Parlando di coronavirus, vorrei ogni tanto potermi occupare di altro dalla Lombardia, ma purtroppo questa regione è sempre più protagonista, e non posso ignorarla. So che qualcuno mi sparerà virtualmente addosso, ma non posso farci niente. E' già accaduto. Avevo messo in fila, da un paio di mesi, numeri e grafici, e giorno dopo giorno avevo previsto, con precisione quasi millimetrica, cosa sarebbe successo.
Avevamo previsto con largo anticipo il raggiungimento del vertice dell'infezioni in Italia. Abbiamo sbagliato di un paio di giorni. Poi, quando si è iniziato a parlare di fase due, ho bestemmiato in tutte le lingue conosciute (e anche in qualche lingua inventata) per il cedimento del governo alle lobbies di vario genere che avevano imposto il "tutti o nessuno". Il governo avrebbe dovuto sfoderare i coglioni e spiegare che non si poteva applicare lo stesso criterio alle regioni col una quota di infetti giornalieri variabile fra il 50% e il 75%. Lo hanno fatto.
Il risultato? Per qualche giorno, dopo l'inizio della fase due, la variazione dei nuovi positivi giornalieri ha continuiauo la sua discesa. Dopo pochi giorni la discesa ha rallentato la corsa, e la curva di tendenza delle variazioni giornaliere sta passando rapidamente da discesa in accelerazione a discesa frenata. Continuiamo così, e fra due settimane l'Italia, grazie all'efficientissimo contributo della Lombardia e delle sue eccellenze, ritornerà in area crescente. Peccato, perchè con una politica seria l'Italia era riuscita a scendere dal podio delle tre regioni più infette al mondo, e in un giorno o due potrebbe uscire dal grafico che pubblico quasi giornalmente, e che per ragioni di leggibilità contiene solo la graduatoria dei 25 paesi più infetti. Oggi l'Italia è il 25° paese:
Considerazioni? Ognuno faccia le sue. Oggi l'Italia (fino alla fase due "uguale per tutti), è scivolata dal 1° posto al 25° distanziando tanti paesi che ci davano lezioni: lo UK con la sua politica di "immunità di gregge", la Svezia frugale che contava sul senso civico dei suoi abitanti, il ricchissimo Lussemburgo, Singapore per settimane beatificata per la sua bravura (e ora precipitata dall'80° posto al 6°). Tutto scontato, ma allora perchè ne scriviamo ancora? Semplice: perchè l'abissale differenza fra i numeri della Lombardia e quelli del resto d'Italia ha tpccato oggi un nuovo "all times record": oggi la Lombardia ha generosamente contribuito al totale dei nuovi infetti (303) con i suoi 259 casi, pari ad un mai registrato prima 85,5%. Abbiamo tutta la nostra comprensione per questa regione (nella quale peraltro viviamo con il 90% del parentado), ma continuiamo a non capire come le istituzioni politiche e sanitarie non facciano niente per capire cosa stia succedendo in Lombardia. Forse lo capiranno troppo tardi (vedi Svezia e Singapore)
Oggi i numeri ci dicono che le sei regioni italiane peggiori hanno 23,5 volte il numero di attualmente positivi per milione rispetto alle sei regioni migliori. Per non dire della Calabria, battuta dalla Lombardia per 84 a 1. Di fronte a questi numeri, capisco sempre meno la spocchia di certe tifoserie da "curva Nord". E chiudiamo in bellezza coi dati odierni della Protezione Civile:
Questi dati ci dicono che in Lombardia ci sono stati 17,9 morti per cento ammalati, e nel resto d'Italia ce ne sono stati 6,9.
questi dati ci dicono che in Lombardia ci sono stati 1, 95 morti per tampone effetrtuato, e nel resto d'Italia i morti per tampone sono stati 0,80.
Infine, ci dicono un'altra cosa: una decina di giorni fa le "istituzioni" ci avevano assicurato che erano pronti a fare 90.000 tamponi al giorno. Bene: abbiamo controllato il dato a dieci giorni da questo proclama. I tamponi effettuati in dieci giorni non sono stati 900.000, ma 461.768. Più o meno la metà.
