In situazioni come queste, naturalmente, eventuali errori saranno da accertare con calma, senza riflessi automatici. La polizia aveva chiaramente scelto di arginare il dissenso con una strategia di contenimento, per garantire il «legittimo dissenso» e non esasperare manifestanti che lamentano appunto il carattere liberticida dei provvedimenti del governo sul Green Pass. Il sit in piazza del Popolo era autorizzato, ma era controllato anche il corteo (non autorizzato) in via del Corso (che sfiorava Palazzo Chigi, tra l’altro). Le cose sono andate invece disastrosamente sotto alla Cgil, dove ai fascisti – dalle analisi che si stanno facendo – si sono mescolate anche persone non appartenenti alle organizzazioni di estrema destra.
Nel recente passato l’uomo che ha oggi la responsabilità più alta dell’ordine pubblico a Roma, il prefetto della Capitale Matteo Piantedosi, è stato attaccato perché la sua nomina avrebbe avuto un imprimatur politico (il governo Conte1, con Matteo Salvini al Viminale). Fu proprio Salvini, con nomina ministeriale firmata l’11 giugno 2018 (forse il suo primo atto significativo da ministro), a nominarlo nel ruolo cruciale di capo di gabinetto del ministro dell'Interno (dal 17 agosto 2020 Piantedosi è poi diventato prefetto di Roma, resistendo alla stagione post-salviniana). Il Capitano leghista, allora al culmine del potere, profetizzò: «Piantedosi farà ottime cose». (Abbiamo visto - NdR)
Si tratta di un funzionario con una lunghissima esperienza (tra l’altro a Bologna negli anni delle minacce brigatiste a Marco Biagi), ma la sua nomina da parte di Salvini, e i mesi del primo governo Conte, lo hanno visto subire anche durissime critiche. Per esempio è stata al centro di aspre polemiche la gestione della linea dura contro i migranti, che fu decisa da Salvini e fu Piantedosi ad attuare. L’Ansa il 31 agosto 2018 fece lo scoop che, assieme a Salvini, la Procura di Agrigento aveva trasmesso ai pm di Palermo un fascicolo d'indagine anche sul capo di gabinetto Piantedosi, entrambi indagati per il trattenimento illegale dei migranti soccorsi dalla nave Diciotti. Nei verbali dei pm c’erano anche testimonianze dei funzionari del Viminale e degli ufficiali della Guardia costiera, segno che la linea Salvini attuata da Piantedosi trovava diversi avversari, o almeno funzionari non entusiasti, anche dentro il ministero. Nel novembre 2019, come noto, il Tribunale dei ministri archiviò sia Salvini sia Piantedosi.Tuttavia la stagione al ministero come capo di gabinetto di Salvini va arricchita con le origini, di Piantedosi, che non sono a destra. Semmai nel moderatismo democristiano irpino: originario di Cervinara, frazione di Pietrastornina, Piantedosi è figlio di un papà preside, che era amico dell’ex ministro democristiano della Pubblica istruzione negli anni del sessantotto, Fiorentino Sullo. «In pratica apparteneva alla squadra della Dc perdente, quella alla quale anche io mi onoravo di appartenere», disse Gianfranco Rotondi al Foglio. L’ascesa iniziò quando Annamaria Cancellieri (allora prefetto a Bologna) lo volle come suo vice. «È uno dei pochi cavalli di razza che ho conosciuto», dice tuttora di lui. Solo dopo, fu la Lega a innamorarsene.
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