Un’operatrice sanitaria in una Rsa ricorre in Tribunale contro il suo datore di lavoro, ma il giudice le dà torto: la salute è prioritaria

Il suo datore, al contrario, è stato categorico: in mancanza «dell’assolvimento dell’obbligo vaccinale», vista la natura delle sue mansioni, a contatto con soggetti fragili, non può per legge «assistere gli anziani, pulire e sanificare i locali, preparare e distribuire i pasti» senza esporre gli ospiti al rischio di contagio. Il tribunale del lavoro di Ivrea, snocciolando gli articoli della Costituzione, ha stabilito che il suo ricorso è infondato. «Sulla libertà di chi non intende sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid, prevale il diritto alla salute dei soggetti fragili».
Sconfitta dalla Costituzione. La decisione della società Cooperativa Clavasius, assistita dagli avvocati Massimiliano Elia e Luca Fazzini, nei confronti di un’operatrice sanitaria, di 54 anni, è stata ritenuta del tutto legittima. Sulla base dei principi fondamentali di libertà e solidarietà sociale sui quali è ancorata la normativa anti contagi. L’obbligo vaccinale previsto dalla legge in vigore.E che dire, poi, sulla solidità delle contestazioni scientifiche contro l’efficacia dei vaccini? «Tutti i vaccini disponibili - prosegue la sentenza - sono stati autorizzati dagli enti regolatori oltreché ritenuti efficaci nel prevenire lo sviluppo della malattia da Covid-19, sulla base degli studi maggiormente accreditati, sui quali si è evidentemente fondata l’adozione da parte del legislatore del piano strategico nazionale di vaccinazione».
A casa, senza stipendio, per il bene degli ospiti fragili della Rsa. Così ha sentenziato il giudice: «Poiché la ricorrente non si è sottoposta all’inoculazione del vaccino, e considerata l’impossibilità di adibirla a mansioni che non implicassero contatti interpersonali tra gli operatori e tra operatori ed ospiti, correttamente il datore di lavoro ha disposto la sospensione della signora e dalla retribuzione fino all’assolvimento dell’obbligo». Provvedimento legittimo, insomma, ma può sempre cambiare idea.
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"Ci sarà pure un giudice a Berlino!" - Questa celebre frase, (attribuita con molta incertezza a Bertolt Brecht) la dedico come manifestazione di grande stima al giudice Federica Fabaro, della cui sentenza (e delle allegate motivazioni) condiviso dalla prima all'ultima parola.
"Ci sarà pure un giudice nel Torinese!"
Tafanus
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