Lo disse a fine maggio a un gruppo di femministe, a cui fece anche un paio di commenti sgradevoli

Zuccatelli ha 76 anni e tra le altre cose è stato presidente dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali e candidato di Liberi e Uguali – il partito di sinistra del ministro della Salute Roberto Speranza – alle elezioni politiche del 2018. Più di recente Zuccatelli era stato commissario straordinario dell’azienda sanitaria provinciale (ASP) di Cosenza. Nelle ultime ore è girato un video di alcuni mesi fa, quando era commissario dell’ASP, in cui tra le altre cose dice che «le mascherine non servono a un cazzo» nel limitare la diffusione del coronavirus. E poi aggiunge, alzando notevolmente la voce:
Sai cos’è che serve? La distanza. Perché per beccarti il virus se io fossi positivo tu sai cosa devi fare? Devi stare con me e baciarmi per 15 minuti con la lingua in bocca.
Zuccatelli ha spiegato in una nota che quelle affermazioni sono «errate» ed «estrapolate impropriamente da una conversazione privata», e inoltre «risalgono al primo periodo della diffusione del contagio». In realtà però il video risale al 27 maggio, quando tutto il mondo scientifico si era convinto dell’utilità delle mascherine, e quando il contagio era già in corso da mesi.
Che il video sia stato girato a maggio lo prova il fatto che in quei giorni il collettivo femminista “FEM.IN. Cosentine in lotta" parlò pubblicamente dell’incontro – chiesto per ottenere spiegazioni sulla mancata riapertura dei consultori locali – e soprattutto diffuse un altro video girato verso la fine dell’incontro. Zuccatelli è vestito nello stesso modo e anche la stanza si presenta identica al primo video, certificandone l’autenticità. L’incontro, fra l’altro, era tutt’altro che privato dato che le FEM.IN vennero ricevute da Zuccatelli nella veste di commissario, e ripresero parte dell’incontro.
Nel frattempo Zuccatelli ha fatto sapere di essere risultato positivo al coronavirus e di trovarsi al momento in quarantena.
Comincia un’altra storia da raccontare
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A coloro che fanno notare che la Sanità in Calabria è commissariata da dieci anni, e al Ministro Speranza, un paio di domande:
-a) Di chi è la responsabilità di un commissariamento così anormalmente lungo?? E a chi sarebbe toccato uscire da questa soluzione anomala? Oppure si pensa che una regione abbia il potere di "decommissariarsi" per decisione propria?
-b) Commissari cacciati o da cacciare a pedate nel culo come Zuccatelli e Cotticelli (elli, elli) li ho nominati io, la nomina è di competenza del Governo? E perchè un governo che riesce a partorire sei decreti governativi in un paio di settimane - uno in contraddizione con l'altro - va avanti (esattamente come i suoi predecessori) a tenere in piedi una sanità commissariata, e poi non ha il coraggio di assumersi la corresponsabilità? Non sono bastati dieci anni per dare ad una regione già martoriata per la povertà e la criminalità un governo dell'impianto sanitario degno di questo nome?
I dieci anni di commissariamento non sono una aggravante per la Calabria, ma per i governi centrali che si sono succeduti senza provvedere a risolvere il problema.
Tafanus
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