La banda di "komunisti trinariciuti" del "Manifesto"
Il manifesto compie oggi 50 anni ed è un pezzo di storia del giornalismo e della politica che festeggia il compleanno. Il quotidiano “comunista” nasceva infatti il 28 aprile 1971 al prezzo di 50 lire e con solo quattro pagine che, scriveva Luigi Pintor, il primo direttore, “da oggi non sono più un’idea ma una realtà
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Comunque la pensiate, oggi non è possibile non rendere omaggio ad un giornale che è riuscito a resuscitare ogni volta. Un giornale al cui interno ci sono state lotte anche feroci, ma lotte di idee e non di poltrone. Cinquant'anni "dalla parte del torto".
Oggi anche giornali una volta di sinistra, come Repubblica, passati da Scalfari al "ggiovane Agnello", che ne ha affidato la conduzione ad un mansueto "cavalier servente", rendono omaggio alla storia, spesso complicata, sempre difficile di un giornale che tenta di restare di sinistra in un paese nel quale lo sterzo tira sempre più a destra.
Oggi voglio rendere omaggio anch'io a questo glorioso giornale, ricordando che l'altro giornale che era stato di sinistra - l'Unità - è stato ucciso due volte in tre anni (la seconda senza resurrezione) - grazie al "ggiovane rottamatore" di Frignano sull'Arno, che è riuscito a rottamare solo se stesso, e il glorioso "Giornale dei contadini e dei lavoratori" fondato un secolo prima da tale Antonio Gramsci. Operazione riuscita grazie non solo alla saldezza di principi di tanti giornalisti alla Rondolino (esperto di Grande Fratello), e di tanti altri saltatori di carro, ma anche grazie alla "schiena dritta" di tanti italianuzzi che si sono venduti per 80 euro. Vergognosa la "strambata" di tanti vignettisti e articolisti che si erano formati (si fa per dire) alla scuola del "Male" e di "Cuore", e si sono ritrovati a fare i "Cavalieri Serventi" alla Corte di un margherito i cui riferimenti politici si chiamavano Cardinal Betori, Amintore Fanfani, Ciriaco De Mita...
Fra liti interne e discussioni ideologiche, il Manifesto ha annoverato una squadra di giornalisti e di collaboratori che non trova riscontro, per qualità, in nessun giornale "moderato". Niente rondolini. Qualche nome?
Luigi Pintor, Lucio Magri, Rossana Rossanda, Valentino Parlato, Luciana Castellina, Lidia Menapace, Vauro, Mauro Biani, Vittorio Foa, Norma Ruggeri, Giuliana Sgrena, Lucia Annunziata, Ritanna Armeni, Riccardo Barenghi, Stefano Benni, Erri De Luca, Umberto Eco, Carmine Fotia, Mino Fucillo, Pietro Ingrao, Luigi Manconi, Daniela Preziosi, Marco Ravelli, Gianni Riotta, Alessandro Robecchi, Sandro Ruotolo, Gianni Vattimo, Adriana Zarri...
Un personale motivo di affetto mi lega a questo giornale: la bellissima campagna del quarantesimo anniversario del giornale, che rivendica l'indipendenza della testata da "dipendenze scomode", con un tenerissimo manifesto passato alla storia della pubblicità, dovuto all'amico ed ex collega Lele Panzeri:
Il Manifesto ha fatto la storia del giornalismo anche per la creatività provocatoria di tanti suoi titoli e di tante sue copertine. Alcuni esempi?
Credo che questo giornale, ogni volta che avrà bisogno di un salvagente, lo riceverà. Questo giornale non ha mai chiesto, e mai accetterebbe, finanziamenti da palazzinari alla Fratelli Pessina, che di sinistra non avevano neanche il volante dell'auto.
Tutte le volte che il Manifesto ha lanciato un SOS, nei limiti delle mie possibilità l'ho raccolto, e continuerò a raccoglierlo.
Auguro al Manifesto di contribuire a far rinascere una sinistra vera, capace di ricongiungere alla "casa madre" quelle frange minoritarie che per disperazione hanno lasciato il PD delle marchette, che ha disintegrato il PD delle sezioni, degli attivisti, delle "Feste dell'Unità" (dove nel mio paesello si poteva scoprire un primario dell'Ospedale di Vimercate servire salamelle ai tavoli.
Celebreremo il renzismo che ha ucciso la sinistra il 2 Novembre, giornata dedicata alla celebrazione dei Defunti.
...C'era una volta... C'era il PCI di Enrico Berlinguer. Poi è arrivata la Bolognina, il PDS, il DS, il PD, e alla fine il colpo di grazia. Ora siamo a questo: il PD dimezzato, il finto PD capetto dei boy-scout, che credeva di avere con se il 40,8% degli italliani che arranca intorno al 2,5% nei sondaggi, ed è invece insediato stabilmente all'ultimo posto fra i leaders politici, anni-luce sotto persino a statisti del calibro della meloni, di Salvini e di Berlusconi.
Sic transit gloria immundi. Ci avete tolto tutto. Nel mio paesello alla fu sezione del PCI la porta è chiusa da tanto tempo che sul lucchetto ci sono le ragnatele. L'ultimo segretario, Zingaretti, è scappato in Svizzera con addosso un cappotto da militare tedesco. il NUOVO pd - dimostrando tutta la sua incapacità di leggere gli umori della gente, ha resuscitato come capogruppo alla Camera nientemeno che la Debora Serracchiani (Guardia del Corpo del renzismo), che come Presidente del Friuli ha occupato stabilmente la ventesima e ultima posizione nel gradimento degli amministrati (e c'è andata ancora bene, perchè avrebbe potuto arrivare in sua vece Marianna Madia!). E nessun segnale buono arriva dal nuovo candidato Enrico Letta, che come primi passi ha straparlato di ius soli, e di voto ai sedicenni (potranno votare anche attraverso una app sulla playstation).
Tafanus
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