Ancora una volta questo becero razzista pluricondannato si è distino per stupidità e bieco odio razziale. Solo un paio di giorni fa ha pubblicato sul suo giornaletto un articolo sul quale la magistratura farebbe bene ad aprire d'ufficio un fascicolo (solo con l'ipotesi di istigazione all'odio razziale, visto che la stupidità non è ancora reato).
Ecco alcuni passaggi dell'intelligentissimo articolo di Libbbero:
[...] “Dopo due mesi di detenzione, cosa mai successa a memoria di vivente, mi sembra normale che i reclusi ne abbiano piene le scatole, non tanto di stare barricati tra le mura domestiche, quanto di non poter lavorare e guadagnarsi il pane che inizia a scarseggiare. Qui al Nord in particolare la gente è impaziente, non riscuote più lo stipendio, i piccoli risparmi familiari si sono esauriti, ovvio che punti a riprendere le proprie attività, questione di sopravvivenza. Non si tratta di correre in strada a suonare il mandolino, bensì di tornare in fabbrica pur con tutte le protezioni che evitino nuovi contagi“.
“Attenzione, manutengoli ingordi, a non tirare troppo la corda, poiché correte il pericolo di rompere il giochino che fino ad ora vi ha consentito di ciucciare tanti quattrini dalle nostre tasche di instancabili lavoratori. Noi senza di voi campiamo alla grande, voi senza di noi andate a ramengo. Datevi una regolata o farete una brutta fine, per altro meritata“ [...]
L'idiozia e il razzismo di questo bipede sono sinceramente incommentabili, ma ci proverò, per parlare a nuora perchè suocera intenda.
Dunque, confermo: sono un terrone. Un terrone della peggiore specie. Sono nato - come direbbe Littorio - in Calabria Saudita. Dato che nessuno di noi sceglie dove nascere, non me ne faccio né un vanto (odio i campanilismi), né un cruccio (non ho complessi d'inferiorità rispetto - poniamo - ad un bergamasco come Littorio). Ma mi corre l'obbligo di fare alcune precisazioni su quanto scritto sui terroni da Littorio (era sbronzo o era stronzo? Scegliete la consonante giusta).
-1) Posso tranquillizzare Littorio: non ho mai suonato il mandolino. Né a casa, né per strada, pur avendo trascorso dieci anni della mia vita a Napoli (prima per l'Università, quindi - a distanza di anni - per dirigere due medie aziende napoletane). Non sono arrivato in Lombardia dal Sud, ma sono sceso a Milano dal Nord, visto che a Milano ci sono arrivato da due anni trascorsi al "Centre d'Etude pour l'Energie Nucléaire" di Mol (Belgio), e - incredibile ma vero - in Belgio c'ero arrivato non per una raccomandazione della sua commilitona bresciana Gelmini (laurea in giurisprudenza conseguita a Brescia, ma emigrazione a Reggio Calabria per sostenere l'esame di stato... Chissà perchè). C'ero arrivato sulla base del curriculum universitario, e col parere conforme dei Professori Giordano (Presidente emerito del CNR), e del Prof. Scherillo (Presidente della Associazione Europea di Mineralogia)
-2) Non è colpa mia se in quella imbarcata all'Euratom siamo entrati due terroni (io e un siciliano), due torinesi, un toscano, un veneto. Niente bergamaschi, e mi dispiace, perchè avrei potuto imparare il bergamasco come seconda lingua madre.
-3) Si è dimenticato di dire che tutti i terroni non solo sono colpevoli di suonare il mandolino, ma anche di mangiare solo spaghetti. Posso aiutarla ricordandole che noi terroni, appena arrivati nella generosa Milano, ci siamo messi a coltivare i pomodori nella vasca da bagno? Posso rassicurarla, non mangio solo spaghetti, ma qualche volta mi spingo nel territorio ignoto dei risotti (persino di quelli "alla milanese").
