dure ore di negoziato a Bruxelles, per finanziare la ricostruzione.

Per Franziska Brantner (Verdi), tra i promotori dell’iniziativa italo-tedesca, “l’importante è agire velocemente. Qualche settimana fa avrei risposto ‘lei è pazzo’ a qualsiasi persona che mi avesse detto che la Germania avrebbe spezzato il pareggio di bilancio per finanziare aiuti in deficit per centinaia di miliardi. E invece, è successo. Adesso dobbiamo essere veloci e creativi nei modi di finanziarci”.
 
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Ai cazzoni che governano l'Olanda (il Paese Basso che più basso non si può) non rivolgo nessun appello. Non parlo coi fascisti, perchè non sono in grado di capire. Ma visto che alcuni paesi hanno fatto improvvise strambate sul tema "coronabond" solo dopo aver visto allineate le bare in casa loro, non posso che contare sul fatto che anche nel "gentile paese dei tulipani" possano arrivare tante belle bare, quante ne sono arrivate nel ClubMed. Solo il tanfo della morte in casa loro potrà spiegare, meglio di mille discorsi, cosa sia successo in casa altrui.

Conosco già la possibile obiezione: non si augura la morte a nessuno. Lo so. Lo sapevo anche prima. Ma non si può neppure restare indifferenti alla morti altrui, se queste avvengono in quella che chiamavamo pomposamente " la casa comune". Oppongo all'indifferenza il disprezzo. Se la morte di alcune migliaia di olandesi può salvare dalla miseria alcuni milioni di italiani, si spagnoli, di francesi, accetto il tasso di cambio. OK - Il prezzo è giusto

Tafanus