Ricordate le simpatie che aveva "Der Spiegel" per l'Italia? Ma si! Der Spiegel. il più autorevole settimanale tedesco, con oltre un milione di copie vendute? Proprio quello. Quello che pubblicò una copertina dedicata all'Italia, col piatto di spaghetti "guarnito" con una pistola?
Ora "l'autorevole Der Spiegel", sotto la botta dei 120.000 casi di coronavirus in Germania, in pochi giorni dalla partenza della pandemia, improvvisamente, anzichè attaccare con l'abituale buon gusto i paesi del "Club Med", attacca a testa bassa il Caporale Merkel, che cogli 82 milioni di tedeschi suoi sudditi, si fa dettar legge dai quattro gatti olandesi, specializzati in coltivazione di tulipani e sponsorizzazione dei grandi evasori ed elusori fiscali?
O forse Steffen Klusmann - boss di "Der Spiegel" - si è accorto prima della Frau lenta di riflessi, che con l'avanzare della pandemia i suoi satelliti si stanno spostando altrove? Già... Preoccupante il fatto che abbiano reciso il cordone ombelicale virtuosissimi paesi un tempo servitori della Germania, come il Belgio e il Lussemburgo, che facevano addirittura parte della "unione nell'unione" denominata "Benelux"?
Ma ecco come riporta la notizia la notizia Tonia Mastrobuoni di "Repubblica":
Si rafforza in Germania il fronte a favore delle nuove emissioni di debito comune. Duro editoriale del direttore del settimanale Steffen Klusmann: "La Germania si dovrebbe ricordare chi è stato a cofinanziare la ricostruzione nel Dopoguerra". Continuano le adesioni alla proposta dei Verdi per i "Bond europei per la Sanità”.
Secondo Klusmann, il suo Paese dovrebbe “forse” ricordarsi “per un momento chi è stato a cofinanziare la ricostruzione della Germania nel Dopoguerra”. Il direttore dello Spiegel ha sottolineato che i bond in comune “non sono un’elargizione” generosa del fronte del Nord. E che occorra rendersi conto dell’enorme violenza della pandemia che ha comportato una vera e propria tragedia umana e medica in Italia e in Spagna- anche perché ultimamente ambedue gli Stati avevano attuato una forte politica di austerity, come voluto da Bruxelles- e sicuramente non perché vivessero al di là delle loro possibilità”.
Nella lettera di legge che l’obiettivo della discussione europea in corso sugli strumenti per affrontare la crisi debba essere “l'emissione di European Health Bonds (Titoli Obbligazionari Europei a supporto della Sanità) che abbiano un obbiettivo comune, chiaro, definito e soggiacente a linee guida stipulate congiuntamente. Ciò permetterebbe di sostenerne l'intero onere congiuntamente e democraticamente”.
Poco fa, in una conferenza stampa, uno dei firmatari, l’economista Michael Huether, direttore dell’influente IW (Institut der deutschen Wirtschaft) - negli anni passati contrario agli eurobond - ha ricordato che “abbiamo bisogno di molti soldi per affrontare questa crisi. La Bce non può fare tutto da sola”. Ed è importante anche “segnalare ai mercati che finanziamo un programma insieme”, e che l’Europa non si disgrega, in quest’emergenza pesantissima. Il problema, ha ricordato Huether, è anche la dimensione degli aiuti: insieme ad altri economisti tedeschi, il direttore dell’IW si è detto convinto che servano “un’enormità di soldi”, e ha proposto uno sforzo comune da mille miliardi di euro.
Tra i sostenitori dell’appello c’è anche l’europarlamentare della Cdu di lungo corso, Elmar Brok. Nel suo partito - quello di Angela Merkel - l’opposizione a un’obbligazione comune non è granitica, come dimostrano le singole prese di posizione di alcuni politici di spicco, anche se la stragrande maggioranza dei conservatori resta scettica rispetto a una mutualizzazione del debito. Brok ha definito invece “dogmatico” il dibattito sugli eurobond in Germania. E il senatore Mario Monti ha ricordato che rispetto alla crisi finanziaria del 2008 la situazione è differente, e che i Paesi precipitati nell’emergenza della pandemia “non hanno commesso "peccati". L’ex presidente del Consiglio favorirebbe soluzioni multiple, tra cui l’ampliamento del Bilancio europeo cui la Germania sta dicendo di sì in queste dure ore di negoziato a Bruxelles, per finanziare la ricostruzione.
Per Franziska Brantner (Verdi), tra i promotori dell’iniziativa italo-tedesca, “l’importante è agire velocemente. Qualche settimana fa avrei risposto ‘lei è pazzo’ a qualsiasi persona che mi avesse detto che la Germania avrebbe spezzato il pareggio di bilancio per finanziare aiuti in deficit per centinaia di miliardi. E invece, è successo. Adesso dobbiamo essere veloci e creativi nei modi di finanziarci”.
Conosco già la possibile obiezione: non si augura la morte a nessuno. Lo so. Lo sapevo anche prima. Ma non si può neppure restare indifferenti alla morti altrui, se queste avvengono in quella che chiamavamo pomposamente " la casa comune". Oppongo all'indifferenza il disprezzo. Se la morte di alcune migliaia di olandesi può salvare dalla miseria alcuni milioni di italiani, si spagnoli, di francesi, accetto il tasso di cambio. OK - Il prezzo è giusto
Tafanus
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