Le indagini della procura di Roma sui tabulati telefonici del Commissario all’Emergenza e dell’ex giornalista Rai Mario Benotti

ROMA. Sono 1280 i contatti, tra messaggi e telefonate, fra il Commissario all'Emergenza Covid, Domenico Arcuri e Mario Benotti, giornalista Rai in aspettativa e indagato per traffico di influenze illecite nell'inchiesta della procura di Roma sulle mascherine importate dalla Cina. «Contatti», che si riferiscono a un periodo di 5 mesi, negati più volte da Arcuri, ma confermati da Benotti che, tramite i suoi legali, aveva chiesto al gip di Roma un incidente probatorio per «acquisire le dichiarazioni di Arcuri, e del responsabile unico dei procedimenti, Antonio Fabbrocini».
L'esame del traffico telefonico tra l'utenza in uso a Benotti e quella in uso ad Arcuri fa riferimento a chiamate e sms avvenuti nel periodo che va dal gennaio e il 6 maggio del 2020, «con contatti giornalieri nei mesi di febbraio, marzo ed aprile: a conferma di un'azione di mediazione iniziata ben prima del 10 marzo», il giorno dopo in cui venne dichiarato il lockdown nazionale dall'allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Benotti, presidente del consorzio Optel e di Microproducts It, risulta indagato per traffico di influenze illecite, nel procedimento del procuratore aggiunto Paolo Ielo, per alcune maxicommesse da 72 milioni di euro per l'acquisto di 801 milioni di mascherine dalla Cina durante la prima ondata della pandemia da Covid-19. Insieme a lui sono indagate altre persone, tra cui l'amministratore delegato della stessa Microproducts It, Daniela Rossana Guarnieri. E, l'atto istruttorio, era stato richiesto proprio per mettere in luce «i rapporti di conoscenza consolidata tra il commissario Arcuri e Benotti - proseguivano i legali - e soprattutto il fatto che in epoca di emergenza pandemica fu proprio il Commissario per l’emergenza Covid 19 a chiedere a Benotti di interessarsi, nella qualità di presidente del Consorzio Optel, di ricercare sul mercato una fornitura di mascherine che fosse in grado di fronteggiare il bisogno impellente di tali presidi sanitari in un momento drammatico per il Paese, circostanza totalmente dimenticata nelle ricostruzioni giornalistiche di questi ultimi giorni».
In questa tranche dell'inchiesta, sono otto gli indagati. Oltre a Benotti e Guarneri, ci sono Antonella Appulo, Andrea Vincenzo Tommasi, Daniele Guidi, e poi Georges Fares Khouzam, Edisson Jorge San Andres Solis e Andreina Dayanna Cedeno Solis. Le accuse - contestate nel provvedimento di sequestro preventivo (uno disposto dal gip e l'altro, d'urgenza, dalla procura, per un valore complessivo pari a 69,5 milioni di euro) - vanno dal traffico di influenze illecite alla ricettazione, all'autoriciclaggio e riciclaggio, a seconda delle posizioni. L'indagine chiama in causa anche quattro società, la Sunsky srl (di cui è titolare Tommasi), la Partecipazioni spa (con Khouzam legale rappresentante), la Microproduts it (di cui Guarnieri è legale rappresentante) e la Guernica srl (riconducibile a San Andres Solis). Fonte: lastampa.it
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[...] A certificare l’intensità dei contatti tra Benotti ed Arcuri ci sono 1.282 contatti tra il 2 gennaio 2020, quando Arcuri non era ancora stato nominato super commissario, ed il 6 maggio 2020; lo stesso Arcuri, invece, nega di conoscere Benotti [...]
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Certo che 1282 contatti in 125 giorni sono tanta roba... certificata dai tabulati e da Bonetti, e negata da Arcuri. Si tratta di più di 10 contatti al giorno, e riguardavano un tema - le mascherine - che non era ancora di drammatica attualità, visto che ancora nella seconda metà di febbraio ero impegnato ad acquistar i biglietti per un concerto al BlueNote, e le mie donne (moglie e figlie) erano impegnate nell'organizzazione di una grande festa per il compleanno di mia moglie, che prevedeva arrivi dalle provincie di Monza-Brianza, Milano, Torino, Roma, Napoli, Bari, e anche dall'Irlanda e da Roatan.
Sembra che nell'ambiente dei "mediatori a vario titolo" di mascherine ci fosse una certa euforia, e che corressero ottimistiche previsioni sull'andamento di quella cosa che ai primi di gennaio non si chiamava ancora né epidemia, né tanto meno pandemia.
Siamo certi che Arcuri e Bonetti, magari non contraddicendosi l'un l'altro, vogliano aiutarci a capire. Grazie
Tafanaus
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