Qualcuno ricorda ancora le mie dure polemiche - sia sul blog che su facebook - circa i bitcoins, che erano diventati prodotti finanziari che crescevano di valore, giorno e notte, senza sosta? Mettevi 10 euri in bitcoins, poi te ne dimenticavi, e un annetto dopo scoprivi di essere miliardario. E la cosa che mi rattristava di più era che fra questi creduloni ci fossero anche un certo numero di miei amici virtuali che ritenevo persone dotate di cervello.
Scriveva Beniamino Piccone nell'ottobre 2018 su "IlSole24Ore":
Dopo aver assistito alla moda dei bitcoin, le criptovalute si sono, come ampiamente previsto, sfracellate sul selciato. Hanno perso oltre il 50% nel 2018. Non ne parla più nessuno. Si sono rivelati l’ennesimo fake finanziario, un mito per i gonzi, un’occasione – parafrasando Galbraith in “The big Crash” – per separare il denaro dagli stupidi.
Qualcuno ricorderà che ben prima di questo articolo del "Sole" avevo condotto una battaglia durissima - sia sul Tafanus che su fb, contro gli adoratori dei bitcoins: facilissimi da comprare in rete da misteriose entità sconosciute, difficilissimi o impossibili da riconvertire in danaro corrente quando si fossero guadagnati già un numero soddisfacente di milioni in poche settimane.
Ma la storia non è ancora finita, e dopo il Sole nel 2018, adesso arriva La Stampa, con l'articolo riprodotto in parte in calce. Intanto dico "benvenutei" (seppur con un certo ritardo), ad entrambe le testate.
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Il mistero dei due fratelli spariti con 3,6 miliardi di dollari in Bitcoin - Scomparsi dal Sudafrica i fondatori del più grande servizio di exchange di criptovalute del continente. Sono irreperibili. I fondi sono inaccessibili agli investitori. E’ la più grande truffa in ambito crypto.
Ma, stranamente, i due giovani imprenditori avevano chiesto ai loro clienti di non contattare le forze dell’ordine perché questo «avrebbe rallentato il processo di ripristino dei servizi». Alcuni investitori non l’hanno bevuta e si sono rivolti a uno studio legale per vederci chiaro. Gli avvocati hanno scoperto che i fondi in criptovaluta erano stati oggetto di molti trasferimenti in altri fondi, e questo starebbe rendendo molto complesso il tracciamento delle monete virtuali, anche se, grazie alla tecnologia digitale su cui si appoggia bitcoin, non è tecnicamente impossibile risalire alla loro posizione.
Gli altri servizi di exchange del mondo sono stati avvertiti di quanto avvenuto e, in caso qualcuno provi a cambiare grandi somme di Bitcoin in valuta corrente, sono stati invitati a contattare le autorità.
I fratelli sono attualmente irreperibili e le operazioni di recupero dei fondi potrebbero essere rese ulteriormente difficili dal fatto che in Sudafrica le criptovalute non sono legalmente considerate prodotti finanziari. Questo impedisce l’avvio di un’indagine formale da parte delle autorità specializzate in frodi.
I fratelli Cajee hanno sottratto 69 mila Biticoin che, con il tasso di cambio di aprile, quando la criptovaluta ha raggiunto uno storico picco, valevano quasi 4 miliardi di dollari. La truffa rappresenta il più grande caso di appropriazione indebita di criptovaluta mai avvenuto nel mondo, anche se già lo scorso anno, sempre in Sudafrica, si era verificato un caso simile, in cui erano stati sottratti 1,2 miliardi di dollari.
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