Giletti "risolve problemi": i suoi - Basta guardarlo, per capire. Lo sguardo ironico, l'allure alla Charles Bronson, il titolo leggermente provocatorio della sua nuova trasmissione... Cos'è, una presa di distanza dalla sua vecchia trasmissione in RAI? E perchè è venuto via? dimissioni spontanee o dimissioni spintanee? E "Non è l'Arena" è un titolo da banalità ad cazzum, o un parto miserello da polemista anti-RAI fuori tempo massimo?
Giletti, dopo aver dato una severa lezione alla mafia, in difesa delle tre pastore siciliane, alle quali ha dedicato non so quante ore complessive di trasmissione, oggi, si lancia in una fantastica inchiesta "giornalistica", contro una casa di riposo (diciamo "una casetta" di riposo, visto che stiamo parlando di 87 ospiti), di cui - secondo questa inchiesta - ci sono una settantina di positivi, e ci sono stati fin qui 7 decessi (strano, no??? 83 ospiti, tutti nella fascia d'età più a rischio, che vivono gomito a gomito in un aerosol di coronavirus, e ci sono solo 7 decessi? con un tasso di mortalità FRA INFETTI ANZIANI inferiore al 10% ??? Qualcosa non mi torna.
Fra i titoli di testa dell'inchiesta si diceva che in questa casa di riposo forse stanno facendo morire di fame (con predeterminazione?) i pazienti. La prova? UNA anziana ha telefonato a sua figlia, dicendole che la stanno faceno morire di fame. Che aveva chiesto di mattina un panino, e non era arrivato niente.
Non faccio ipotesi. Quando e se la procura indagherà, ne riferiremo.
Mi sorprende o mi indigna l'inchiesta di Charles Bronson? Niente affatto. Ho solo due forti elementi di perplessità:
-1) L'inchiesta (chiamiamola così) riguarda una casetta di riposo da 83 posti-letto, dove si sono verificati solo 7 decessi (ma agli altri 76 ospiti hanno dato il panino, o si tratta di pazienti digiuno-resistenti?) in un paesino di 5444 abitanti, distante 601 chilometri dalla sede romana de La7. Fare questa inchiesta in un paesino lontano da qualsiasi struttura di produzione TV dev'essere costato uno sforzo economico ed organizzativo notevole.
-2) Ci sarebbe stato un caso più interessante, meno problematico da studiare, supportato da più di una testimonianza, con più morti, potenzialmente più devastante, e più a portata di mano degli studi TV?
SI, ci sarebbe stato. A Milano, per esempio, La7 ha due studi TV: uno in via Belli, e uno in via Deruta. Per uno strano caso del destino, entrambi distano solo 11 chilometri da via Trivulzio, dove ha sede il Pio Albergo Trivulzio. Senza fare 601 chilometri, si sarebbe potuto (o dovuto?) aprire una bella e logisticamente comoda inchiesta sul Pio (?) Albergo Trivulzio?
Si. Si sarebbe potuto e dovuto. Innanzitutto per i numeri coinvolti (1300 pazienti anzichè 83, e 100 decessi anzichè 7); per la vicinanza agli studi (11 chilometri anzichè 601); per il passato poco glorioso del Trivulzio (dove, ricordiamolo, il mazzettificio ha dato vita a Tangentopoli (cfr. Signor Chiesa); infine, per il numero e la qualità delle testimonianze e dei fatti accertati per acta (ad esempio, un FATTO è il licenziamento - poi revocato grazie ad una dura reazione sindacale - di un primario dal passato senza macchia, che aveva osato ordinare per il personale medico e paramedico l'uso di mascherine e guanti. E ora, per sovrappeso, due separate inchieste: una del Ministero della Sanità, che ha già mandato gli ispettori, ed una della procura di Milano, che indaga sull'ipotesi di reati lievissimi: diffusione colposa di epidemie e omicidio colposo. Ma lasciamo i dettagli all'articolo pubblicato su tiscali.it
La strage di anziani al Trivulzio, l'inchiesta e i dubbi: morti da Coronavirus nascoste? La Procura di Milano indaga sull'esplosione di decessi (100 solo nell'ultimo mese) e il ministero della Sanità manda gli ispettori. La difesa di Fontana e Gallera, le denunce di familiari e sindacati
Diffusione colposa di epidemie e omicidio colposo. E' questa l'ipotesi di reato su cui si è mossa la Procura di Milano di fronte alla "mattanza" da virus degli anziani nel polo geriatrico più importante d'Italia, il Pio Albergo Trivulzio. Un emblema di come il Covid-19 stia colpendo pesantemente le persone di età avanzata in tutto il Paese, dramma nel dramma. Il Trivulzio spicca per numero di morti: 70 a marzo. Una tendenza che va solo a crescere, con altri 30 decessi nella sola prima settimana di aprile. ll ministro della Salute, Roberto Speranza, e il suo vice Pierpaolo Sileri hanno mandato ispettori per capire cosa stia succedendo.
