Tronchetti Provera, il Grande Imprenditore
Nel momento in cui Tronchetti Provera si sente in diritto di dare del “politico sudamericano” a Romano Prodi, reo di non essersi spellato le mani ad applaudire l’operazione di scorporo della Tim dalla Telecom, riteniamo non sia superfluo rinfrescarci le idee su chi sia Tronchetti Provera Intanto già il doppio cognome mi mette in ambasce, non meno di Brichetto Moratti e di Bianchi Clerici…)
Tronchetti Provera non è propriamente, tanto per cominciare, quello che può definirsi un “self made man”… Nasce nel 1948, ed è già ricco: la sua famiglia è fatta dagli armatori della “Sogemar” che non è esattamente l’ultima arrivata nel settore armatoriale.
Nel 1971 si laurea alla Bocconi in Economia e Commercio: ha 23 anni ed è già bocconiano, bello, ricco e famoso. Viene immediatamente selezionato per fare una carriera manageriale in una grande azienda armatoriale: la “Sogemar” (…chissà quali ardue competizioni avrà dovuto sostenere…)
Nel 1986 altra tappa del suo percorso da grande imprenditore: sposa Cecilia Pirelli, figlia di Leopoldo Pirelli, e viene immediatamente scelto, dopo una durissima selezione fra decine di candidati, e cooptato nella dirigenza Pirelli.
Nei primi anni ’90 Leopoldo Pirelli, dopo aver fallito (nonostante l’apporto del nuovo, prezioso collaboratore) l’acquisto della tedesca Continental, abbandona. La guida dell’azienda non viene affidata al Tronchetti, ma ad Alberto Pirelli, il quale poco dopo, saggiamente, sopraffatto dal pensiero dei debiti accumulati dalla Pirelli (nonostante l’apporto manageriale del Tronchetti stesso) abbandona l’azienda.
A questo punto (siamo nel ’92) il rampante rampollo si fa avanti, e diventa Presidente ed Amministratore Delegate del rottame. Narrano le patrie compiacenti gazzette che Il Grande Manager riuscirà a risollevare in parte le sorti dell’azienda: approfittando della bolla speculativa, nel 2000 riuscirà a vendere la divisione cavi per TLC del gruppo (la Corning) alla americana “Optical Technologies”
Grande operazione… il Tronchetti Provera è felice come una Pasqua: porta nelle casse dell’azienda 7.000 miliardi di lire, ma non ha più la gallina dalle uova d’oro (la divisione cavi), però ha sempre il rottame (la Pirelli). Da Grande Manager, credete che pensi di portare questa liquidità a diminuzione dei debiti Pirelli, o ad investimenti?… macchè… il Grande Manager ha adocchiato l’affare del secolo, che lo renderà immortale; la telefonia…
Nel frattempo (scusate, ma la memoria non ci soccorre) il Tronchetti si è separato dalla Cecilia, ed è convolato a seconde nozze con non sappiamo chi (fine dell’amore? La Cecilia non era più “funzionale” alla carriera? A saperlo)…
L’anno 2001 è un grande anno, per il Tronchetto… non solo acquista la Telecom (fisso e mobile) coi soldi delle banche, ma cambia di nuovo moglie, lascia (o è lasciato, non sapremmo) la seconda moglie, e sposa la terza (ovviamente anche lui dev’essere uno di quelli alla Berlusconi, alla Fini, alla Casini: la famiglia per loro è talmente bella e sacra che se ne fanno più d’una).
La telefonia è un grande affare? …forse solo per chi innova, non per i “suiveurs”… non è più un monopolio, nel mobile stanno entrando in tanti, tutti agguerriti; le società si sono dissanguate per le licenze UMTS, che, alla fine, capiranno di aver pagato uno sproposito; le tariffe del mobile sono in calo costante grazie alla concorrenza; il monopolio del “canone” del fisso è destinato a cessare; su Internet Alice riesce a conquistarsi rapidamente l’immagine di un supplier totalmente inaffidabile; poi ci sono gli incidenti dell’azienda coinvolta, più o meno “consenzientemente”, negli scandali dei dialers e dei numeri speciali, che non contribuiscono a migliorare l’immagine aziendale… Per uscire indenni da questa situazione, ci vorrebbero le palle. Invece…
Nel 2004 il gruppo ha debiti per 50,587 milioni di euro (98,000 miliardi di lire!) e un passivo netto di 148 miliardi di lire. In compenso, Tronchetti si aumenta lo stipendio (per merito?) fino a 5,9 milioni di euro: il terzo manager più pagato d’Italia.
Sempre nel 2004, la grande idea: accorpare in una azienda unica il fisso ed il mobile; alcuni esperti di finanza sospettano che l’operazione sia servita solo a nascondere i debiti sotto il tappeto. Valutare i bilanci di una “conglomerata” è sempre più difficile che valutare i bilanci di singole società operative.
Oggi, la nuova grande idea: scorporare il fisso dal mobile; il perché? Gli esperti dicono che voglia vendere, ancora una volta, i gioielli di famiglia; nel frattempo le azioni Telecom valgono la metà di quanto valevano all’epoca del collocamento (Tronchetti si darà un bonus, per il brillante risultato?) …i mercati sono nervosi, Prodi è incazzato, e il Tronchetto della Felicità si indigna e tuona “politici sudamericani !”
Peccato che Prodi, che dice di essere stato informato solo in parte, e con molte omissioni, sia in grado di esibire i verbali degli incontri, ed il Tronchetto no; peccato che, verbali o non verbali, da Prodi mi sentirei di comprare un’auto usata, e da Tronchetto no… come andrà a finire? Intanto è finita male per i piccoli azionisti; poi forse finirà male per parte dei dipendenti. Noi speriamo che questa ennesima storia di “capitalisti senza capitali” finisca male per Tronchetti, e non per l’Italia, visto che il “buco” che lascerebbe questo astro dell’industria, della finanza e del gossip, sarebbe devastante per l’economia italiana, già devastata dai furbetti del quartierino, e dai furboni della politica berlusconiana.
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