Entro certi limiti, si; e anche con discreta aderenza delle previsioni ai dati attuali. Qualche tempo fa, avevo annunciato che avevo allo studio un programma che metteva in relazione i vari parametri fra di loro, per arrivare ad un numero-indice del rischio di infezione, e quindi in prospettiva più o meno sfortunata al ricovero e alla morte.
I parametri che influiscono sulla infettabilità sono innumerevoli, non sempre correttamente noti, non sempre correttamente usati. Tentiamo di farne un piccolo elenco:
-1) La densità di popolazione - Più questa è elevata, più aumentano le probabilità di contatto casuale fra potenziali "untori" e potenziali vittime (Vedi alla voce "assembramento").
-2) Gli untori - Sono essenzialmente gli asintomatici, che non sapendo di essere contagiati possono in perfetta buona fede - non adottando i presidi e le norme prescritte - infettare decine di persone finchè non diventano infetti conclamati, e non vengono ricoverati o destinati a cure domiciliari.
-3) Quanti sono gli asintomatici? - Un bel rebus. In teoria, facendo un numero adeguato di tamponi affidabili su un campione giornaliero stratificato per essere rappresentativo dell'universo sotto indagine (e quindi su un campione statisticamente proiettabile), avremmo un risultato abbastanza affidabile. Si da però il caso che:
-a) Fino al 31 dicembre si usava un certo tipo di tamponi che dava giornalmente delle positività che vagavano da un giorno all'altro fra il 12% e il 16%. Anno nuovo, tamponi nuovi, e dal 1° gennaio i positivi al tamponi sono precipitati di colpo a valori del 4/7%, con variazioni giornaliere sempre enormi. E' tutto? NO. Non sappiamo (perchè nessuno ce lo dice) se sono tamponi fatti sempre su gente diverse scelta a campione, o se ci sono dentro ipocondriaci che si fanno un tampone a settimana, o addetti ai lavori.
-b) Possiamo solo sperare che gli errori d'indagine siamo "ordinatamente sbagliati", e quindi, man mano che per confronto fra le previsioni del nostro programma e la realtà emergano delle differenze, si introduca una costante correttiva, da modificare millimetricamente e MOLTO dolcemente verso la direzione atta a ridurre eventuali margini di errore (che nel sistema grezzo non sono probabili, ma CERTI).
I criteri - Assolutamente probabilistici, tendono a calcolare le probabilità d'incontro fra sani non protetti e positivi inconsapevoli. Cerchiamo di capire chi siamo gli uni e gli altri.
Gli "untori" - Sono essenzialmente i positivi asintomatici la cui stima, per i motivi detti prima, sono difficilissimi da calcolare. Quanti sono i tamponati più volte? quante volte? non lo sappiamo. Sappiamo che i tamponi posotovo oggi fariano fra il 4 e il 5% al giorno. Ma "percento" di cosa? percento di chi? Questa è la principale ragione che si ha spinti ad introdurre un "fattore K" correttivo, da modificare con estrema lentezza e cautela; da usare come un cacciavite da orologiaio.
I soggetti protetti - Ci sono dentro quasi tutti i "guariti e dimessi", che dovrebbero aver sviluppato anticorpi in maniera naturale. E ci sono i vaccinati. Attualmente sono stati fatti 57.100.000 "buchi", di cui 33.700.000 di prime dosi, e 23.400.000 di vaccinati totali. Però non sappiamo quanto duri l'effetto di un vaccino, non sappiamo quanti "prima dose" faranno la seconda, non sappiamo quanti siano i no-vacs duri e puri, non sappiamo quasi nulla sull'efficacia dei vaccini alle nuove varianti. Abbiamo quindi assunto come numero di ragionevolmente protetti il 50% dei buchi fin qui effettuati.
Come si vede, dati arbitrari in parte, modificati nella loro costante correttiva con moooolta gradualità e con mano mooolto leggera. In fondo, quando ci sono molte potenziali fonti di errore, c'è anche la speranza che il caos degli errori metodologici nella raccolta dei dati sia modificato attraverso un costante monitoraggio dell'errore complessivo.
Il dato previsionale aggiornato ad oggi (vedi grafico) ci dice che oggi dovremmo essere ad un livello di rischio del 96% inferiore a quello di fine 2020. Ricordiamo che in Dicembre 2020 avevamo 600 morti al giorno, e in quest'inizio di luglio siamo a quota 24 morti al giorno tendenziali, vicini ai valori minimi dell'estate 2020.
Tutto a posto, allora? No. Anche l'anno scorso i morti erano quasi azzerati, i malati pure, e poi all'improvviso, in autunno, ci siamo ritrovati con oltre 40.000 nuovi casi al giorno, e a dicembre abbiamo festeggiato il Santo Natale con 600 morti al giorno.
Prudenza, prudenza, prudenza. Finchè le liberalizzazioni non seguiranno logiche mediche ma saranno guidate dalle lobbies, e finchè si consentirà ai no-vacs di continuare a lavorare a contatto col pubblico (magari in un ristorante o in una corsia d'ospedale) il covid-19 resterà a lungo accanto a noi.
Tafanus
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