-4) Littorio, lei è sfortunato. Vede, anche nei molti anni trascorsi a Milano, non ho mai potuto concretizzare il mio sogno, che ovviamente era quello di campare "ciucciando tanti quattrini dalle vostre tasche di instancabili faticatori". Si da il caso che io abbia iniziato, nei miei periodi milanesi, a "ciucciare soldi" prima alla anglo-olandese Unilever, quindi alla americana Richardson-Merrell, poi alla inglese LPE (London Press Exchange, poi Leo Burnett); quindi alla americana Plasmon (gruppo Heinz); poi all'americana Barilla (gruppo Grace), quindi alla multinazionale TBWA (dal nome dei suoi azionisti di maggioranza: l'americano di origine greca Tragos, il francese Bonnange, lo svizzero Wiesendanger, il francese di origini italiane Ajroldi).
Vede, coso? Non ho mai "ciucciato" da tette lombarde. Ciucciavo da società straniere, e spargevo il latte ciucciato sul territorio lombardo. Vede, coso... le generalizzazioni sono sempre cretine. Le sue sono qualcosa di peggio, perchè impregnate di razzismo. E non ho MAI fatto, per campare, il giro delle sette parrocchie sponsorizzate politicamente. Non ho mai veleggiato nelle acque sicure del partitismo. Né di sinistra, né tanto meno di destra. E ancor meno di destra becera. Quindi si tranquillizzi. Senza di voi ho campato la vita, senza il minimo rischio di "andare a ramengo". In nessun senso. Iniziando da tema del giorno. Il coronavirus. Ripassi la tabellina in calce:
Vede, Coso... La Lombardia della "eccellenza sanitaria" targata Formigoni e Fontana oggi è una delle aree più infette al mondo, e fa registrare 3.377 casi di infetti per milione di abitanti. La miserabile, fatiscente Calabria fa registrare 421 casi per milione. Lasci da parte per mezzo minuto la logorrea razzista e fascista, e impugni una calcolatrice. Scoprirà che la splendida Lombardia dalle "magnifiche sorti e progressive" fa registrare un tasso di infezione pari a 8 (OTTO) volte quello della miserabile Calabria. Potrebbe magari ricordarsi di essere un giornalista (si fa per dire) e fare una bella inchiesta confrontando i dati di infetti e morti nelle case di riposo delle due regioni. Ma dato che la ritengo capace solo di scrivere insultanti e idiotissimi articoli razzisti e fascistoidi, quel lavoro proverò a farlo io e a linkarglielo. Sempre che lei sia in grado di capire i numeri, oltre che gli insulti.
Senza alcuna cordialità, Tafanus
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
PER NON DIMENTICARE/1 - Un post del Tafanus del 2009 - Per non dimenticare: Littorio Feltri e Peppino Impastato
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
PER NON DIMENTICARE/2 (L'eroico Littorio prima insulta Di Pietro attraverso ben 35 articoli diffamatori, poi si cosparge il capo di cenere, e scrive delle patetiche rettifiche. L'eroe dei Due Monti? - Durante la sua permanenza alla direzione del Giornale, Feltri accumula ben 35 querele da parte del magistrato Antonio Di Pietro. L'amministrazione del quotidiano decide di raggiungere un accordo con la controparte per la remissione delle querele. Feltri si uniforma alla decisione presa e il 7 novembre 1997 scrive in prima pagina una diplomatica lettera al magistrato. Nello stesso numero è pubblicata una lunga ricostruzione (due pagine) in cui tutte le accuse a Di Pietro vengono smontate. Un mese dopo il clamoroso articolo, Feltri lascia il Giornale. Fonte: Wikipedia
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
PER NON DIMENTICARE/3 - Il ricco curriculum giudiziario di Littorio
Nel 1996 Feltri, direttore all'epoca del Giornale, e il cronista Giancarlo Perna sono stati condannati dal Tribunale di Monza per diffamazione a mezzo stampa ai danni del giudice antimafia Antonino Caponnetto. Il procedimento riguardava un articolo del 20 marzo 1994 nel quale si mettevano in discussione, fra gli altri elementi, i rapporti tra Giovanni Falcone e lo stesso Caponnetto.
