In anteprima su Huffpost, la risoluzione di maggioranza. Toni durissimi. "Prevalgono gli interessi nazionali", no ai tagli a ricerca e giovani, no agli sconti ai ricchi e a Orban.
E ora gli eurodeputati vogliono trattare sul bilancio Ue Il Parlamento europeo “accoglie” l’intesa dei capi di Stato e di governo sul Recovery fund, ma “non accetta” l’accordo politico sul bilancio pluriennale dell’Ue 2021-27. E anzi “condanna” il fatto che “gli interessi nazionali abbiano compromesso la ricerca di soluzioni comuni nell’interesse generale” dell’Unione, “avverte che i tagli apportati al bilancio pluriennale vanno contro gli obiettivi europei”. E’ durissima la risoluzione di maggioranza che domani sarà messa ai voti del Parlamento europeo. Gli eurodeputati chiedono di avviare “subito negoziati costruttivi con il Consiglio Ue per migliorare la proposta” sul bilancio, sul quale l’Eurocamera ha potere di veto. A leggere il testo della risoluzione che Huffpost ha visionato in anteprima, sbiadiscono gli entusiasmi dei leader dopo la firma dell’accordo.
Ecco un estratto del testo:
Il bilancio, che il Consiglio europeo ha circoscritto a 1.074 miliardi di euro, meno di quanto proponevano Parlamento e Commissione, deve essere approvato entro la fine dell’anno. I negoziati andranno avviati dal capo negoziatore del Parlamento Ue e presidenza di turno dell’Unione, che fino a dicembre è tedesca. La risoluzione che anticipiamo è firmata dalla maggioranza delle forze politiche in Parlamento: Popolari, Socialisti, Verdi, Renew Europe, la sinistra del Gue.
Il testo ‘bastona’ i leader Ue per la scelta di tagliare i fondi alla ricerca, Erasmus, digitale, immigrazione, per non aver pensato a un meccanismo “ponte” per rendere il recovery fund immediatamente disponibile (lo sarà dal 2021), per non aver deciso un calendario preciso per l’introduzione di risorse proprie, “unico modo per ripagare il debito europeo” che la Commissione Ue accumulerà per emettere i bond del recovery plan. E infine anche per aver accettato un meccanismo di “governance” dei fondi che assegna ai governi nazionali il controllo delle risorse: metodo “anti-democratico” , sostengono i parlamentari europei ricordando che l’Eurocamera è “l’unica istituzione eletta dell’Ue”.
Si legge ancora: l’Europarlamento “sfida i leader a spiegare i tagli a ReactEu, Horizon Europe, Eu4Health in piena pandemia, quelli su InvestEu e Just transition fund in piena epoca di Green deal”.I tagli ai programmi sulla sanità e la ricerca – si legge nel testo – sono pericolosi nel contesto di una pandemia”. Quelli apportati al settore della “istruzione, trasformazione digitale e innovazione compromettono il futuro delle prossime generazioni europee”. I tagli che il Consiglio propone sui “programmi per la riconversione delle regioni dipendenti dal carbone vanno contro il Green deal”, quelli su immigrazione e asilo “mettono in pericolo la posizione dell’Ue in un mondo volatile e incerto”.
La risoluzione contiene anche accuse precise ai leader europei che, si legge, “hanno fallito” sul piano per ripagare il debito che la Commissione Ue accumulerà per emettere i recovery bonds. L’unico modo per ripagare questo nuovo debito comune europeo, senza gravare sugli Stati membri, è “istituire nuove risorse proprie” dell’Ue. Non solo la tassa sulla plastica, che l’intesa dei leader prevede a partire da gennaio. L’Eurocamera chiede un “calendario vincolante” per l’istituzione di nuove risorse proprie nei prossimi tre anni almeno: tasse sulle emissioni nocive, ‘carbon border tax’ per chi esporta in Europa prodotti di industrie inquinanti, digital tax sui giganti del web, tassa sulle transazioni finanziarie.
Il testo chiede anche di “mettere fine ai rebates”, gli sconti sui contributi al bilancio per gli Stati che non usano molti fondi Ue, sconti che invece l’intesa in Consiglio ha addirittura aumentato su richiesta dell’Olanda e degli altri paesi frugali.
E poi, sul piano dei diritti, la risoluzione “contesta duramente la scelta dei leader di annacquare le condizionalità che legherebbero l’erogazione dei fondi al rispetto dello Stato di diritto. Chiede che un meccanismo di “maggioranza qualificata inversa” (gli Stati decidono a meno che non ci sia una maggioranza contraria) per poter bloccare i fondi di fronte ad una “minaccia sistematica” dei valori contenuti nel Trattato dell’Unione europea.
L’Eurocamera, continua la risoluzione “non si limiterà a fare un copia e incolla dell’accordo siglato” ed è pronto a non approvare il bilancio senza una “intesa soddisfacente”. Tra le altre richieste anche una che riguarda la parità di genere. L’Eurocamera chiede “l'introduzione di una dimensione di genere e obblighi di impatto di genere (bilancio di genere) sia nel regolamento del bilancio che nel regolamento del Next generation Eu’; ritiene pertanto che una metodologia di tracciamento trasparente, completa e significativa dovrebbe essere adottata rapidamente e adattato, se necessario, durante la revisione intermedia del bilancio”.
Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli in conferenza stampa difende l’intesa ma chiede che i negoziati per “migliorare il bilancio” inizino subito, che il Parlamento abbia voce in capitolo sulla governance delle risorse, chiede di rimediare ai tagli su ricerca, giovani, immigrazione. “Noi vogliamo migliorare la proposta sul bilancio – dice - Se vogliamo scommettere sui giovani, non possiamo tagliare la ricerca, il programma Erasmus. Non possiamo tagliare i fondi per immigrazione e asilo. Abbiamo la necessità di aprire i negoziati per arrivare ad un bilancio più utile alla vita dei cittadini europei”.
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