ll dramma delle Rsa (Residenze Sanitarie Assistenziali) - Nell'emergenza della pandemia da Covid-19 c'è un allarme particolare che riguarda le Rsa italiane. Non solo il Trivulzio (struttura storica, segnata nel 1992 da Tangentopoli: fu l'arresto dell'allora presidente della struttura, Mario Chiesa, a innescare Mani Pulite). Altre indagini guidate dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e scaturite da denunce di lavoratori e familiari di vittime nei confronti dei vertici delle strutture, sono in corso pure sull'Istituto Palazzolo Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano (che si difende: "Nessuna negligenza") su una casa famiglia di Affori, quartiere di Milano, altre case di riposo fra cui una nel quartiere Corvetto. Si apre uno di ulteriore preoccupazione con il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, chiede "alle Regioni di comunicare tempestivamente alla Protezione civile, attraverso il monitoraggio delle ASL, quali sono le Rsa in condizioni di maggior criticità". Sentita dall'Ansa, una operatrice della Residenza sanitaria assistita Ferrari, a Milano, ha detto: "Non ho mai visto una situazione del genere, in un mese sono morti circa 40 pazienti. Luca Degani, presidente di Uneba Lombardia (associazione che riunisce più di 400 case di riposo, punta il dito contro la Regione Lombardia: "Sottovalutato il rischio di strutture per anziani e disabili".
La difesa di Fontana e Gallera - Sui quanto sta accadendo al Pio Abergo Trivulzio, arriva la difesa del governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana: "Abbiamo fatto tutto con il massimo rispetto. Il riferimento è alle critiche ricevute per la richiesta dello scorso 8 marzo, quando la Regione chiese alle Agenzie di tutela della salute di individuare case di riposo per accogliere pazienti Covid-19 dimessi dagli ospedali e in quarantena. Secondo Fontana: "Quei pazienti non sono stati messi a fianco agli altri già nelle Rsa, esistevano dei reparti vuoti e non utilizzati. Abbiamo semplicemente dato delle linee guida rispettate dalle case di riposo, che hanno una loro autonomia di gestione". Così l'assessore al Welfare Giulio Gallera: "Fu chiesto alle Rsa di ospitare i pazienti colpiti dal Coronavirus in maniera volontaria e solo a quelle "con aree totalmente separate dagli altri ospiti. E specifica che su quella questione c'è stato un "grave travisamento della realtà" [...]
Morti nascoste alla "Baggina"? - Il direttore del Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio, ha riorganizzato la struttura al volo stabilendo che sia la dottoressa Vasaturo a occuparsi d'ora in avanti della camera mortuaria, e ha chiesto di avere dettagli precisi sul numero delle salme e su ogni data di decesso. I corpi sotto i teli bianchi si moltiplicano nell'obitorio e le bare arrivano anche nelle chiese lombarde. C'è da capire se davvero ci sia stata una cattiva gestione del contagio da Coronavirus e se esistano, come conseguenza di questo, morti nascoste alla "Baggina" (come i milanesi chiamano il Trivulzio). E da verificare se, come denunciato da diverse rappresentanze sindacali, nella residenza per anziani (ne ospita fino a 1300) sia stata taciuta una situazione più grave e scoraggiato l'uso di mascherine e guanti, derubricando i contagi a normali bronchiti. Altro punto critico: capire quanti anziani, forse già contagiati dal Covid-19, siano stati mandati a casa e in seguito morti. (credit: tiscali.it)
7 aprile 2020
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