Nel giugno 1997 Feltri è stato condannato in primo grado dal tribunale di Monza con Gianluigi Nuzzi, per diffamazione a mezzo stampa nei confronti di Antonio Di Pietro, per un articolo comparso sul Il Giornale il 30 gennaio 1996, in cui si sosteneva che negli anni di Mani Pulite "i verbali finivano direttamente in edicola e soprattutto all'Espresso".
Nel gennaio 2003 è stato condannato dal tribunale di Roma, insieme a Paolo Giordano, su richiesta di Francesco De Gregori, per avere travisato il pensiero del cantautore su Togliatti e sul PCI in un'intervista del 1997 dal titolo De Gregori su Porzus accusa Togliatti e il partito comunista, pubblicata sul Il Giornale, di cui Feltri era direttore].
Il 14 febbraio 2006 è condannato dal giudice monocratico di Bologna, Letizio Magliaro, a un anno e sei mesi di carcere per diffamazione nei confronti del senatore del PDS Gerardo Chiaromonte. La condanna si riferisce a un articolo comparso sul Quotidiano Nazionale alla fine degli anni Novanta, secondo il quale il nome del senatore compariva nel dossier Mitrokhin.
Il 7 agosto 2007 è condannato assieme a Francobaldo Chiocci e alla società Europea di Edizioni SPA dalla Corte di Cassazione a versare un risarcimento di 45 000 euro in favore di Rosario Bentivegna, uno degli autori dell'attentato di via Rasella, per il reato di diffamazione. Il quotidiano Il Giornale aveva pubblicato alcuni articoli, tra i quali un editoriale di Feltri, nei quali Bentivegna era stato paragonato a Erich Priebke (per cui Feltri aveva chiesto la grazia).
Nel dicembre 2011, il Tribunale di Milano condanna Feltri a risarcire l'ex senatore dei Verdi, tra i fondatori dell'Arcigay, Gianpaolo Silvestri con 50mila euro, per un insulto a sfondo omofobo pronunciato dal giornalista e rivolto al senatore nel 2007 durante il programma Pensieri&Bamba su Odeon TV.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La caratura politica di Littorio - Negli ultimi anni, dimostrandosi sempre più critico con la linea di Forza Italia e Berlusconi, al quale ha chiesto ripetutamente di ritirarsi dalla vita pubblica, ha mostrato apprezzamento per Lega e Fratelli d'Italia, esternando il fatto di aver votato per il partito di Matteo Salvini in occasione delle Politiche del 2018 e delle Europee del 2019[82] e dichiarando di volere Giorgia Meloni come futuro Presidente del Consiglio
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
LITTORIO FELTRI, L’UOMO CHE SUSSURRAVA AI GIN TONIC - (di Andrea Scanzi)
Littorio Feltri, l’uomo che sussurrava ai gin tonic, è un noto idolo contemporaneo. Di lui, in particolare, le masse amano quel suo parlar forbito, sempre in punta di penna e mai sopra le righe. Egli è pure un grande animalista. Lo si intuisce anche solo dai suoi ultimi tweet. Per esempio: “Apprendo che gli scimpanzé hanno un minimo di dna inferiore a quello nostro che impedisce loro il linguaggio. Per il resto sono uguali a noi. Prescisi (sic). Non parlano. Beati loro che di conseguenza non ascoltano. E non leggono i social”.
