Se n'è andato all'improvviso, per una forma tumorale tanto inaspettata quanto rapida e violenta. Per me, amante da sempre del suo jazz "main stream" sempre colto, mai "nuovo-ad-ogni-costo", la notizia è arrivata come una secchiata d'acqua gelata.
Ho avuto la fortuna di ascoltarlo dal vivo tre volte: 1000 anni fa al Blue Note di Parigi, 500 anni fa al "Ronnie Scott Jazz Club" di Londra, e quattro anni fa a Villa Arconati, un'ora da casa mia. Il concerto più bello. Una piovosa giornata di luglio, di quelle che non capitano mai. La pioggia era caduta tutto il giorno, fino a due ore prima del concerto, tanto che eravamo quasi rassegnati alla sua cancellazione.
Sono arrivato, con Marisa e Marzia, quando gli inservienti stavano ancora tentando di asciugare con stracci e spugne, le sedie. Le zanzare erano migliaia. Chick e gli altri due componenti il trio erano il bersaglio prediletto, perchè illuminati dai riflettori. Chick aveva sul pianoforte uno straccio, che nei momenti peggiori afferrava per scacciare i predatori. Concerto per piano a tre mani. Due per la tastiera, e una terza che spuntava all'improvviso dal nulla, dedicata allo straccio.
Un concerto magnifico, durante il quale ha fatto riposare gli altri componenti del trio, per esibirsi in un lungo assolo: un sonata di Domenico Scarlatti, che Chick ritiene da sempre essere fra i più grandi compositori al mondo.
Chick è di origini italiane. I suoi arrivarono negli USA da Albi, un "paesino in discesa" di ben 850 abitanti in provincia di Catanzaro:
Chick sapeva benissimo di essere la Stella Polare del pianismo jazz di tutti i tempi. Non potrebbe far finta di non saperlo, visto che in carriera ha vinto ben 22 "Grammy Awards", e ha ispirato migliaia di pianisti giovani e meno giovani. Ciononostante, è il ritratto dell'umiltà e dell'anti-divismo. Non indossava né smoking, né "bolerino da cretino". Non si dimena sul pianoforte. Dimenticate Allevi, ma anche Bill Evans. Il piano non lo suona come se facesse ginnastica da camera, ma usa solo le mani, e il minimo indispensabile di braccia.
Non chiedetemi con chi abbia suonato in carriera. L'elenco è infinito. Ha suonato con chiunque valesse la pena di farlo. Su WIKI trovate lo sterminato elenco della sua discografia, e dei musicisti che ha avuto accanto.
Il concerto più bello? tre anni fa. Un concerto di oltre tre ore, visto in streaming, di notte, trasmesso dal Lincoln Center di NY, per celebrare l'anniversario della nascita di Thelonius Monk. L'orchestra era quella di Winton Marsalis, l'ospite d'onore era Chick Corea, e la sorpresa... Una chicca che spiega più di mille parole la simpatia e l'umiltà del personaggio. Prima dell'esecuzione di un classico di Thelonius Monk, ha raccontato con la semplicità di uno che "non se la tira" di quando, giovanissimo, in una sala di registrazione dove stava registrando Thelonius Monk, Chick fosse rimasto per ore nascosto dietro una tenda, e attraverso un buco avesse "studiato" per ore i segreti del suo idolo. Poi è andato al piano. e... sono iniziate le sorprese.
Prima un lungo assolo di Chick; poi Chick invita il pianista titolare dell'orchestra di Winton Marsalis (Dan Nimmer, un grande pianista) a sedersi accanto a lui al piano, e hanno fatto uno di quei numeri... Suonato e improvvisato a quattro mani, scambiando di posto "sinistra-destra".
A quattro mani: Chick Corea e Dan Nimmer
Poi, all'improvviso, la cosa che non ti aspetti. Due anni prima avevo notato come nell'orchestra di Marsalis ci fosse una sola donna: Alexa Tarantino (anche lei di origini italiane), alto-sax di fila, giovanissima, sempre sorridente, che lascia il suo posto e si affianca al pianoforte di Chick, chiamata per un assolo accanto a "The Myth". Ho pensato: adesso Alexa sviene. Invece si produce nel suo assolo benissimo, gratificata dai sorrisi di sorpresa e di apprezzamento di Chick, e - fatto unico, alla fine del pezzo - dalla "chiamata" dell'applauso del pubblico per due volte. Alexa, sorpresa e sorridente.
Chick Corea con Alexa Tarantino
In calce troverete la clip video di questo evento, sulle cui implicazioni psicologiche ho chiesto qualcosa ad Alexa (nel frattempo siamo diventati molto amici), in un lungo post-intervista. Questa la mia domanda, e la risposta di Alexa:
-12) Many people (besides myself) have really appreciated your surprising solo next to the jazz-legend Chick Corea, and Dan Nimmer. You looked relaxed. Were you REALLY relaxed? Did you notice the empaty of Chick during your solo? And what about the surprising double-call of Alexa Tarantino from Wynton Marsalys at the end of the concert? Did this happening strenghten your self-confidence?
Thank you, Antonio! That week of playing with Chick Corea is certainly a highlight for me. He was so kind and relaxed, very open to letting the music go wherever it wanted to. Before the solo, I was a bit nervous. My dad would always tell me that it was good to be nervous, and that it means that you care. That has always been helpful to remember. I can get a little nervous leading up to something, but once I get on stage, it all goes away. So, when I walked up to play with Chick, I just wanted to enjoy the once-in-a-lifetime experience, and to really dig in to playing with him and playing the music of Thelonious Monk. I had a blast and I appreciate the warmth and support from both Chick and Wynton.
Ora che Alexa, come da previsioni, viaggia per conto suo, con un suo quartetto, ed è stata nominata da JazzTime fra i tre migliori alto-sax al mondo, a qualcuno può interessare l'intervista completa
Ma torniamo a Chick. Nelle prossime settimane cercherò di comporre un post antologico con le sue esecuzioni più belle, sperando che nel posto in cui si trova adesso disponga di una buona connessione internet a banda larga... :-)
Tafanus
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