Iniziamo con lo sfatare una balla sesquipedale lanciata tre settimane fa dall'OMS: "... la pandemia, a livello di numeri globali, sta iniziando a diminuire la crescita...". Ma l'OMS non è sola. Negli USA il noto virologo Trump giura che si tratta d qualcosa di meno di un'influenza (salvo poi finire in un reparto covid di un ospedale militare). In Italia il Prof. Zarrillo, medico personale di Berlusconi, ci informa che l'epidemia non c'è più. Poi rettifica, dicendo che si, un po' c'è ancora, ma ormai abbiamo gli strumenti per combattere e sconfiggere la malattia. Per conferma, chiedere ai parenti dei morti che da un mese crescono quotidianamente.
Ma torniamo all'andamento globale della pandemia nel mondo: nei sette giorni terminati l'8 ottobre, il numero medio di nuovi infetti quotidiani è stato di 295.000. Un mese fa lo stesso dato era di 261.300 nuovi casi giornalieri. Un aumento mensile, a casa mia, del + 12,9%.
La pandemia che per Zarrillo e OMS rallenta
E ora passiamo allo spaccato dei dati sui positivi totali per nazioni, aggiornati al 9 ottobre: siamo arrivati a 343.398 casi totali, con l'aumento odierno di 5.372 nuovi casi. Ciò significa che siamo arrivati a 82 nuovi casi giornalieri per milione. Faccio notare che eravamo riusciti a portarci ad un valore di aumento quotidiano di 3 casi per milione, e che ora siamo ad un valore 30 volte superiore. Siamo tornati a valori dell'ordine di grandezza dell'ultima settimana di marzo.
Con l'inizio della "Fase Due" (4 Agosto) siamo riusciti a buttare nel cesso quattro mesi di sacrifici molto pesanti. Ora la tendenza è brutta, molto brutta, e ancora non sappiamo quali siano i datti effettivi della riapertura forzata anche d quelle scuole che non erano in grado di riaprire.
Volete sapere cosa ciò possa significare? Bene. Oggi abbiamo raggiunto i 70.187 casi attualmente positivi. Siamo distanti solo 38.070 casi dal massimo mai raggiunto nella storia italiana del covid (108.000 casi il 16 aprile). Ancira un paio di settimane di questo passo, e il record potremmo superarlo. Forza, Italia!
L'Italia e gli altri - Vogliamo ricordarlo? In primavera siamo stati a lungo sul podio dei paesi più infetti al mondo, e spesso addirittura primi in classifica. Poi, lentamente, e grazie ai sacrifici che ci siamo imposti, siamo riusciti a sparire dal grafico dei 25 paesi al mondo col maggior numero di attualmente positivi; siamo arrivati ad essere vicini alla 70ma posizione al mondo, e ora siamo ridiscesi in 58° posizione, cion tendenza al peggioramento.
Non è - ancora - una bruttissima posizione, ove si consideri anche che peggio di noi stanno molti nostri ex maitres-a-penser, come - per elencare alcuni paesi fra i più significativi - USA, Spagna, Lussemburgo, il Belgio della Van den Leyden, la Francia della Lagarde, la Svezia de sinistra, l'Olanda di Rutte e dello spazzino spalla comica, lo UK, la Svizzera, l'Austria che voleva chiudere le frontiere del Brennero dall'Italia... Adesso che facciamo, per par condicio chiudiamo le frontiere dall'Austria verso l'Italia?
Uno sguardo alle regioni - La geografia del disagio regionale è cambiata drasticamente negli ultimi 2 mesi. Basta confrontare i dati di due mesi fa con quelli odierni:
Osservate come è cambiata la geografia del coronavirus per regioni in soli due mesi.
Il rapporto di infezioni delle regioni peggiori rispetto alle migliori è passata da 3 a 2.
La Lombardia, per mesi il posto peggiore d'Italia e d'Europa in cui vivere (pur continuando a rimanere, nella vulgata lumbard, "L'Eccellenza Lombarda"), è passato dalla maglia nera al centro del gruppo.
La Sicilia e la Sardegna - regioni delle quali da qualche settimana si parla molto - rimangono fra le sei regioni meno infette in Italia.
La Calabria Saudita, a dispetto di diffuse pulsioni razziste, continua ad indossare da mesi (con brevissime eccezioni) la maglia rosa. Con buona pace di coloro che temevano esodi biblici dalle regioni del Sud (per non dire della Calabria) verso il paradiso dell'eccellenza lombarda. Ovviamente gli esodi biblici non ci sono stati, anche perchè "esodare" da una regione come la Calabria, che ha ha 328 positivi per milione di abitanti, verso una che ne ha 1655 (cinque volte più della Calabria) mi sembrerebbe operazione alquanto singolare per stupidità, non credete?
Quindi l'esodo dal sud non ci sarà (per non dire dalla Calabria) nonostante la generosa offerta della Regione Lombardia (la notizia è di oggi) di ospitare - immagino a fronte di un congruo "rimborso spese" - i fantastici posti-letto della Expò, vuoti come la testa di chi ha fatto la proposta. E la paura dell'invasione di terroni che fine ha fatto?
Trascurabili annotazioni personali - Nei mesi e nelle settimane scorse ho fornito analisi quasi giornaliere, molto approfondite, sullo sviluppo della pandemia. Le previsioni da me fornite sono state SEMPRE confermate dai fatti: sia quando prevedevo , coi dati ancora in crescita, che la curva avrebbe imboccato la discesa entro dieci giorni; sia quando ho iniziato ad avvertire, fin dall'ultima settimana di luglio, che la discesa era finita, e che stavamo andando incontro ad una forte tendenza. E mentre noi e pochissimi altri lanciavamo questo "worning", qualcuno decretava la riapertuta di metrò, tram e treni a pieno carico o quasi: 100% dei posti a sedere più 50% dei posti in piedi. Questa fase due era talmente cretina ed improvvida che è stata revocata - senza vergogna - dopo appena mezza giornata dall'inizio. La "Fase Due" era durata mezza fino al primo pomeriggio del primo giorno.
In questo contesto, chi si limitava a ragionare su dati ufficiali (forniti da organismi internazionali e nazionali), e quindi non poteva nascondere sotto il tappeto del campanilismo i pessimi dati lombardi, veniva tacciato di compiacersi (sic) dei mali della Lombardia. Regione, mi tocca sottolinearlo, nella quale viviamo io, tre miei fratelli, e le rispettive famiglie. E non da ieri, ma da più di mezzo secolo.
Le variazioni fra le tabelle di agosto e quelle odierne mi costringeranno ad un forte sforzo psicologico. Va da se che se mi compiacevo quando la Lombardia era nella cacca più marron, ora devo smettere di compiacermi dei mali lombardi (drasticamente diminuiti), e dovrò iniziare a compiacermi dei guai della Campania (la seconda mia ragione in termini di anni di permanenza, visto che è stata la mia città universitaria, la città in cui ho coniosciuto la mia futura moglie, e la città in cui sono ritornato per ben due volte, da adulto, per dirigere due medie aziende.
Sarò invece costretto a rimanere dispiaciuto e non compiaciuto per il fatto che la natìa Calabria Saudita sia stata da sempre, e fino ad oggi sia ancora, in maglia rosa.
Mi date un consiglio psicologico? Grazie
Tafanus
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