Oppure: “Ho visto il video del pompiere che ha salvato il gattino e ho pianto anche io. Non tutti gli uomini per fortuna sono merde. Ne esistono di bravi e sensibili”. Bravo Littorio: hai capito che l’umanità è sopravvalutata e gli animali sono molto meglio di noi. Peraltro senza neanche sforzarsi granché. Ma non è certo questo l’unico pregio del nostro eroe, paladino indefesso di casalinghe e Cuba Libre come se piovesse. Con fare diuturnamente borbottante e malmostoso, Littorio (l’epiteto è come noto di Travaglio) ha di recente mollato ogni ormeggio. Suole imperversare in tivù, soprattutto Rete4 e La7, per lanciar strali a caso con la leggiadria di un facocero lanciato a bomba contro una cristalleria comunista. Da sempre intellettualmente sbarazzino come una musona meretrice del West, Littorio si è messo in testa di andare sempre oltre l’imitazione gaglioffa che ne fa Crozza. E ci riesce, spingendo ogni volta il pedale alcolico del greve popolano. Ciò, oltre a esaltare le plebi (che lui fucilerebbe giustamente tutte), crea un ulteriore parossismo di comicità se si considera che il Littorio scriba ami usare nei suoi articoli parole arcaiche per sentirsi un po’ Gozzano. Qualcuno (in queste ore Ruotolo e Borrometi) ne chiede la cacciata dall’Ordine dei Giornalisti, ma sarebbe una perdita immane per l’umanità: Egli è tutto. Di lui, rapiti, vergammo un anno fa un elzeviro colmo d’amor, che Littorio apprezzò da par suo con parole sature di stima: "Caro Scanzi, non avevi bisogno di scrivere un articolo volgare su di me per dimostrare di essere un coglioncino. È noto a tutti da tempo che lo sei. Sappi che è meglio bersi un whisky che bersi il cervello come fai tu". Grazie Litto’!
Purtroppo l’uomo che sussurrava ai gin tonic è oggi triste, perché il nuovo governo Mazinga non gli piace. Ma proprio per niente. Giovedì 5 settembre, dopo aver appreso la lista dei ministri, egli ha tuonato duro. Anzi durissimo. La prima pagina di Libero, giornale che sin dal nome che si è dato ci tiene a prenderci per il culo in partenza, era quel dì assai guerreggiante. Ogni titolo, uno svolazzo. “Il governo più ridicolo della storia” (invece quello del bunga bunga era un giglio di campo). “Di Maio ministro degli Esteri e dei disastri” (e Di Maio deve ancora cominciare). “Peggio non poteva capitare, ma non stracciamoci le vesti. Limitiamoci a vomitare per qualche tempo, che non sarà troppo lungo, speriamo. Una squadra tanto sgangherata ci riempie vergogna e ci induce a pensare che al male, in effetti, non vi è limite” (daje Litto’!). Quindi il colpo di genio: “Lo zoo di Conte pieno di terroni fa ribrezzo”. E vai col fiasco! Ci immaginiamo non senza invidia le riunioni in redazione di Libero, in un parossismo contagioso di rutti, shottini e ceffoni piazzati bene a Filippo Facci tanto per ammazzare il tempo. Idoli senza pari. Verrebbe da dire che, se questo strano Mazinga fa così schifo a tali dotti scampaforche (per dirla con Kit Carson), forse qualche pregio ce l’ha. Sarebbe però ingeneroso nei confronti di Littorio: l’uomo che sussurrava ai gin tonic non può sbagliare. Mai. E se talora qualche volta così ci sembra, è solo perché ogni tanto persino i migliori barman del bar di Guerre Stellari sbagliano dose.