Possiamo capire. Le Istituzioni sono così impegnate negli Stati Generali... come potrebbero occuparsi anche di capire se lentamente stiamo scivolando all'indietro?
Tafanus
Il mio amico Vince mi segnala questo articolo di Alessandro Gilioli su "l'Espresso". E allora mi chiedo: se non si riesce più a trovare al mondo né una persona lucida, né un medium di qualsiasi colore politico, né un lombardo colto, né un leghista colto come solo un leghista può esserlo, ci sarà una ragione, oppure siamo in presenza di un complotto ordito dalla 'ndrangheta in collaborazione con la Spectre e col Gruppo Bilderberg? Aspettiamo lumi dal sito "bioblu", specializzato in complottismo.
Attacco alla Lombardia (di Alessandro Gilioli - L'Espresso)
È vero, c'è stato un attacco frontale alla Lombardia. Anzi, ce ne sono stati molti.
È stato un attacco alla Lombardia fare la miseria di 1.855 tamponi per 100 mila abitanti nell'ultimo mese, pur essendo da febbraio la regione più colpita dal virus, mentre molti di più ne hanno fatti regioni assai meno colpite come il Lazio (2.549), il Piemonte (2.331), il Veneto (2.419) ma anche il Friuli, l'Umbria, il Molise, la Basilicata, per non dire di Val d'Aosta e Trentino-Alto Adige.
È stato un attacco alla Lombardia ignorare i numerosissimi allarmi dei medici di famiglia, già a fine febbraio, basati su quello che vedevano nei loro territori.
È stato un attacco alla Lombardia non munire in tempo medici di famiglia (ma anche ospedalieri e nelle Rsa, e anche infermieri, lettighieri etc) di Dpi adeguati: un attacco a loro, alle loro famiglie ma anche a chi da loro veniva curato, un attacco che ha portato dozzine di loro a morire (e anche in questo c'è il primato nazionale).
È stato un attacco alla Lombardia fare pressioni sul governo affinché il lockdown delle aziende non essenziali fosse aggirato tramite le autodichiarazioni dei loro proprietari: oltre due milioni di mezzo di persone nella regione costrette a continuare a uscire nella fase peggiore per andare sui mezzi pubblici e al lavoro.
È stato un attacco alla Lombardia lasciare i contagiati accertati nelle loro case mentre i loro familiari dovevano uscire per andare a lavorare, quindi creare il combinato disposto tra contagio familiare e contagio esterno.
È stato un attacco alla Lombardia mandare altri contagiati nelle residenze per anziani (delibera regionale dell’8 marzo), un attacco frontale alla salute degli anziani lombardi che lì vivevano e che purtroppo in molti sono morti.
È stato un attacco alla Lombardia non fare la zona rossa nella bergamasca quando aveva già il focolaio più pericoloso d'Europa.
È stato un attacco alla Lombardia puntare tutto sulle terapie intensive (per chi quindi era già in gravi condizioni) anziché sul contenimento del contagio, sponsorizzando inoltre la costruzione milionaria di un ospedale in Fiera che non è servito a niente.
È stato un attacco alla Lombardia usare l'epidemia per creare un evento mediatico quotidiano di un assessore in cerca di visibilità per diventare sindaco di Milano.
È stato un attacco alla Lombardia comunicare ai lombardi che se incontrano un solo contagiato non si infettano, ce ne vogliono due: una comunicazione che, grottesca dal punto di vista scientifico, invita di fatto le persone a non premunirsi in alcun modo se stanno vicini a una sola persona per volta, anche se contagiosa.
È stato un attacco frontale alla Lombardia portare questa regione ad avere il tasso più alto del mondo per contagiati e decessi, una cosa che verrà studiata in tutti i libri di storia come in quelli di epidemiologia, una cosa che rimarrà scritta per sempre.
Tutto questo è stato un attacco alla città e alla regione dove sono nato e ho vissuto quarant'anni, dove ci sono i miei familiari e i miei amici di una vita, e dove ho affetto infinito anche per le strade, gli edifici, i quartieri, le campagne, tutto, tutto messo sotto un attacco violento, a tratti idiota e altre volte, purtroppo, perfino criminale.
Alessandro Gilioli - espresso.repubblica.it