Scrivo questo post perchè sono sempre stato ferocemente contrario alla fregola della fine del lockdown al primo timido segnale di miglioramento dei numeri-indice (positivi, nuovi positivi per giorno, decessi, terapie intensive, guariti, eccetera).
Scrivo questo post per mettere in guardia tutti dai facili ottimismi, e per contrare le facili proteste contro le troppe limitazioni (?) che resteranno in vigore dopo l'inizio della "fasetta 1,05" (della "fase due" come molti se l'aspettavano non c'è traccia, ed è bene che non ci sia traccia, in un paese dove i nuovi casi viaggiano ancora fra i 2000 e i 3000 al giorno, e i morti sono ancora pari al precipitare di un paio di jumbo-jet al giorno).
Scrivo questo post come "warning". ATTENZIONE, se è potuto accadere a Singapore di riscuotere lodi superlative da molti di noi, per poi ritrovarsi in un attimo da una posizione che era fuori dalla 80° al mondo in termini di positivi per milione di abitanti, all'11° posto, a due posizione dall'Italia Cialtrona, può succedere anche a noi di passare, per la fregola di dire un intempestivo si alle varie lobbies, dal 9° posto al 3°.
Governare significa anche saper resistere alle pressioni, siano esse dei politicanti alla Renzi o alla Salvini, o dei vertici confindustriali (il nuovo presidente ha una grande esperienza aziendale: è alla guida di un'azienda di... ben otto persone), o della CEI (Conferenza Episcopale) che ha attaccato in modo osceno il governo, reo di non aver inserito nell'ultimo decretino la riaperture delle messe.
Governare significa anche, prima di straparlare della "soluzione-metrò" alla milanese, di collegare due sinapsi e immaginare le cose nella realtà. Dunque, sono state immaginate ben due soluzioni per il metrò:
La prima - Il metrò si può usare, però rispettando il social distancing. Certo. Basta fare una simulazione anche oggi che al lavoro ci va solo (si fa per dire) il 40% della gente. Basterebbe salire sul metrò in una stazione capolinea (poniamo Sesto Marelli), e verificare che già a Villa San Giovanni (una fermata) dovrebbero lasciar fuori metà della gente in attesa. E l'altra metà, più quasi TUTTI quelli del resto della linea 1? Si fottano, o vadano in macchina (se ce l'anno) bloccando il traffico come nei giorni di sciopero del metrò.
La seconda - L'altra idea geniale è stata quella di "chiudere una fermata ogni due" per evitare gli affollamenti. E gli altri? I più atletici, si faranno una fermata a piedi, e poi saliranno ugualmente su quel treno? Oppure andranno al lavoro a piedi, qualunque sia il numero di fermate da percorrere?
Questa osservazione non rientra nella categoria del "senno di poi", visto che ne scrivo, inascoltato, dal primo giorno in cui sono state avanzate queste brillanti idee. Ieri, per la prima volta, ho sentito un governante scoprire (che genio!) che il problema della "fase due" per categorie (e non per aree geografiche) crea forse più problemi di quanti non ne risolva. E oggi persino il giornalista Borgonuovo (vicedirettore di un giornaletto di destra, e quindi lontano anni luce dalle mie idee, ha scoperto che a Milano, con l'inizio della fase 1,05, si porrà un piccolo problemino "metrò" che riguarderà la stragrande maggioranza degli utenti.
Ma torniamo a Singapore. Consiglio a tutti la lettura di questo articolo del Corsera che spiega molto bene sia come la fase 1 di Singapore sia stata esemplare, sia come sia stato facile incorrere in una ricaduta che nei numeri si è dimostrata più disastrosa della prima fase, e superiore alle peggiori previsioni. Una sola annotazione: l'Italia peggiore, al culmine dell'infezione, ha fatto registrare un incremento giornaliero dei positivi di circa 4000 casi: Singapore della ricaduta ha fatto registrare fino a 1436 casi in più in un giorno. In altri termini, in rapporto al numero degli abitanti, è come se in Italia ci fosse stato un incremento di 15.500 casi in un giorno.
Questo un piccolo stralcio dell'articolo linkato, del quale raccomando peraltro la lettura integrale:
[...] Come mai? Intanto Singapore non si è chiusa ermeticamente al mondo anche se quarantena e tutte le iniziative di prevenzione possibili sono operative. Tanto che è stata decretata la chiusura di bar, cinema, scuole, negozi e imprese non essenziali, e persino i luoghi di culto per meglio arginare la «seconda ondata». Dovuta stavolta non a ospiti stranieri ma a migliaia di cittadini di Singapore rientrati da Paesi come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti o l’Indonesia dove si trovavano in visita o erano residenti per studio e lavoro. Sono stati proprio alcuni di loro a «riportare» nei giorni scorsi il coronavirus in una città che apparentemente era riuscita a contenere l’epidemia in termini più che accettabili. Cosa succederà ora? Il lavoro degli investigatori può funzionare se la malattia è nelle fasi iniziali e i contagiati sono pochi (nella prima ondata erano stati rintracciate, una per una, seimila persone). Ma se l’epidemia moltiplica i focolai, allora l’opera di individuazione di tutti i contatti diventa un lavoro immane se non impossibile. E quindi si torna alle tecniche più semplici: quelle che vediamo in opera anche da noi. In una parola inglese, lockdown totale [...]
Conclusioni? solo ciò che ho scritto in premessa. Forse sarebbe più intelligente darsi altre due/tre settimane di blocco totale, e poi riaprire per regioni e non per categorie, iniziando da quelle che raggiungeranno via via la "crescita zero". Una ripartenza in Italia, in stile Singapore, sarebbe una catastrofe totale.
P.S.: più tardi pubblicherò - ma solo su fb - le quotidiane eleborazioni sui dati del coronavirus, aggiornate alle 17:00 di oggi.
Tafanus
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