La fase uno lascia in eredità alla fase due una forte (e scomoda) eredità di dati positivi. Salgono alla grande i guariti, diminuiscono da quasi due settimane gli "attualmente positivi", cala il numero dei ricoverati in genere e in terapia intensiva in particolare. TUTTI i numeri di 19 regioni viaggiano verso il sereno, e i numeri italiani sarebbero stati molto più rassicuranti se non fossero ancora oggi appesantiti dalla zavorra Lombardia.
Diciamo la verità: Lombardia, Piemonte e Liguria non avrebbero avuto i numeri per accedere a nessuna fase due. Autorità e lobbies del "fu triangolo industriale" hanno fortemente voluto la "ripartenza"; Giuseppi, con l'abituale schiena dritta in stile "si ma anche", dapprima ha tifato per una ripartenza non generalizzata in tutta Italia, ma per una ripartenza a macchia di leopardo, iniziando per esempio dalle sei regioni che oggi non hanno fatto registrare nessun nuovo caso. Ha prevalso la tesi opposta: tutta Italia uguale.
Purtroppo l'Italia non è tutta uguale. Le sei peggiori regioni per positivi x milione di abitanti (Lombardia, Piemonte, Liguria, Marche, Emilia-Romagna, Trentino AA), hanno attualmente 3014 positivi per milione di abitanti; le sei regioni più virtuose o più fortunate (Umbria, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia, Campania) totalizzano in media 408 positivi per milione di abitanti.
Forse i "sudditi" sono più saggi dei "regnanti". Oggi, su circa 4 milioni di persone attese a riprendere il lavoro, ce ne sono state 2,5 milioni. L'economia reale, fatta anche di paure e di aziende che non hanno apprezzato questa fretta, o non hanno ordinazioni per riaprire, hanno latitato. Esattamente come è successo nel micro-mondo di Codogno: quando sono finiti i primi 14 giorni dell'isolamento totale, le "autorità" hanno decretato la riapertura, senza limiti, dei mercati. Ma i bancarellari hanno risposto, più o meno: "siete scemi, noi non veniamo".
Ma partiamo dai dati macro. Intanto il dato mondiale: non c'è un solo segnale di rallentamento. Da ormai due/tre settimane il coronavirus, regolare come un crono-man fa crescere il numero dei positivi di 800.000 unità a settimana. Si, perchè mentre alcuni paesi rallentano, altri partono o ripartono.
Emblematico (e terrorizzante) il caso Singapore: sembrava il paradiso terrestre, e invece in un attimo la pandemia da quelle parti è ripartita di colpo, e adesso i maestri di Singapore (ricchi il doppio degli italiani) stanno per raggiungere i pessimi numeri italiani. Hong Kong (territorialmente DENTRO la Cina, è stata per il primo mese nelle classifiche ufficiali della JHU, con un numero totale di una dozzina di positivi che non cambiava mai. Poi HK è sparita dalle statistiche, ma è ricomparsa nelle notizie di stampa: sarebbe in una situazione disastrosa.
L'Italia è ormai da un paio di settimane in territorio di numeri negativi in termini di variazione degli "attualmente positivi". Solo in un giorno su 14 ha fatto registrare un piccolo incremento.
Scendendo alle statistiche regionali, questo il quadro sinottico della Protezione Civile:
Ma il quadro che meglio illustra quali siano le differenze abissali fra regioni è il seguente, che mostra il numero di positivi per regione, rapportati ad un milione di abitanti:
A fronte di questi numeri, spero che gli "ugualitaristi" che hanno imposto una riapertura IN TUTTA ITALIA delle STESSE ATTIVITA' abbiano fatto bene i loro conti. Ereditano una situazione di diffusi miglioramenti. Speriamo che non riescano a ripartire dal 10 marzo, e dalle "riffe" per stabilire chi buttar giù da un letto di terapia intensiva.
Personalmente - e lo dico senza alcun conto da regolare con la Lombardia, regione nella quale ho trascorso felicemente tre quarti della mia vita - non riesco a condividere il parere di alcuni cari amici (invero risalente al mese scorso) che affermavano di "ritenersi fortunati" per il fatto di vivere in Lombardia. Sinceramente in questo momento mi riterrei fortunato (e più tranquillo) se abitassi a Spoleto, o a Matera, o a Catanzaro, o in Gallura, o a Mondello, o addirittura (chiedo troppo?) a Ravello.
O no?
Tafanus
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