Dopo la pausa salutare di un giorno, dedicato ai festeggiamenti possibili del mio compleanno, mi tocca tornare alla dura realtà. Prima di farlo, voglio ringraziare le centinaia di amici - reali e virtuali - che hanno voluto farmi gli auguri attraverso i social media, le email, i messaggi personali, il telefono, i gruppi.
Ovviamente non mi sarà possibile rispondere individualmente a tutti, e quindi chiudo i festeggiamenti (?) con un ringraziamento corale a tutti.
E torniamo alla dura realtà dei numeri. Come è noto a chi mi conosce da alcuni lustri, non amo le curve sud e le curve nord, detesto tifoserie e campanilismi, ed amo invece i numeri, che sono più rumorosi, per chi vuol leggerli e tentare di capirli, della cacofonia delle vuvuzelas e delle trombette da stadio.
Vorrete quindi scusarmi se con partecipo al coro del "siamo usciti dall'emergenza", allo straparlare di "fase due" e di "fase tre", e di "coronavirus che sta "perdendo forza". E cominciamo proprio sa questa fake-new: il virus non sta perdebdo affatto forza, a livello mondiale. I nuovi enfetti sono passati, da due settimane fa ad oggi, da una media di 80.000 casi nuovi al giorno, agli attuali (ultima decade) 97.000. Secondo la mia calcolatrice cinese, un aumento del 21% nell'ultima decade:
Andamento casi totali nel mondo
Se qualcuno vuole trasformare questo grafico in un "wishful thinking", si accomodi. Non ci si illuda neppure del fatto che una micro-area del pianeta, avendo fatto registrare un certo miglioramento degli indici, abbia vinto la partita "per sempre". Il coronavirus viaggia con molti mezzi di trasporto, che non rispettano i confini dell'area Shengen. Ad esempio attraverso le efficientissime "polveri sottili".
In paesi che fino a qualche settimana fa ci venivano indicati con esaltazione come paradisi di efficienza (vedi Singapore) è bastato che un gruppetto di incauti turisti singaporiani facesse un viaggetto in Europa, et voilà... in un attimo, il paese-guida passa dall'80 posto al mondo al 5°. Paesi che sembravano abbastanza tranquilli (centro e sud America) stanno esplodendo.
La Gallina francese Lagarde, che due mesi fa spiegava all'Italia che l'abbassamento dello spread non rientrava nei compiti della BEI, appena ha subodorato area di crisi per la Francia ha cambiato idea. Ora è una accanita avvocatessa in "difesa della difesa" delle teorie di Draghi.
La belga Van der Leyen, teorica del mantra "i coronabonds non sono all'orine del giorno", da quando il Belgio mostra numeri peggiori di quelli dell'Italia (paese del Club-Med) ha "strambato" di 180°, e si è messa a tifare come una hooligan per coronabonds (solo che adesso li chiama "recovery-funds". Diamo anche il tempo ai "paesi frugali" di prendere qualche mazzatina da "distrazione", e capiremo se resteranno "paesi frugali".
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Ma veniamo più specificamente ai fatti di casa nostra. Il pimo mantra delittuoso da smontare è quello della "parità di regolamentazione" per tutte le regioni. Trattasi di idiozia al limite della criminalità. Guardiamo due dati:
Ieri, per la prima volta, TUTTE le regioni hanno visto diminuire il numero di "attualmente positivi" per milione di abitanti. Ma il problema è che il numero medio di positivi per milione è una astrazione in stile "pollo di Trilussa": quando si dice che gli italiani mangiano un pollo a settimana, si dice il falso: ci sono alcuni italiani che mangiano un pollo al giorno, e altri che ne mangiano uno solo a Natale.
L'Italia è così. Le medie mettono insieme i numeri delle sei peggiori regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Marche, Liguria, Emilia-Romagna, Abruzzo), con 1708 casi attualmente positivi per milione, con le sei più virtuose (Umbria, Basilicata, Calabria, Sardegna, Campania, Aosta).
Nessun "campanile. Non da parte mia. Non diciamo sciocchezze. Sono i NUMERI, implacabili, che dicono che la Lombardia è la peggior regione (e non di stretta misura) in Italia, ed una delle peggiori in Europa e nel mondo. E sono i NUMERI - che non rappresentano alcuna stupida tifoseria campanilistica, che mettono fra le peggiori regioni anche le Marche e l'Abruzzo (che non mi risulta siano regioni settentrionali).
E sono sempre i maledetti numeri (che non giocano a "Campanile Sera") a porre fra le migliori regioni italiane l'Umbria e la Val d'Aosta (che persino entro i limiti della mia limitata cultura geografica, non possono essere definite regioni meridionali).
Ancora una considerazione: i sostenitori di regole UGUALI per la Lombardia (2.433 casi per milione) e per l'Umbria (52 casi per milione), con la Lombardia che è messa 47 volte peggio dell'Umbria, andrebbe sottoposto ad un TSO.
Ma ora mi fermo, perchè è già ora di aggiornare i dati
Tafanus
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