Andrea Scanzi
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
MERIDIONALI? RAZZA INFERIORE
"I meridionali sono inferiori" - Leonardo Cecchi riporta le vergognose arrampicate sui vetri di Carlo Verna, Presidente dell'Ordine dei Gionalisti. Vergognose, nonostante Verna abbia provato a rendere le sue dichiarazioni "forti" con l'uso di qualche innocuo aggettivo. Vergognose, perchè di fronte alle affermazioni cariche di istigazioni al razzismo di Littorio Feltri - plurirecidivo e pregiudicato carico di condanne, tenta di cavarsela con qualche invocazione alle "competenze": "Non è l'ordine nazionale a potersi occupare della cosa, ma sono le associazioni territoriali". Lo sappiamo. Ma nessuno vieta al Presidente Nazionale (possiamo sapere a quanto ammonta il suo stipendiuccio, pagato anche dalle infami regioni del Sud, piene di esseri inferiori?) Ma ecco, in calce, un estratto dello scritto di Leonardo Cecchi:
Dopo il vergognoso articolo dell'altro giorno, a scusarsi con il Sud e con Napoli è stato il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, che in una lettera di scuse ha definito Feltri "urticante" e negli ultimi tempi "seminatore d'odio".
E che cosa fa Feltri? La sera stessa, non avendo evidentemente gradito il fatto che l'Ordine si fosse scusato al posto suo, ha fatto un ulteriore passo avanti, ancora più basso. Si è presentato in televisione, su Rete4, ed ha passato un altro limite. Ha guardato la telecamera ed ha detto qualcosa che non sentivamo da tempo: “I meridionali sono inferiori, e non me ne frega niente se si arrabbiano”.
La cattiveria che c'ha messo, il cinismo, solo Dio lo sa. Voleva fare male. Se la teneva lì da mezza giornata. Ed ha colpito con questo ennesimo insulto profondamente razzista.
Di in un individuo ormai davvero miserevole, neanche più “urticante”, ma penoso. Che mostra un livore unico, l’incapacità di chiedere scusa. Che si crede furbo e forte perché pensa di poter dire ciò che vuole. Si crede un intellettuale. Ma in realtà è solo un poveretto. Perché nelle sue affermazioni non c’è l’ombra della provocazione intelligente.
Leonardo Cecchi
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tanto tuonò che piovve. Il Consiglio di Disciplina territoriale dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia sta per prendere in carico l’esposto presentato dai giornalisti Sandro Ruotolo e Paolo Borrometi contro il direttore del quotidiano Libero, Vittorio Feltri, e tra qualche giorno, aprirà un procedimento nei confronti di Feltri.
“Il giorno 5 settembre 2019 – riporta l’esposto – in un articolo sul nuovo Governo della Repubblica dal titolo ‘Peggio di così non poteva capitarci. Ci sarà da divertirci’. All’ultimo capoverso scrive: ‘Lasciamo a Conte il suo zoo pieno di terroni e e ostile al Nord che li mantiene tutti'”. Secondo Ruotolo e Borrometi “si tratta di una frase evidentemente razzista dove i meridionali vengono appellati esplicitamente con l’aggettivo denigratorio di ‘terroni’ e implicitamente come animali, visto il riferimento allo zoo. La discriminazione è rafforzata ancora di più nel rapporto con il Nord superiore che ‘li mantiene tutti’, con riferimento ai cittadini meridionali” [...] (FONTE: fortebraccionews.it)
Ci risiamo. Ecco Carlo Verna, l'ennesimo Re Travicello del giornalismo italiano, che si nasconde sotto la veste delle "competenze territoriali", e si fa precedere da due giornalisti che vivono da anni sotto scorta per il lavoro giornalistico che hanno fatto contro tutte le mafie.
Si, egregio Verna. Lo sappiamo. Solo l'associazione lombarda può prendere provvedimenti contro Littorio Feltri. Ma NESSUNO vieta ad un giornalista campano, o lucano o siciliano, di presentare un esposto all'ordine lombardo. I VERI giornalisti, prima di ricordarsi delle eventuali cariche sociali nazionali o in regioni diverse da quella incriminata, dovrebbero ricordarsi di essere a loro volta giornalisti, e dovrebbero chiedere per primi l'apertura di un dossier, che tuteli la reputazione dei giornalisti perbene, che pure esistono, denunciando le porcherie alle quali Littorio Feltri vi ha purtroppo abituati per decenni. Carlo Verna, se ci sei, batti un colpo.
Tafanus
SOCIAL
Follow @Tafanus