Questo è un post del 7 luglio 2009 che mi è capitato sotto gli occhi mentre cercavo di riordinare le mie cose sono rimasto scioccato dalle analogie con quanto è successo oggi a Giuseppe D'Avanzo. Entrambi sono morti per un infarto durante una passeggiata in bicicletta. Beppe nel luglio del 2009 (a 57 anni), Giuseppe a 58 anni, nel luglio del 2011. Beppe era stato più sfortunato. Era da solo, a Lecco, senza documenti. Ci sono volute ore perchè si arrivasse all'identificazione. Giuseppe D'Avanzo era con amici. Non cambia molto, ma meglio così...
A luglio, sono trascorsi 12 anni dalla scomparsa tragica di Beppe Cremagnani: un giornalista d'inchiesta al quale mi legavano frequentazioni, stima e affetto reciproco.
A luglio di due anni dopo, è toccato a Giuseppe D'Avanzo. Non lo conoscevo personalmente, ma ne avevo una grande stima. Faceva parte di quella pattuglia di giornalisti che per quasi quarant'anni mi hanno indotto a leggere Repubblica tutti i giorni, quando i giornali odoravano d'inchiostro. Non sceglievo cosa leggere prima dai titoli, dall'argomento o dalle foto. Sceglievo di leggere prima le mie "firme" preferite., senza alcun ordine gerarchico. Ciò in cui mi imbattevo prima. Conchita De Gregorio, Beppe Merlo, Sebastiano Messina, Barbara Jerkow, Antonello Caporale, Giuseppe D'Avanzo, Federico Fubini... Quasi tutti fuggiti "altrove" con la nascita del renzismo, e della sua sponsorizzazione da parte del Fondatore e del Proprietario.
Quasi tutti trasmigrati altrove, col bel risultato che quel giornale - che periodicamente e sempre più spesso superava il Corrierone come diffusione, ha perso centinaia di migliaia di lettori (e non solo per colpa dei giornali online, ma con velocità spesso superiore rispetto ad altri giornali cartacei).
Io sono ateo, e non so pregare, ma spero che chi crede in questo mese si ricordi di rivolgere un pensiero a Beppe Cremagnani e a Giuseppe D'Avanzo
P.S.: Questo "reas-back" il 1° agosto tornerà cronologicamente nella sua posizione origimaria
Tafanus
Volevo comprarlo, questo documentario, perchè mi interessava molto, e perchè sarebbe stato un piccolo segno di stima nei suoi confronti. Non c'è stato verso. Ha voluto assolutamente regalarmelo. Ma il regalo più bello che mi ha fatto è stata la dedica che ha voluto scrivere di suo pugno sul libro. Qualcosa che serberò fra le piccole, grandi cose preziose che vorrei avere sempre sotto gli occhi e nel cuore.
E' morto ieri, per un infarto, mentre faceva un innocente giro in bici, a Lecco. Fatico a crederci, ma devo farmene una ragione. Beppe, l'amico generoso, semplice, attento, ormai è solo un ricordo. Un caro e doloroso ricordo.
Ci eravamo conosciuti nel 2006, quando il Tafanus, già nella "notte dei brogli" delle chiavette USB di Pisanu e delle misteriose schede bianche scomparse, aveva aperto un "instant-dossier", in progress, sui brogli elettorali di quella notte. Ad insaputa reciproca, anche Deaglio e Cremagnani stavano "lavorando" a un ben più ambizioso e professionale dossier. Quando l'ho saputo, ho offerto il nostro dossier al Diario, ovviamente senza nulla chiedere. Parti del nostro dossier sono finite nel documentario "Uccidete la Democrazia", con tanto di ringraziamenti al Tafanus, non richiesti, nei titoli di coda.
P.S.: mi piace riportare le ultime parole scritte da Beppe sul suo profilo facebook. Era solo domenica 5 luglio 2009, ore 18,47:
"...sto girando l'Italia per presentare "Governare con la paura" e incomincio a vedere molta disperazione fra chi sta perdendo il posto di lavoro a causa della crisi. Credetemi, non c'è da essere per niente ottimisti, ci sono intere zone dove l'occupazione verrà rasa al suolo..."
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